venerdì 29 dicembre 2017

Museo Medievale di Fossanova

Il Complesso Abbaziale di Fossanova presenta dei grandi tesori d'arte ed ambienti di eccezionale valore storico,artistico e architettonico. Oltre alla famosa Chiesa di Fossanova in stile gotico-cistercense con l'annesso chiostro medievale, si possono trovare le altre costruzioni : L'Auditorium e l'antica Foresteria,dove è collocato il Museo Medievale - www.musarchpriverno.it -,aperto nel 2001.

L'allestimento del Museo è molto interessante e accattivante e utilizza,oltre agli spazi centrali, anche gli spazi laterali, dove nel Medioevo erano collocate le mangiatoie per gli animali,  così ,diversi oggetti di uso quotidiano sono collocati tra la sabbia in queste nicchie.
Sono poi presenti oggetti e arredi architettonici della chiesa come capitelli,architravi e mensole lavorati con  i motivi di intrecci floreali e di viti.
Nell'allestimento l'elemento più importante è rappresentato dall'affresco con la Vergine Orante e Regina. L'affresco risale all'XI sec. ed ornava la base dell'altare  maggiore. 
La Madonna si presenta in una posizione regale "di stampo bizantino",attorniata da due offerenti e dagli arcangeli
Michele e Gabriele.
Un altro spazio centrale del Museo è poi dedicato all'illustrazione delle architetture del complesso abbaziale  ed alle abitudini di vita dei monaci.

Non sono molti i musei medievali ,specie quelli posti all'interno di un complesso abbaziale di eccellenza come questo del borgo di Fossanova, vale la pena quindi, visitando la famosa chiesa,
visitare anche questo interessante Museo.

lunedì 13 novembre 2017

La Selva di Cori

La Selva di Cori è un bel bosco alle pendici nord ovest dei Lepini. Si trova poco più in alto del paese di Cori - l'antica" Cora" preromana, ricca di vestigia storiche e tesori d'arte: dalle Mura Ciclopiche al complesso mediovale di S.Oliva ,dall'oratorio dell'Annunziata  al Museo della Città e del Territorio.

Si percorre la strada che porta al paese e  prima del Ponte della Catena si prende la strada che sale a sinistra con direzione Fontana del Prato. Qui si prosegue sempre a sinistra fino ad arrivare ad una recinzione in legno davanti la quale si lascia l'auto.

Subito si presenta un bosco di grandi alberi con un percorso che sale a destra e porta al Monte Arrestino,mentre un  altro sentiero,  che si deve imboccare, prosegue dritto nel bosco. E' una sterrata che si inoltra ,con una salita graduale, in un bosco di querce e castagni.

E' autunno e lo spettacolo degli alberi con i colori giallo e rosso delle foglie è di grande bellezza.Il sole filtra attraverso le foglie arricchendo di sfumature i colori.
Si arriva ad un piccolo e ben tenuto rifugio detto "Abboccadora" gestito dal "Gruppo Montagna" di Cori.

Proseguendo si arriva quindi ad un ampio pianoro dove maestosi alberi con un'enorme chioma,si ergono dal prato. E' il cuore della "Selva di Cori" e qui  si possono ammirare i grandi  alberi e godere del silenzio e della pace dell'ambiente. Si cammina su un tappeto di variegate e multiformi foglie tra cui le frastagliate,riconoscibili foglie di querce e i ricci dei castagni.

Il sentiero prosegue incontrando altri due pianori più piccoli ed arrivando ad incrociare il sentiero che sale,da un'altra direzione, verso il Monte Lupone percorrendo,a mezza costa, le pendici di Costa Lucini.

Si ritorna per la stessa strada e una volta ripresa la macchina si potrà andare a visitare il bel paese di Cori

martedì 24 ottobre 2017

Sentiero dell'eucalipto di Villa Fogliano

Nel Parco di Villa Fogliano , oltre al sentiero che percorre il lungo lago, c'è un bel sentiero che entra nel bosco che si trova al lato della Villa residenza deiCaetani, i proprietari  di questi terreni e fondatori di questo Parco.

l sentiero è ben visibile dalla strada di accesso e si caratterizza per la presenza di un grandissimo albero di eucalipto,un albero magnifico... un vero "patriarca".
E' il sentiero dell'eucalipto percorrendolo ci si inoltra nella parte marginale del bosco di questo Parco. Querce,pini ,altri eucalipti

 fanno da cornice al percorso, dove tranquillità e  pace si respirano a pieni polmoni.

Camminando a tratti  si affacciano campi coltivati, grandi alberi li 
costeggiano e ciuffi di canne di grandi dimensioni volgono al cielo i loro pennacchi. Il lungo profilo dei Lepini,con il gruppo del Semprevisa, fa da sfondo a questo paesaggio agrario.
Più avanti il sentiero lascia il bosco e passa vicino un gran campo dove pacifiche bufale si muovono o riposano in ampi spazi.

Il sentiero finisce sulla strada che fiancheggia il canale Rio Martino. e attraversandoli si può continuare a percorrere una via che costeggia il lago dei Monaci.

Siamo all'interno del Parco del Circeo www.parcocirceo.it dove anche le attività di agricoltura e allevamento contribuiscono alla bellezza del paesaggio in un rapporto che deve diventare sempre più sostenibile.

lunedì 2 ottobre 2017

Incontro "Rotte Migratorie sul Monte Circeo"


Il 15 settembre si è tenuto presso la sede della LIPU di Latina un Incontro di Approfondimento sul tema  "Rotte migratorie sul monte Circeo".
Falco di palude
L'incontro è stato organizzato dalla  TAM (Commissione Tutela Ambiente Montano) del CAI di Latina e dalla delegazione LIPU di Latina. Le relazioni sono state tenute da Gastone Gaiba  della LIPU e da Paolo Leonoro del CAI.

Il Promontorio del Circeo è trai siti italiani più importanti per le migrazioni degli uccelli ed in particolare dei rapaci.
Migliaia di uccelli tra metà agosto e fine settembre migrano passando sul Circeo ,potendo così sfruttare le correnti d'aria ascensionali che si formano sul promontorio e che permettono a questi grandi e bellissimi uccelli di raggiungere quote più elevate con un minore dispendio di energia.
Monte Circeo

Durante l'incontro sono state proiettate affascinanti immagini di diversi specie di rapaci e l'esponente della LIPU ha illustrato le principali caratteristiche di questi uccelli.
Durante l'incontro sono stati affrontati anche i temi del bracconaggio,ancora molto presente in Italia e degli incendi estivi che hanno drammaticamente distrutto non solo il patrimonio boschivo ma anche l'habitat degli uccelli e fatto morire la fauna che viveva in quegli ambienti.

Più incisive norme e maggiore prevenzione sono urgenti, ma anche una maggiore conoscenza della bellezza di forme di vita di grande bellezza ed anche importanza per la vita degli uomini.

Questo interessante incontro di approfondimento,cui è seguito il giorno dopo un altrettanto interessante escursione con  avvistamenti, sono sempre più necessari per diffondere conoscenza e rispetto delle forme di vita naturali, sola grande ricchezza degli uomini.

venerdì 15 settembre 2017

Porta Venere e Torri di Properzio di Spello

Torri di  Properzio
La città di Spello,bellissima cittadina medioevale ad "un passo"da Foligno,è uno dei "gioielli" della Valle Umbra. Fu antico centro umbro prima di diventare colonia romana nel periodo del Triumvirato e di Augusto.Nel  XIV sec. ebbe degli Statuti Comunali,mentre nel XV e XVI sec. fece parte del dominio dei Baglioni di Perugia.

Ha una bella cinta di mura che la circonda e cinque porte che si aprono in varie direzioni. Porta Venere è una di queste, tra le più monumentali e famose di Spello. 
Secondo le ipotesi storiche il nome Venere rimanda alla presenza della statua della dea Venere collocata al di sopra della Porta.
Porta Venere è fiancheggiata da due alte Torri conosciute come Torri di Properzio. Sono Torri dodecagone di epoca medioevali,cilindriche all'interno e un po' avanzate rispetto alla Porta.

Visito Porta Venere e le Torri dopo aver girato tutto il pomeriggio di una calda estate per Spello, è quasi il tramonto e così una luce rosata, dolce e bassa, sull'orizzonte illumina i monumenti. Il calcare rosa di cui sono fatti i monumenti,la tipica pietra locale,  è esaltato nella sua già indubbia bellezza dalla luce del sole dando a tutto l'insieme un fascino particolare.
Mura di Spello

Contrariamente al centro di Spello qui non c'è nessuno e questo aumenta la bellezza del posto.
Dalle mura vicine alla porta fuoriescono le più grandi piante di capperi che abbia mai visto. Degli enormi ciuffi verdi che a cascata scendono dando vita e colore alle mura.

Dopo il restauro avvenuto nel 2014 le Torri di Properzio sono visitabili,anche se io non riesco a visitarle internamente. Una grande curiosità mi rimane
 relativa al nome di Properzio.Così dopo un po' di ricerche su Internet riesco a trovare una versione che spiega il  nome con il poeta latino Properzio e con l'antica rivendicazione della città di Spello come patria del poeta,il quale aveva indicato genericamente nell'Umbria la sua terra natale


Cinta muraria di Spello

venerdì 1 settembre 2017

Parco Regionale di Colfiorito.Foligno

Nell'Appennino centro-occidentale tra l'Umbria e le Marche l'Altopiano di Colfiorito rappresenta uno "scrigno" di biodiversità ed un esempio di integrazione tra agricoltura e conservazione. Infatti l'altopiano, che  comprende una Palude con tutta la vegetazione circostante, è stato protetto con un Parco Regionale e così il Parco Regionale di Colfiorito www.parks.it/parco.colfiorito comprende tutta la palude,i terreni circostanti ed il Museo Naturalistico.

L'altopiano è composto di sette conche e su questi territori si coltivano cereali,foraggi, ma soprattutto due coltivazioni tipiche :le lenticchie e le patate rosse di Colfiorito.
Il Parco è percorribile con un sentiero che gira tutto intorno ala palude. All'inizio del sentiero una passerella permette di osservare l'avifauna e la ricca vegetazione acquatica da punti ravvicinati.
Poco più avanti c'è l' inghiottitoio"Il Molinaccio"
che nei periodi di piena permette il defluire delle acque  che si innalzano fino al livello stradale.

  Nella parte nord ovest il sentiero si alza fino ad un'antica fonte detta "Fontaccia" proprio sotto il paese di Forcatura. Da qui si può godere di un bel panorama: dolci colline che si susseguono,  la palude al centro circondata da una ricca vegetazione .

Si prosegue poi fino ad arrivare ad un capanno per l'osservazione dell'avifauna proprio a ridosso della palude. In questa torrida e siccitosa estate  2017 il livello dell'acqua è diminuita e molte parti sono "desolatamente" secche. Ma grandi aironi cinerini e piccole gallinelle d'acqua si lasciano osservare tra la vegetazione che circonda lo stagno.


Il bel giro continua tra le alte canne fino a tornare al punto di partenza e il bel giro, immersi nella natura, finisce con un pasto a base dei prodotti tipici, nel punto "ristoro" vicino al Museo Naturalistico.

venerdì 18 agosto 2017

Chiesa di Santa Lucia di Serra San Quirico

Serra San Quirico è uno dei bei paesi che fanno parte del Parco Regionale della  Gola Rossa  e Frasassi.

Serra San Quirico
Serra San Quirico è nella provincia di Ancona nella zona interna costellata dai Monti che fanno parte del Parco e dalle dolci colline che caratterizzano le Marche. Il Parco Regionale della Gola Rossa e di Frasassi custodisce dei tesori naturali e delle bellezze artistiche ed anche i paesi,compresi nel territorio del Parco, sono ricchi di tradizioni e tesori d'arte.  Uno di questi è la chiesa barocca di Santa Lucia in Serra S.Quirico.

Andiamo a visitare la chiesa in un caldo pomeriggio di questa rovente estate e il gentile custode ci accoglie narrandoci come il critico d'arte
Vittorio Sgarbi si chiuse per delle ore nella chiesa e quando ne usci disse che la Chiesa era uno dei più preziosi esempi di arte barocca in Italia.

La Chiesa è risalente al XIII sec. ma completamente ricostruita nel XVII sec.e restaurata dopo il terremoto del 1997, ha un'unica navata dove si trovano sette cappelle. Diversi sono gli autori delle tele che ornano le cappelle,tra questi il più famoso è il Cavalier d'Arpino,maestro di Caravaggio. 

 Cinque grandi tele ornano l'abside e rappresentano scene del martirio di Santa Lucia. L'organo, posto nella parte absidale, è lavorato ad intaglio e riccamente decorato.

Chiesa di Santa Lucia
Anche il coro della chiesa è di notevole bellezza lavorato in radica di noce. Nella chiesa erano conservati arredi sacri in argento, legno dorato e stoffe pregevoli , molti di questi furono asportati al tempo delle conquiste Napoleoniche.

venerdì 4 agosto 2017

Museo "Federico II.Stupor Mundi". Jesi


Nella bella cittadina di Jesi (Ancona), proprio nella piazza dove l'imperatore Federico II di Svevia è nato,è stato aperto da poco il
museo "Federico II."Stupor mundi"

  Il museo si avvale di tecniche visive e di animazione davvero innovative e molto efficaci. La visita si svolge  attraverso un racconto che  sa mettere insieme,in modo sintetico ed efficace, le notizie più importanti   sulle  origini ,la vita e l'azione di governo di questo imperatore definito, da uno storico suo contemporaneo, "Stupor mundi".

Vengono così mostrate le azioni di Federico II di Svevia  della casa tedesca degli Svevi da parte di padre e di origini normanne da parte di madre (Costanza d'Altavilla,ultima discendente dei re normanni). Federico II fu l'imperatore che riunì nelle sue mani il Sacro Romano Impero (Germania e Italia settentrionale) e l'Italia meridionale (governata dai re Normanni).

Nato a Jesi e cresciuto orfano,per la perdita prematura dei genitori, presso la corte dei  re normanni a Palermo,Federico II, personalità di grande forza e autonomia ,dopo aver assunto il titolo di imperatore,dedicò molte delle sue azioni a rafforzare il regno dell'Italia meridionale,realizzando una serie di castelli difensivi ed una raccolta di leggi per il governo: le 

"Costituzioni Melfitane".

Presso la corte di Palermo Federico II realizzò un centro culturale di grande importanza dove studiosi,matematici,giuristi e poeti,provenienti da varie culture del mediterraneo, realizzarono opere e studi di grande rilievo.Basti ricordare "la scuola poetica siciliana" dove si scrissero alcune tra le prime liriche della letteratura italiana.

Ci sono sedici sale tematiche che attraversano la vita e il tempo storico di Federico con installazioni interattive,contenuti multimediali,animazioni tridimensionali che affascinano i visitatori.

  tel.museo 0731.084470  - biglietteria@federicosecondostupormundi.it

martedì 27 giugno 2017

Fiume Cavata in canoa

Fiume Cavata
Sotto il paese di Sermoneta,alle pendici dei Monti Lepini,nasce il fiume Cavata,un antico fiume che connota il paesaggio ai piedi dei Monti Lepini. Il fiume in epoca medioevale venne  utilizzato per il passaggio di chiatte per
laghetto di Monticchio
trasporto e per la pesca.
Il fiume nasce dalle sorgenti di Monticchio un eccezionale sito,noto per la torre medioevale,di recente istituito come Monumento Naturale.
L'area sorgiva di Monticchio è stata oggetto di mostre, studi e un workshop organizzato dalla sezione di Latina di Italia Nostra grazie in particolare alle ricerche effettuate dal  geologo Giancarlo Bovina.L'area di Monticchio è un geosito "un clip a scorrimento" e le  sorgenti e i laghetti che sono presenti posseggono una elevata biodiversità.

Il fiume Cavata è ancora adesso navigabile e vi si possono effettuare escursioni in canoa curate dall'Associazione "Cavata Flumen",www.cavataflumen.com lungo il percorso si passa vicino alla "Macchina d'Acqua" realizzata probabilmente grazie ad un progetto di Leonardo da Vinci,la macchina ha permesso di pompare l'acqua dai laghi di Monticchio fino al castello di Sermoneta fino agli inizi del '900.                                 
Macchina d'acqua lungo il Cavata
Durante l'escursione sul fiume si attraccano le canoe per andare a visitare le sorgenti ed uno dei laghi di Monticchio quello con l'isola "mobile",un'isola di vegetazione che si sposta all'interno del lago.

Il fiume Cavata arriva fino al forum Appii,oggi Borgo Faiti. Forum Appii era un'antica stazione di posta,una delle più importanti lungo l'Appia, una "mansio" romana. Qui il fiume Cavata venne deviato e fatto confluire nell'antico canale Decennovium, costruito dai Romani per farvi defluire le acque delle circostanti Paludi Pontine. Oggi il Decennovium è conosciuto come il Linea Pio,in onore dei lavori di bonifica effettuati da Papa Pio VI nel'700.

L'escursione in canoa è un'esperienza di notevole fascino che permette di osservare  il paesaggio dai Monti Lepini  al paese di Sermoneta ed alla Pianura Pontina.   

venerdì 9 giugno 2017

Villa Lante di Bagnaia



Bagnaia è un paese situato al nord della Provincia di Viterbo nell'estremo lembo del territorio del Lazio.Una bella Torre domina il paese e fa da sfondo ad un gioiello dell'architettura rinascimentale Villa Lante.
Villa Lante  fu fatta costruire  dal cardinale Gambara e progettata dall'architetto Jacopo da Vignola sul declivio naturale  su cui scorre un ruscello.  Protagoniste di questa Villa sono le Fontane

artistiche
, in cui l'acqua gioca e  scorre, e le piante e i fiori,di rara bellezza e grandezza,  disseminati intorno alle fontane.
Seguendo il percorso di questo ruscello sono state realizzate  le originali fontane che costituiscono il nucleo del Giardino. Il declivio e le acque del ruscello finiscono nella terrazza al cui centro sorge la Fontana dei Mori.

La Fontana dei Mori è un grande bacino d'acqua suddiviso da balaustre in 4  riquadri più piccoli al cui centro si trova una barchetta con un putto.Entrando a Villa Lante su questa grande terrazza che si affaccia sul paese  il primo colpo d'occhio è dato proprio  dalla perfezione  delle geometrie  delle siepi del giardino all'italiana che circonda la Fontana. E' uno dei più belli e classici esempi di giardino al'italiana - modalità di realizzazione dei giardini costituita proprio da siepi  tagliate e  composte in regolari geometrie.

A fare da sfondo alla bellezza del giardino ci sono le due palazzine simmetriche  quella di destra Palazzina Gambara  del 1556  e quella di sinistra la Palazzina Montalto del 1590,impreziosite da portici finemente affrescati e decorati.

Si risale il giardino incontrando la Fontana dei Lumini poi la Fontana della Catena e la Fontana detta Mensa del Cardinale solo per citare alcune delle fontane artistiche. Si continua poi in salita percorrendo un ampio Parco.


La Villa è aperta tutti i giorni tranne il Lunedì è  a soli 4 km da Viterbo.

martedì 16 maggio 2017

Oasi WWF del Lago di Alviano

Lago di Alviano
L'Oasi WWF del Lago di Alviano www.wwf.it , (lagodialviano@wwf.it) ,in Umbria, si sviluppa attorno al lago artificiale di Alviano che nasce nel 1963 a seguito dello sbarramento del fiume Tevere per la costruzione di una centrale idroelettrica dell'ENEL.

L'Oasi  è attraversata da due sentieri,il primo costeggia la palude e attraversa il bosco ,il secondo più lungo costeggia il fiume Tevere da un lato e il lago dall'altro.

L'Oasi ha una superficie paludosa di circa 500 ettari e 300 di bosco igrofilo ed è frequentata da molte specie di uccelli sia migratori che stanziali, ne sono state censite circa 200. Lungo i sentieri ci sono diversi punti di osservazione e muniti di binocolo si osservano bene tanti uccelli ed è fantastico  "entrare" nella vita degli uccelli osservandoli nei loro movimenti e nella loro quotidianità.

sentiero nel bosco dellOasi di Alviano
Durante il birdwatching il nostro gruppo ha avuto la meravigliosa sorpresa dello spettacolo affascinante del "corteggiamento" di due cigni: I cigni girano l'uno dietro l'altro  formando un piccolo cerchio. Il movimento è incessante ed  elegante, la bellezza dei cigni accresce il fascino di questa danza.

La passeggiata nel bosco, allo stesso modo, è molto piacevole,
a tratti ci si immerge nel bosco,a tratti invece il fiume è vicinissimo e si può osservare l'altra sponda del fiume,il mondo incantato del bosco e il mondo affascinante degli uccelli acquatici convergono rendendo la visita un'esperienza molto rilassante e piena di belle sorprese. Le guide del WWF preparate ed ospitali accompagnano i visitatori aggiungendo valore alla visita.
fiume Tevere nell'Oasi di Alviano

martedì 2 maggio 2017

Museo Naturalistico del Parco del Circeo di Sabaudia

Presso il Centro Visitatori del Parco Nazionale del Circeo a Sabaudia si può visitare un piccolo ma bellissimo Museo Naturalistico del Parco recentemente ristrutturato.
Zone Umide ricostruzione nel Museo
I principali ambienti del Parco del Circeo costituiscono i 5 settori in cui è diviso il Museo Naturalistico del Parco Nazionale del Circeo e sono : 1.Le zone umide 2.Foresta 3.Promontorio 4. L'isola di Zannone 5. La Duna.

All'entrata accoglie i visitatori  una staccionata in legno che -come le tante disseminate nel parco- permette di osservare uno degli ambienti più tipici del Parco LE ZONE UMIDE con i tanti uccelli che vi vivono. Il Parco del Circeo si caratterizza infatti per la presenza di quattro laghi costieri e di pantani nelle loro vicinanze. Sono zone riconosciute e protette dalla Convenzione internazionale di Ramsar.
Ambiente:Foresta  nel Museo
Un piccolo  visitatore osserva dal capanno insieme a noi ...un bambino con tanto di binocolo...è un simpatico e ben fatto pupazzo . Al di là della staccionata aironi,folaghe mestoloni,nitticore,oche selvatiche ......

La Foresta ci accoglie più avanti ...nel video scorrono le immagine del bosco, della vegetazione e delle specie animali che la abitano,mentre intorno e sotto i piedi gli elementi dell'ambiente sono raccolti e spiegati : i rami con le calle, gli insetti,l'interno dei tronchi perforati dagli insetti mentre un picchio rosso sul ramo ci ricorda una delle presenze più caratteristiche e "rumorose" del bosco.

Il Promontorio del Circeo affascina con le foto delle sue spettacolari salti rocciosi e della lunga cresta boscosa. La presenza dei rapaci sul promontorio, che lo attraversano sfruttando i moti ascensionali per risparmiare le forze durante le loro rotte migratorie, è illustrata da grandi foto e pannelli esplicativi.

L'isola di Zannone,nell'arcipelago pontino,ci attira selvaggia e solitaria ricca di animali e vegetazione.

Per ultimo,ma non ultimo per importanza ,è l'ambiente della duna costiera,le caratteristiche formazioni di sabbia e vegetazione che si innalzano per metri sulla spiaggia. Con i suoi 24 km da Latina al Promontorio è una delle dune costiere più lunghe d'Europa.

vegetazione duna costiera
E' tra gli ambienti  più conosciuto ma spesso non rispettato e violato e quindi più a rischio. Immagini e cartelli spiegano in maniera breve ma efficace come il semplice atto di calpestare la duna,non utilizzando le passerelle in legno per la discesa sulla spiaggia, costituisce l'atto più grave perché il calpestio impedisce la presenza della vegetazione caratteristica.

 Le piante pionere,il giglio marino,il ginepro,lo smilax,la fillirea...solo per citarne alcune.... sono in grado di sopravvivere ai venti marini e la loro presenza consolida la sabbia  impedendone l'erosione.Le belle foto presenti immergono il visitatore nell'incanto di un ambiente bellissimo con lo scenario del mare e il profilo del Circeo sullo sfondo.

martedì 18 aprile 2017

Museo "Terre di Confine" Sonnino

interno museo Terre di Confine
All'interno del paese di Sonnino c'è un piccolo ma interessante Museo Demoetnoantropologico chiamato "Terre di confine"- http://www.sonnino.info/Sonnino/museo.php -che sicuramente vale la pena visitare.

Il paese di Sonnino ha origini medioevali e come tanti paesi dell'epoca è arroccato sul Colle S.Angelo ed una fitta rete di vicoli stretti, posti prevalentemente in salita,lo attraversa mentre intorno è circondato da antiche mura e torri circolari fino alla torre più alta che sovrasta il palazzo Antonelli nel punto più alto del paese.
Questo paese è circondato da uliveti e qui si produce un olio di grande qualità,una delle punte di eccellenza della produzione laziale.
Questo paese inoltre annovera ancora un certo numero di allevatori di ovini e caprini che producono ottimi formaggi.

Le montagne che lo circondano sono i Monti Ausoni ed alcune vette famose sono raggiungibili a piedi direttamente dal paese come: Monte delle Fate e Monte Romano.

Il territorio di Sonnino ha poi un'altra caratteristica sui monti che lo circondano infatti vi si trovano diversi cippi di confine,quei cippi che delimitavano lo Stato Pontificio dal Regno delle Due Sicilie. Sui cippi situati sulle creste tra i vari monti visibili ancora sono gli stemmi dei due Stati.

Il Museo Terre di Confine richiama infatti la caratteristica di paese di confine che per secoli è stato Sonnino. Nel Museo ci sono diverse sezioni che mostrano aspetti caratteristici della storia e delle tradizioni del paese.
Una sezione è infatti dedicata all'antica Processione de "Le Torce". La Processione si svolge sulle montagne e riprende l'antica usanza di ricognizione dei confini territoriali riconvertita in rito religioso estremamente sentito e partecipato dalla popolazione. La processione dura dal pomeriggio fino alla mattina con la suggestiva discesa dalla montagna illuminata dalle torce nella notte.  
Pile di lettere nel museo

Un'altra sezione è dedicata al famoso brigante Gasbarrone,il brigante di Sonnino divenuto famoso in tutto il centro Italia,la cui vita avventurosa aveva suscitato un grande interesse nell'800 dando vita a racconti,in parte leggendari, che coinvolgevano lui e la sua famiglia.

Altre sale interessanti sono dedicate ad altri eventi storici che hanno interessato Sonnino.

cippo di confine su Monte Ceraso
Sono tanti gli oggetti d'epoca che ricostruiscono la vita del paese e le usanze ,i bellissimi costumi d'epoca delle donne sonninesi e dei briganti insieme alle grandi mappe del territorio colpiscono l'immaginazione e rimangono impressi nella memoria.

lunedì 3 aprile 2017

Cappella SS.Annunziata di Cori

Le Giornate FAI di primavera 2017 www.fondoambiente.it nella zona di Latina hanno permesso di visitare  monumenti di grande bellezza e valore artistico nel paese di Cori.
Situato alle pendici dei Monti Lepini, Cori mantiene le vestigia della sua antichissima storia : centro latino,colonia romana,importante centro medioevale. Tra i vari importanti monumenti di epoca romana e medioevale che sono presenti c'è la cappella della SS.Annunziata.


Cappella SS.Annunziata Cori
La cappella della Santissima Annunziata è situata sulla strada che collegava Cori con la via pedemontana,attualmente la via di ingresso al paese. La cappella è collegata alla piccola chiesa di San Silvestro che è stata ristrutturata dopo le devastazioni della II guerra mondiale.

La cappella costruita e affrescata nel 1400, fu commissionata dal cardinale Pedro Fernandez de Frias,vicario pontificio e rettore per la Sabina e la provincia di Campagna e Marittima di cui Cori faceva parte. Un'iscrizione in latino ci richiama l'identità del committente che nella scritta dice "Fu spagnolo.Chi mi leggerà dica un padre nostro per la mia anima."

La cappella detta anche oratorio è uno scrigno che alla sua apertura mostra la bellezza strabiliante degli affreschi quattrocenteschi che ricoprono interamente le superfici e rappresentano le scene del Vecchio e del Nuovo Testamento e del Giudizio Universale-sulla parete di fondo- da cui risulta "abrasa" una figura,probabilmente quella di Lucifero.

Questi dipinti sono considerati una delle maggiori espressioni della pittura laziale tardo-medioevale.

Accanto alla porta è presente uno stemma della città di Cori,il più antico che si conosca. C'è poi  un rametto d'ulivo sopra l'ingresso,riferentesi a S.Oliva di Anagni ,patrona della città di Cori.

lunedì 20 marzo 2017

Stazione di posta lungo l'Appia . MESA di Pontinia

Il territorio della Pianura Pontina è attraversato dalla Via Appia lungo la quale   degli  importanti monumenti storici raccontano la storia dei secoli passati.


Lungo l'Appia nel tratto da Cisterna a Terracina -conosciuto nei nostri giorni come "fettuccia di Terracina" per la sua linearità- sorgevano importanti stazioni di posta : Tres Tabernae -vicino Cisterna-, Tripontium,Forum Appiae e Ad Medas.

La Tavola Peutingeriana,la più importante fonte storica di tipo cartografico,riportava la rete viaria servita dal servizio pubblico - il "cursus publicus" - istituito da Augusto e che resto' attivo per tutti i secoli dell'impero.
Sulla Tavola Peutingeriana erano riportate con disegni le due stazioni di posta più grandi ed importanti: Tres Tabernae e Forum Appiae.

Tra le  stazioni  importanti indicate "Ad Medias" presenta importanti ed interessanti vestigia archeologiche e storiche. "Ad Medias Paludes" era il nome della stazione,una "statio" in epoca del tardo impero,cioé un luogo di fermata provvisto di posti di guardia.

Attualmente è conosciuta come Mesa di Pontinia , nel 1700 furono fatti degli scavi e recuperate iscrizioni romane attualmente murate all'interno della corte del palazzo settecentesco esistente.
Vicino al palazzo settecentesco vi è il Mausoleo di Clesippo,un grande monumento attualmente privo di rivestimento esterno. Plinio racconta la storia di
questo personaggio,uno schiavo che fu poi liberato dalla sua padrona la nobildonna Gengania,la cui famiglia possedeva ampi terreni in queste zone.

La "domina" lo rese poi suo amante lasciandogli  anche la proprietà di molte di queste terre. 

lunedì 6 marzo 2017

"Zone umide del Parco del Circeo".Convegno 25.02.17



Dal 12 febbraio al 26 marzo il Parco Nazionale del Circeo www.parcocirceo.it  ha organizzato una serie di eventi ed attività per la Giornata Mondiale delle Zone Umide - World Wetlands Day. www.worldwetlandsday.org
Sabato 25 febbraio presso l'Auditorium del Centro Visitatori del Parco del Circeo a Sabaudia si è tenuto il Convegno "Le zone umide del Parco Nazionale del Circeo,una visione d'insieme:dai valori ecologici alla funzione sociale,culturale ed economica."

Gli interventi del Presidente dell'Ente Parco Dott.Gaetano Benedetto e quello dell'antropologo  dott.Paolo Gruppuso insieme a quello del Capitano dott.Adriano Bruni dell'UTCB -Ufficio Tutela Biodiversità di Fogliano,  hanno rappresentato la parte più importante e significativa del Convegno, anche se sono stati importanti i dati statistici riportati dalla dr.ssa Ester Martino per il Ministero dell'Ambiente e le prospettive di sviluppo presentate dal Direttore dott.Paolo Cassola.

Tutti i laghi costieri :Fogliano,Monaci,Caprolare e Paola fanno parte della Convenzione di Ramsar dal 1978 e solo dopo sono entrati a far parte integrante del Parco Nazionale del Circeo.

La Convenzione di Ramsar firmata a Ramsar in Iran nel 1971 riconosce la grande importanza delle Zone Umide per la Biodiversità e ne prevede sia la Tutela che la Valorizzazione.

I paesi aderenti sono 168 per un totale di 2209 siti nel pianeta.Questi siti sono tra gli ambienti più a rischio del pianeta tanto  che il 64% delle zone umide è scomparso nell'ultimo secolo.

Ci sono 260 specie di uccelli acquatici nelle zone umide del Circeo e questo sito è tra i più importanti in Italia ed Europa per numero di specie.

Le Zone Umide hanno un ruolo cruciale nella conservazione delle Acque Dolci,nella definizione della dr.ssa Breda - sono come "spugne" che assorbono e rilasciano acqua depurata oltre a mantenere la Falda Freatica.

Hanno anche un ruolo nei Cambiamenti Climatici in atto perché in grado di assorbire l'eccesso di acqua nelle cosiddette "bombe d'acqua", così come le lagune sono in grado di contenere l'innalzamento del livello del mare , come nella laguna di Venezia.

Nell'intervento sia di Gaetano Benedetto sia del Cap.Bruni si sono messe in evidenza le criticità, legate all'uso dei fitofarmaci in agricoltura cosa  cui si è ovviato chiudendo gli accessi di acqua dolce dall'entroterra ai laghi il che ha comportato un abbassamento drastico di sostanze inquinanti nei laghi ma anche un'ossigenazione legata esclusivamente ai canali di collegamento con il mare, con le onerose spese di dragaggio in occasione degli insabbiamenti dei canali.


L'intervento di G.Benedetto ha messo l'accento sulle possibilità di sviluppo economico basato su una interazione tra il Parco e le attività agricole orientate al BIOLOGICO (per il quale ci sono già importanti aziende nel territorio pontino) ed anche la possibilità di un forte sviluppo del TURISMO NATURALISTICO e SCOLASTICO collegati alla creazione  di strutture di AGRITURISMO. 

lunedì 27 febbraio 2017

Necropoli etrusca di Sovana.

Sovana è un piccolo centro all'interno del territorio del Comune di Sorano.
Tomba Ildebranda

Nel territorio di questo piccolo borgo si trova una delle principali necropoli etrusche che fa parte del Parco Archeologico "Città del Tufo" e comprende le aree di Sorano,Sovana e San Quirico.

A questo Parco appartengono diverse Vie Cave - strade
Tomba dei Demoni Alati
scavate nella roccia tufacea dagli Etruschi - che collegano paesi e borghi, monumenti e la necropoli monumentale di Sovana.

La Necropoli è definita monumentale perché sono presenti tombe con statue e templi di grandi dimensioni.

La più grande è la Tomba Ildebranda che presenta un colonnato con frontone, una grande camera sepolcrale ed è circondata da altre tombe "a dado".

Suggestiva è anche la Tomba dei "Demoni Alati" che presenta delle figure alate individuate come demoni, figure tipiche della religione etrusca.
Le tombe sono collocate nel fitto della vegetazione e il sentiero permette di camminare con la scoperta delle tombe lungo il percorso.


lunedì 13 febbraio 2017

Sorano. Via Cava di San Rocco



Il borgo di Sorano si erge suggestivo e imponente su profondi burroni e rocce,come un antico castello  medioevale.
Sorano
 E' uno dei primi giorni di gennaio e le nebbie avvolgono il paese che appare d'improvviso dalla strada statale che, con curve e tornanti, attraversa questo affascinante lembo di territorio.

Il Lazio nella parte più a nord si incunea tra la Toscana e l'Umbria e ,in poche decine di chilometri,si possono ammirare paesi appartenenti a tre regioni diverse che hanno in comune l'antica appartenenza alla civiltà etrusca.

Sorano si caratterizza per la grande mole del Masso Leopoldino, detto così perché fu l'arciduca Leopoldo di Lorena a far rafforzare nel XVIII sec.l'antica rocca etrusca, e per la fortezza Orsini che si trova nella parte sommitale del paese.
Via Cava di San Rocco

Scendendo dal paese e varcando l'antica Porta dei Merli si attraversa il fiume Lente e si inizia a percorrere uno dei luoghi più suggestivi creati nell'antichità dal popolo etrusco.
E' la Via Cava di San Rocco che da Sorano giunge all'antica Chiesetta di San Rocco presso la quale si trova una terrazza panoramica che si affaccia proprio di fronte al paese di Sorano.

La Via Cava di San Rocco è una delle numerose vie scavate all'interno delle rocce tufacee diffuse nel territorio e che spesso mettevano in comunicazione paesi diversi o località.
Sono luoghi  spettacolari: si passa in percorsi stretti tra alte pareti di tufo dove d'improvviso si aprono grotte, a volte molto profonde.

L'acqua negli anni ha scavato il fondo del sentiero che appare così solcato profondamente, ma ampiamente percorribile.

La terrazza panoramica è proprio di fronte a Sorano e permette di ammirare la suggestione del paese nella sua struttura medioevale e nei suoi punti di forza che sono la grande rocca del Masso Leopoldino e  la Fortezza Orsini.