sabato 19 novembre 2022

Museo Manzu' di Ardea

 

 Nella campagna dell'antica città di Ardea - nella campagna romana- si può visitare il Museo Manzù che raccoglie le opere del maestro Giacomo Manzù che scelse proprio questo luogo per vivere e lavorare e visse qui per circa trenta anni. La Raccolta delle sue opere è stata donata allo Stato italiano nel 1979. Vi sono raccolte opere composte tra il 1950 ed il 1970.

  Le opere sono
raccolte per temi
come quello religioso con la serie dei cardinali e di Papa Giovanni XXIII raffigurato in schizzi,sorprendentemente efficaci nel restituire l'immagine del Papa "buono".

  Ci sono i ritratti femminile realizzati in carboncino eppure capaci di restituire anche la lucentezza degli occhi.  Importante è poi la serie dedicata alla moglie Inge raffigurata in disegni e statue .

  Per la serie degli Amanti il museo di Ardea presenta 7 opere in bronzo.

Particolari le sculture che rappresentano le sedie ,tema amato dall'artista, tra cui la Sedia con ramo di vite e pera.

Nel museo inoltre sono presenti i bozzetti delle porte con bassorilievi realizzate per il Duomo di Salisburgo e per il Duomo di Rotterdam. Per la Basilica di San Pietro sono presenti alcuni bozzetti e due bassorilievi :Morte per violenza e Morte di Papa Giovanni.

La bellezza ed unicità del Museo Manzù è poi rafforzata da un'opera di arte contemporanea presente su una parete esterna dell'edificio del Museo.

  Il suo titolo è "Nei colori del giorno" ed è un'installazione  risultata
vincitrice in un Progetto promosso dal Ministero della Cultura nel 2022. La parete bianca - azionando un dispositivo che fa uscire sottili rivoli di acqua- si colora di un caleidoscopio di colori  ,resi ancora più vari e brillanti dal riflesso del sole oltre che dell'acqua. E' davvero un momento magico in cui il colore illumina lo spazio e sorprende la vista  degli spettatori

lunedì 17 ottobre 2022

Museo del Paleolitico di Isernia



l Museo del Paleolitico di Isernia è un luogo di grande interesse ed eccezionale nel suo genere. E' stato infatti costruito nel luogo del ritrovamento di parti di paleosuolo durante i lavori per la costruzione della superstrada Napoli-Vasto ed ingloba in un grande padiglione proprio l'intera area che è ancora oggetto di scavi e studi . Lo stesso edificio del museo vinse un premio internazionale di Architettura.


Le sale espositive sono ampie e con ballatoi con pannelli illustrativi e con i numerosi documenti "litici" ritrovati. E così frecce di selce ,ciotoli per percuotere,raschiatoi e tutta la grande varietà di pietre lavorate raccontano la vita degli uomini nel periodo del Paleolitico ,il più antico della Preistoria

Particolarmente suggestivi i grandi pannelli in cui sono raffigurati momenti della vita nel Paleolitico ed anche i grandi animali ricostruiti in grandezza naturale.

La datazione del sito di ritrovamento del paleosuolo  "La Pineta" è all'incirca di 600.000 mila anni fa per questo il sito, che risale al Paleolitico Inferiore, è il più grande e complesso insediamento umano del continente europeo.

In questo suolo sono stati ritrovati un gran numero di reperti di parti di animali:bisonti,rinoceronti,cervi


daini,ippopotami e reperti appartenenti a carnivori come :l'orso ,il leone,la iena, che dopo essere stati uccisi venivano portati in questo luogo e lavorati dagli uomini del Paleolitico per estrarne le parti commestibili. Nella Sala "La Pineta" è presente la fedele ricostruzione in gesso del paleosuolo con tutti i suoi reperti.

Sono poi presenti altri oggetti provenienti da altri siti regionali di scavi che vanno dal Paleolitico Inferiore all'Età del Bronzo.

E' un viaggio affascinante e coinvolgente che immerge il visitatore nella conoscenza di aspetti della vita degli uomini del Paleolitico ed anche del grande lavoro che gli studiosi hanno compiuto e continuano a compiere nello scavare,catalogare e collocare i numerosissimi reperti.

lunedì 3 ottobre 2022

RiservaNaturale Orientata Collemeluccio-Montedimezzo-Isernia

 

La Riserva Naturale Orientata della Biosfera - riserva MaB- di Collemeluccio-Montedimezzo è una delle cinque Riserve della Biosfera esistenti in Italia. Le Riserve MaB riguardano il Programma L'Uomo e la Biosfera messo in atto dall'Unesco in 95 Paesi del Mondo ,con lo scopo della conservazione delle riserve della Biosfera ed il miglioramento delle relazioni tra l'uomo ed il suo


ambiente. www.riservamabaltomolise.it

Collemeluccio -Montedimezzo sono due territori distanti circa 15 km,il primo vicino al paese di Pietrabbondante ed il secondo vicino al paese di Vastogirardi (IS), due paesi dell'Alto Molise un territorio dove le bellezze naturali sono diffuse ed incontaminate.

Nel bosco di Collemeluccio ,dove sono stati realizzati diversi sentieri che l'attraversano e permettono una buona fruizione e visione, il nucleo originario e più importante per il suo valore è il bosco di abete bianco,acquistato nel 1628 dalla contessa Meluccio ,alla quale si deve anche l'attuale nome.

All'originario bosco furono poi aggiunti nel 1968 diversi ettari dall'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali fino a quando nel 1977 il territorio fu dichiarato Riserva della Biosfera.

La


foresta di Montedimezzo
di proprietà originaria degli Angioni ,fu acquistata nel 1606 dai Monaci Certosini di Napoli.Con l'Unità d'Italia fu incamerato dallo Stato per poi essere trasferito all'Azienda del Demanio Forestale.

Questa Riserva è attraversata da diversi interessanti sentieri,uno dei quali è un sentiero per disabili. Uno dei più interessanti sentieri è quello detto de Re Pejone.

Intraprendiamo il sentiero in salita con la curiosità riguardo il nome,dopo poco dei cartelli esplicativi spiegano che il Re Pejone è un grandissimo faggio ultracentenario,purtroppo recentemente caduto ma che è stato lasciato lì per poterlo ancora ammirare, ed è davvero un grande spettacolo ed una grande emozione arrivare al suo cospetto nonostante non sia più tutto in piedi.

 Il sentiero si inoltra in un bellissimo bosco di faggi,aceri , carpini e abeti bianchi... con dei dolci saliscendi,nel sottobosco ci stupisce la grandezza delle foglie dell'agrifoglio, nelle  radure invece i piccoli frutti dei meli selvatici allietano la vista.

 Ad un certo punto nella parte più marginale della Riserva si incontra uno dei diversi antichi Tratturi che attraversano il Molise,in questa zona il terreno è argilloso e gli scarponi diventano pesanti e ci dobbiamo spesso levare strati di fango dalla suola.


Queste due Riserve sono un fiore all'occhiello della Regione Molise e di tutta l'Italia,andrebbero promosse e valorizzate per fare in modo che più persone possano beneficiare della bellezza dei suoi boschi.

 

lunedì 19 settembre 2022

Piramidi di Segonzano- Val di Cembra (Trento)

 

Ogni


Valle del Trentino
stupisce il visitatore per la bellezza dei suoi paesaggi o per la grandiosità delle sue Montagne o per l'opera laboriosa degli uomini che nei secoli hanno vissuto utilizzando ciò che le particolarità degli ambienti naturali offriva loro.

La Val di Cembra è caratterizzata da distese di vigneti realizzati nelle pendici della valle del fiume Avisio. I vigneti sono stati realizzati costruendo dei terrazzamenti utilizzando muretti a secco realizzati con le pietre del porfido di cui è ricca la zona circostante (Sono famose le cave della vicina Albiano).

Questi terrazzamenti con i muretti a secco sono stati recentemente dichiarati Patrimonio dell'Unesco.

Ed è di fronte a questi imponenti vigneti che sorge una delle bellezze naturali più famose di tutto il Trentino : Le Piramidi di Segonzano.

Le Piramidi di Segonzano sono delle formazioni rocciose dalla forma di giganteschi "funghi" rocciosi. Si sono formate a causa del mescolarsi di ghiaie ciottoli e grandi massi avvenuta quando i ghiacciai


dell'Avisio  lasciarono nella Valle del Rio Regnana, che qui scorre, questi accumuli di materiale vario.

Così gli agenti atmosferici man mano hanno eroso il materiale più sottile lasciando alla sommità i massi che fanno da cappello all'intera formazione . Se il masso cade la piramide assume una forma appuntita che viene erosa dall'acqua se più in basso non si trova un altro masso a fare da cappello.

Il percorso che permette di vedere le Piramidi più da vicino si divide in tre tronconi per vedere il primo,il secondo ed il terzo gruppo di Piramidi.

Il sentiero sale decisamente fino a trasformarsi in una lunga serie di scalini ... siamo i primi a salire perché siamo arrivati proprio all'apertura del sentiero, mentre stiamo salendo ... d'improvviso si alza lo sguardo e gli enormi cappelli di massi si affacciano.... si  arriva infine ad una terrazza dove la visione è più completa! ...E' una sorpresa ed un'emozione fortissima perché non ci si aspetta di trovarsi così vicini a queste incredibili formazioni rocciose.

Grati per la visione  e dopo aver sostato a lungo godendoci la vista,riprendiamo il cammino per


scendere e poi risalire alla ricerca del secondo gruppo: Le altre Piramidi sono più lontane dal sentiero, ma ben visibili si ergono in tutta la loro bellezza nel mezzo della vegetazione!!

Nella discesa il sentiero e il bar sottostante si sono riempiti di visitatori perché è ormai la tarda mattinata,vediamo anche macchine con targa di altri paesi, la fama delle Piramidi ha superato il confine del Trentino!!

giovedì 8 settembre 2022

Santuario Italico di Pietrabbondante

 

 

Nell'Alto Molise,l'antico Sannio, quasi tutti i paesi raccontano la loro storia attraverso monumenti,siti e musei particolarmente interessanti e di grande bellezza.

Così è per il Santuario Italico di Pietrabbondante costruito sulle pendici del Monte Caraceno a circa mille metri di altitudine , vicino al paese di Pietrabbondante. In posizione panoramica il complesso di edifici si affaccia su un' ampia vallata dove si individuano colline,campi e paesi di questa parte nord-ovest dell'Alto Molise.

Questo  complesso ,costituito da templi,dal teatro e da altri edifici, ancora oggetto di scavo e studio, è considerato la testimonianza architettonica più importante della religiosità dei Sanniti. Gli studiosi,a seguito del ritrovamenti di elmi tolti ai nemici e di varie iscrizioni ,lo considerano il santuario federale della tribù dei Pentri e di tutta la nazione Sannitica.

Nel tempio A costruito nel II sec.a.C. furo


no ritrovati  armi ed elmi di buona fattura ed iscrizioni relative alla sistemazione del tempio.

La parte più scenografica e meglio conservata è quella del complesso Teatro-tempio B. Il tempio si trova su un alto basamento alle spalle del teatro.

Il teatro è delimitato da una grande muro in opera poligonale , sono presenti cinque fila di sedili in pietra,mente la parte alta della cavea aveva dei sedili in legno .

La cosa eccezionale riguarda la struttura "ergonomica" dei sedili in pietra,la cui curvatura segue la struttura del corpo umano ,risultando particolarmente comoda.

I muri della cavea presentano nella parte inferiore dei "telamoni": statue in posizione di sostegno.


Ai lati del teatro due grandi archi  introducono ad altri ambienti laterali .

Dall'ingresso un ampio sentiero lastricato con piccoli cubi regolari di legno conduce agli antichi edifici.

La storia dei Sanniti ,il fiero popolo che si oppose strenuamente e valorosamente all'espansione romana,riecheggia tra queste imponenti costruzioni ed anima questa regione fatta di monti e declivi sugli Appennini centrali,dove i profili dei rilievi " curvano dolcemente" in un susseguirsi di alture.

Qui lo strano detto ..."il Molise non esiste "..si mostra nel suo esatto rovesciamento a caratterizzare una regione ricca di storia e bellezza,dove gli elementi naturali:boschi,torrenti,alberi, rigogliosi e vivi si incontrano con le  antiche vestigia storiche e artistiche,
creando un mix di straordinario interesse. E come comparso su un muro del paese di Campomarano".. Il Molise ..resiste"

lunedì 27 giugno 2022

Museo Civico Archeologico di Anzio

 

Nel bellissimo palazzo della secentesca Villa Adele ad Anzio sono ospitati due interessanti Musei : il Museo Civico Archeologico ed il Museo dello Sbarco.


Villa Adele è una delle quattro storiche Ville che caratterizzano le città di Anzio e della sua vicina Nettuno.

Anzio è città antica e di grande storia perché fu un'importante città del popolo dei Latini da cui si originò la città di Roma, conquistata anche dai Volsci prima di diventare Municipium romano ed una delle località più amate dalla nobiltà romana che qui costruì diverse domus private . Ad Anzio sono presenti  infatti  importanti aree archeologiche come la grande area della Villa Imperiale,il Teatro Romano,la Tomba Mulakia e il Cisternone.

Il Museo Civico archeologico raccoglie importanti reperti a partire dall'età protostocica per passare all'età repubblicana e finire all'età imperiale alla quale appartengono delle bellissime statue come La Fanciulla di Anzio, Il Gladiatore, il torso conosciuto come l'Atleta e mosaici e affreschi provenienti dalla Villa Imperiale (conosciuta come Villa di Nerone).


L'ingresso nel Museo è costituito da una grande sala che contiene un grande mosaico pavimentale fatto in tessere di calcare e porfido con l' immagine centrale di un" Putto alato su pantera".

Disseminati all'interno delle sale ci sono  poi dei vasi di grande bellezza a figure nere e a figure rosse di arte attica alcuni e di ceramica apula altri, costituiscono un gruppo di opere di grande valore che sono state trafugate in varie zone d'Italia ed in seguito ritrovate  dai Carabinieri e qui collocate in mostra ,questi vasi di grandi dimensioni arricchiscono in bellezza  il Museo che già contiene importanti opere d'arte.

 La Fanciulla di Anzio rappresenta una giovane sacerdotessa che porta un piatto,la statua è un calco  perché l'originale,ovviamente trovato qui ad Anzio, è conservato al Palazzo Massimo a Roma,analogamente anche la statua del Gladiatore Borghese è un calco dell'originale conservato al Louvre di Parigi.

Di grande impatto poi è la sala del Museo che conserva originali affreschi con raffigurazioni floreali provenienti dalla Villa Imperiale e nella sala adiacente il



Ninfeo di Ercole che mostra la figura dell'eroe al centro di un mosaico circondato da inserti murari ricoperti di pietre e conchiglie.

mercoledì 25 maggio 2022

"Civita Vecchia" di Arpino

porta con arco a sesto acuto

 

La Civita Vecchia di Arpino è un luogo di grande fascino e suggestione che raccoglie monumenti particolari e di notevole bellezza: la cinta di Mura Ciclopiche, il grandioso arco a sesto acuto e la Torre di Cicerone.

La Civita Vecchia è un antico insediamento del popolo dei Volsci che si erano insediati su altre alture del territorio costruendovi centri abitati quali Alatri,Segni,Aquino ed analoghe cinta di mura difensive.

Queste mura sono chiamate tradizionalmente Ciclopiche,con un richiamo ai mitici Ciclopi dei Greci ed alla grandiosità delle costruzioni, ma la dicitura più corretta è Mura Poligonali. Sono infatti dei grandi massi poligonali posti sapientemente uno sopra l'altro senza legami di malta. Queste Mura furono restaurate in epoche successive quindi in epoca romana e medioevale.

Una grandiosa porta con Arco a Sesto Acuto si apre nella cinta di Mura.Questa porta richiama nella forma la famosa Porta dei Leoni di Micene ,il centro più importante della Civiltà Micenea. La Porta è stata realizzata con blocchi sovrapposti ,tagliati diagonalmente, che si restringono verso la cima.

Arpino dalla Civita Vecchia

Di epoca medievale invece è la famosa Torre di Cicerone. Già in epoca romana la Civita fu collegata alla famiglia di Cicerone a seguito di un'antica tradizione che qui collocava la  residenza degli avi del grande oratore. Il profilo imponente della Torre insieme alla porta a sesto acuto caratterizzano questo bellissimo centro,facendone un unicum in tutto il territorio.

Torre di Cicerone

La visione più bella e stupefacente è quella che si ha salendo a piedi dal paese di Arpino e percorrendo prima le stradine asfaltate in forte pendenza e poi il sentiero con gradoni di pietra circondato da vegetazione e fiori.

La Civita Vecchia poi presenta antiche case medievali ristrutturate e le due belle Chiese della SS.Trinità del '700 e la Chiesa di S.Vito del 1500. Nel punto più alto la piazza davanti alla chiesa lo sguardo spazia a 360 gradi permettendo di riconoscere il profilo dei vicini Monti Ernici e a sud in lontananza quello dei Monti Lepini.

giovedì 28 aprile 2022

Complesso monumentale di Tor Tre Ponti

 


Nella località conosciuta con il nome Tor Tre Ponti sorge un edificio ed una Chiesa di epoca settecentesca. La storia di questa località è antica e risale all'epoca romana quando qui vi era un importante stazione di posta lungo la Via Appia che aveva il nome di Tripontium.

Questo nome risale al Ponte sul fiume Ninfa a tre arcate.

Il ponte fu ristrutturato dall'imperatore Traiano, che ,come ricorda un cippo sul bordo del Ponte restaurò la Via Appia.  In epoca medioevale poi fu edificata un Torre da qui il nome Tor Tre Ponti.

La Torre venne poi distrutta quando alla fine del '700,questa località divenne un centro per i lavori di bonifica delle Paludi Pontine,avviati da Papa Pio VI. Fu sempre  per volontà di Papa Pio VI che furono costruiti la Chiesa e l'annesso convento. Alla Chiesa fu dato il nome di S.Paolo per ricordare il passaggio di S.Paolo di Tarso che qui si fermò ed incontrò alcuni cristiani durante il suo viaggio verso Roma.


Nel periodo di occupazione del territorio da parte dell'esercito francese ,la Chiesa ed il convento iniziarono a degradarsi perché furono occupate dalle truppe francesi.

In seguito il complesso fu restaurato una prima volta nell'800,nel 1900 invece  Gelasio Caetani utilizzò l'edificio come luogo di  raccolta dei prodotti agricoli provenienti dai primi poderi insediatesi dopo la prima bonifica, fatta realizzare proprio da Gelasio Caetani .

In seguito la Fondazione Caetani che ha raccolto l'eredità del nobile casato dei Caetani,protagonisti della vita economica,sociale e culturale di questa zona del Lazio per secoli,

 decisero di recuperare tutto il Complesso destinandolo ad archivio storico e a  spazi espositivi,sede di collezione permanenti e di mostre.


La Chiesa di San Paolo invece venne restituita alle sue funzioni di luogo di culto,ed è attualmente centro religioso del Borgo circostante.

venerdì 8 aprile 2022

Chiesa "della Madonnella" a San Felice Circeo

 Nel paese di San Felice Circeo c'è una piccola chiesa,poco evidente,ma molto interessante





Si trova di fronte alla porta di accesso al Paese lì dove entrando si trova il Palazzo Baronale e la Torre dei Templari. Nei piccoli giardini che si trovano in questo angolo di San Felice sorge la Chiesa della Beata Vergine della Pietà,conosciuta come Chiesa della Madonnella.

Già la copertura attira l'attenzione per la sua forma conica e le tegole arrotondate. All'interno ci sono degli antichi affreschi,risalenti al sec.XIII, che costituiscono un vero tesoro d'arte.

La Chiesa è stata costruita nel XIII secolo ad opera della nobile famiglia dei Caetani,i feudatari
proprietari dei territori del centro-nord della Provincia di Latina.

L'affresco principale rappresenta Dio Padre con un libro in mano nel mezzo di un ovale sostenuto da angeli. Nelle fasce laterali sono rappresentati alcuni Santi,i cui  dipinti sono, in gran parte, andati distrutti . Sotto la rappresentazione del Padre Eterno è presente anche la raffigurazione della Vergine Maria,con Cristo morto in braccio, ai piedi della quale è rappresentato un esponente della famiglia Caetani,raffigurato secondo l'abbigliamento dell'epoca, con una grande giubba rossa,un copricapo e calzoni e calze anch'essi rossi.

Ai lati della rappresentazione ci sono sei angeli che suonano degli strumenti.

Il piano originario della Chiesa era più basso ,in epoca recente è stato rialzato il piano interno realizzando anche un altare che rende la visione degli affreschi più difficile.

La visione della Chiesa della Madonnella è stata resa possibile grazie alle Giornate Primaverili del FAI.

sabato 26 marzo 2022

Area archeologica di Lavinium

 

 

L'area archeologica di Lavinium - www.museolavinium.it -  si trova vicino al Borgo di Pratica di Mare. Il Borgo è collocato sull'antica Via Laurentina al XVIII miglio.

Qui era collocata l'antica città latina di Lavinium e qui è presente il Museo Archeologico. L'area

Heroon di Enea

archeologica di poco distante è certamente un luogo singolare e quasi "unico" grazie alla presenza di un'area sacra composta da ben tredici altari posti in sequenza, in direzione nord-sud.

Gli altari sono monumentali ed hanno una forma mista, in parte riprendono la forma dell'altare "laziale" rettangolare in parte riprendono la forma degli altari greci. Elemento che, insieme al ritrovamento di manufatti e statue dai caratteri formali greci è la riprova degli intensi scambi commerciali che intercorrevano tra Lavinium,posta sulla costa tirrenica,in una zona lagunare e le città della Magna Grecia nell'Italia Meridionale.

Questi altari furono realizzati tra il VI e il IV secolo a.C. e provano la presenza di un Santuario.In un primo momento in quest'area sacra  venivano offerti vino e alimenti mentre successivamente il Santuario assume le caratteristiche di un'area sacra dedicata alla salute ("sanatio"). Infatti sono numerosi gli ex-voto anatomici ritrovati e le statuette che rappresentano giovani  offerenti, visibili nel vicino Museo.

XIII Altari

Non si è riusciti ancora a chiarire a quale culto e a quale divinità fosse destinato questo luogo. Un'importante ipotesi in proposito è quella che considera questo luogo sacro come un Santuario federale della Lega Latina,l'Associazione delle città latine che si opponevano a Roma.

 

Nell'area archeologica di Lavinium,a poca distanza dai XIII Altari è poi presente una tomba monumentale considerata l'Heroon di Enea. E' lo storico Dionigi di Alicarnasso che dopo aver visitato questi luoghi nel I se.d.C. scrisse di questa tomba costruita dai Latini per custodire il corpo di Enea.

Al di là di questa testimonianza, dalle ricostruzioni archeologiche-storiche si può dire che il monumento funebre fu costruito nel VII sec.A.C. per ospitare la salma di un uomo importante,si pensa il primo re di Lavinium.

Nel  VI secolo la tomba fu riconsacrata e riconosciuta come quella del mitico progenitore "Indiges


Numicus" e in seguito con quella di Enea.

Nel IV secolo la tomba fu monumentalizzata costruendo u
na cella chiusa da una monumentale porta di tufo, ricostruita nel vicino Museo, davanti alla porta c'era l'area destinata alle offerte.

mercoledì 2 marzo 2022

Vigna La Corte.San Felice Circeo

 

Nel paese di San Felice Circeo c'è un luogo che prende il nome di Vigna La Corte,si presenta come un giardino composto di vari terrazzamenti affacciato sul mare . Il giardino sul lato nord-est è delimitato da un alto muro di cinta,mentre verso il lato sud est nel terrazzamento inferiore sono state costruite delle gradinate che permettono di utilizzare lo spazio per la visione di spettacoli.

Nelle aiuole del giardino sono presenti piante aromatiche


bellissime,profumate e di grandi dimensioni.

 All'ingresso dopo l'entrata sono presenti alberi di ulivo. Il rosmarino e il mirto sono le piante dominanti, nelle aiuole le piante di rosmarino con i rami pendenti ed i fiori dal delicato colore lilla rendono tutto il giardino un grande spazio colorato e profumato.

E' un luogo spettacolare che apre alla visione di tutta la costa tra San Felice e Terracina e che culmina con l'alta mole del Pisco Montano a Terracina , girando lo sguardo verso nord invece si spazia sulla parte finale della Pianura Pontina con i campi coltivali e le serre.

All'ingresso è riprodotta la carta della costruzione risalente all'800, a quel tempo era chiamata VIGNA DELLA CORTE,forse perché vi alloggiava la Corte Militare addetta alla difesa del Castello.

La costruzione è più antica e nel medioevo costituiva un appezzamento di terra messo a coltura,all'interno della cerchia urbana e riservato all'uso del Feudatario prima dei Caetani  padroni del




Borgo e poi della Camera Apostolica ,quando tutta la zona entrò nei possedimenti dello Stato Pontificio. Le mura di cinta presentavano una merlatura di tipo guelfo della quale restano solo quattro merli.

Nella parte bassa di questo grande giardino sono state realizzate delle gradinate a semicerchio che guardano verso uno spazio centrale,riproducendo la struttura di un teatro antico ,sfruttando il naturale declivio del terreno. In questo spazio d'estate vengono messi in scena spettacoli musicali e teatrali.
 

mercoledì 16 febbraio 2022

Museo Emilio Greco di Sabaudia


Visitare il Museo "Emilio Greco" di Sabaudia non è solo vedere bellissime sculture e disegni ma vuol dire anche immergersi nell'umanità di un uomo ,di un artista che traeva dall'ambiente,dalla natura forza interiore ed ispirazione .



Il primo ambiente del Museo ,di fronte all'entrata, riporta le riflessioni dell'artista e alcune sue poesie scritte nella città di Sabaudia,luogo da lui particolarmente amato e nel quale soggiornava spesso.


"..un giorno che  proseguii con la macchina lungo la Litoranea oltre Torre Astura e Foceverde,andai a sbattere diritto sulle dune del lungomare di Sabaudia.Ne fui folgorato e pensavo a quelli che vanno a finire alle Maldive,a Honolulu:è bello conoscere il mondo,ma bisognerebbe prima conoscere il proprio Paese".

Nelle poesie è presente l'immagine delle dune, del mare e   l'orizzonte marino incorniciato dalle  isole pontine, tutti elementi che danno all'artista serenità e forza.

 "Affondano nella sabbia / le mie radici d'albero in cerca di linfa."

"Ore e ore a contemplare il mare/fino al tramonto:/come fossi sulla tolda d'una nave .

Il temuto declinare del sole /che chiude l'arco luminoso del giorno

è momento angoscioso per me,altrove./Ma qui l'avvicinarsi delle tenebre,/

mi dà solo un dolce brivido che dura /fino a quando argentea s'alza la luna."

       Sabaudia,agosto 1983


La visita prosegue ammirando i tratti leggeri,appena accennati,che delineano figure femminili o volti di donna e uomo accostati nelle tante litografie intitolate "Commiato".

C'è poi la sala che riporta in grandezza naturale una delle porte del Duomo di Orvieto realizzate da Emilio Greco.

Ci sono poi le grandi sale dove le famose sculture di donne trovano un adeguato spazio espositivo , si può ammirare cosi la Grande Bagnante e la figura di Donna Accovacciata, come i volti e i  busti femminili, ed anche il bue accovacciato ,le cui fattezze emergono appena dal grande blocco di pietra.

Nell'uscire lo sguardo cade su un tabellone non notato prima: "Qualcosa di me"...e la frase sull'arte, bellissima, è la degna sintesi dell'arte e dell'umanità di Emilio Greco:  "...L'arte? L'arte nasce da un moto sincero dell'anima,come acqua limpida da una sorgente che non può essere inquinata"

mercoledì 26 gennaio 2022

Pio VI e Terracina

 


Papa Pio VI - Giannangelo Braschi - nacque a Cesena nel 1717 e fu eletto Papa nel 1775. La sua azione di governo dello Stato Pontificio fu particolarmente importante per il territorio pontino e per la città di Terracina, città al confine meridionale del regno.

Palazzo Braschi di Terracina

  Terracina fu trasformata con l'azione di Pio VI da borgo medioevale a città più moderna,il cui impianto ancora persiste.

 Pio VI intraprese un'importante opera di bonifica delle Paludi Pontine che portò alla costruzione del canale tuttora chiamato Linea Pio che convogliò le acque stagnanti della palude  dall'altezza dell'attuale Borgo Faiti fino a Terracina,sfociando poi al mare. Il Linea Pio è affiancato dalla Via Appia.

  Pio VI chiamò l'ing.Rappini a dirigere le opere di bonifica e Rappini pose proprio nel Palazzo della Bonificazione Pontina - attuale sede del Museo della città e del territorio di Terracina- il quartier generale della Bonifica.

Oltre questa importante azione Pio VI fece delle opere di riqualificazione importanti sia da un punto di vista sociale sia da un punto di vista architettonico nella città.

A livello sociale fece ad esempio costruire un pubblico cimitero fuori del centro della città -questo prima dell'Editto di Saint Cloud- , fece inoltre costruire una pubblica biblioteca e fece costruire un palazzo per collocarvi  i Forni Pubblici ,il  palazzo in stile neoclassico è tuttora presente di fronte alla Chiesa di S.Domenico. Importante fu anche la sua azione per far arrivare a Terracina un nucleo di

Palazzo Vitelli di Terracina

pescatori di mare,trasformando così l'attività della pesca,precedentemente esclusivamente di fiume. Parimenti procedette ad un'opera di smilitarizzazione della città e la parte militare fu portata nella parte bassa della città,trasformando anche il castello in un convento di clausura.

   Dal punto di vista architettonico ci furono numerose trasformazioni che interessarono le vie principali ,i  quartieri e la costruzione di palazzi. In molti casi i palazzi o anche le piazze- come quella di Santa Domitilla, furono costruiti o ristrutturati per permettere,prioritariamente, la visione del mare, precedentemente non valorizzato.

Il Palazzo più importante e più conosciuto fu ovviamente la residenza del Papa il Palazzo Braschi che presentava una facciata di stile neoclassico,in bugnato, con il cornicione ornato con lo stemma papale : le stelle a 8 punte, una grande terrazza con sotto le scuderie e dei grandi giardini pensili. L'architetto fu Morelli che progettò anche il Palazzi Braschi di Roma,l'attuale sede del Museo di Roma.

Terracina e Circeo

Una interessante pubblicazione "La pianta di Terracina del 1798" è stata recentemente realizzata dalla locale sezione di Terracina dell'Archeoclub d'Italia,in occasione del 40° anniversario della sua fondazione.

Qui sono visibili piante e affreschi  che rappresentano la città alla fine del 1700.     



giovedì 13 gennaio 2022

Museo Civico Archeologico Lavinium

 

Il Museo Civico Archeologico Lavinium,- www.museolavinium.it - vicino al Borgo di Pratica di Mare,nel territorio di Pomezia(Roma), raccoglie manufatti e statue trovate nella località dove sorgeva l'antica città latina di Lavinium.

Questa antica città distante poche centinaia di metri dalla costa tirrenica era una delle più importanti città della civiltà dei Latini,un'importante popolazione italica stanziata in questa parte dell'antico Latium.

La storia di Lavinium si lega a quella di Roma per gli eventi narrati nell'Eneide,il poema scritto da Virgilio teso a celebrare la grandezza di Roma e l'origine divina della sua fondazione.

Qui secondo il poema sbarcò l'eroe troiano Enea,figlio di Venere,in fuga da Troia e a cui il Fato aveva assegnato la missione di fondare una grande città nel territorio del Lazio. Qui  ,secondo il mito narrato nell'Eneide, sbarcò Enea,sposando in seguito la figlia del re di Lavinium.

Il Museo molto ben organizzato utilizza tecnologie multimediale che arricchiscono i reperti esposti e rendono vive ed emozionanti le statue e i reperti presenti. La possibilità di poter avere anche visite guidate rende ancora più interessante la visita del Museo.

Bellissime e stupefacenti sono le statue esposte,relative a varie epoche storiche, si possono così vedere giovani "kouros" dalle fattezze dell'arte statuaria greca del periodo "arcaico", con il caratteristico "sorriso arcaico", e giovani fanciulle dalla postura e dai volti tipici dell' "arte classica" ed altre invece riportabili alle caratteristiche stilistiche del periodo ellenistico.

Acconciature e gioielli, che abbelliscono i volti ed i corpi delle giov
ani rappresentate, costituiscono importante testimonianza della ricchezza delle classi sociali di questa antica città latina ed anche i rapporti, tipici di tutte le città tirreniche,con la civiltà greca che, oltre alle merci, esportava modelli e manufatti artistici.

Il Museo è diviso in diverse sezioni : la prima è dedicata a Minerva Tritonia la statua in terracotta risalente al V sec.A.C. raffigurante Minerva la divinità a cui era dedicato un grande santuario nell'antica Lavinium,una seconda è  "mundus muliebris" con teste femminili votive, ,ci sono poi le sale dedicate ad Enea,quella alla religione e quella dedicata al grande monumento definito Heroon di Enea,descritto dallo storico Dionigi di Alicarnasso.

 

lunedì 3 gennaio 2022

Concerto di Capodanno 2022 a Latina

Il giorno di Capodanno un bell'evento ha inaugurato l'anno 2022 nella città di Latina : il Concerto di Capodanno che, dopo uno stop durato anni, è ripreso grazie alla nuova Orchestra Sinfonica di Latina che ha tenuto il concerto debuttando in questa occasione, ed all'impegno di giovani musicisti facenti parte dell'Orchestra e dell'Associazione "I Giovano Filarmonici Pontini APS".

   All'organizzazione ha collaborato anche l'Associazione Luogo Arte Accademia Musicale e l'evento ha avuto il patrocinio del Comune di Latina e dell'Amministrazione Provinciale di Latina e di alcuni operatori economici di Latina

  Al concerto hanno partecipato ospiti di fama internazionale come la soprano: Marika Spadafino ,la mezzo-soprano  Michela Nardella, il fisarmonicista Cristiano Lui e l'oboista Roberto Stivali.

  La bravura dei musicisti e del maestro Nicola Marasco, che ha diretto l'orchestra, ha esaltato la bellezza dei brani suonati e cantati, tra cui brani di Morricone,Piazzolla e Strauss. E' stato un bellissimo concerto tenuto nel più rigoroso rispetto delle norme di sicurezza e sanitarie.

Davvero la musica è nutrimento dell'anima e la speranza è che vi possano essere più concerti di musica classica nella nostra città tenuti da questa Orchestra  ,composta quasi da tutti musicisti latinensi, che merita sostegno e successo.