giovedì 12 dicembre 2019

Palazzo Caetani .Cisterna di Latina


Il giorno 17 novembre '19 è stata la Giornata delle Dimore Storiche del Lazio ed in tale occasione molti di questi Palazzi sono stati  aperti e delle  visite guidate gratuite hanno permesso di conoscere la storia e la bellezza di queste Dimore .
Palazzo Caetani cortile interno
Il Palazzo Caetani di Cisterna è una Dimora ricca di storia e bellezza. L'entrata dalla Piazza antistante immette i visitatori in un cortile interno e si può ammirare la struttura rinascimentale con archi lineari armonici che circondano tutto il cortile.
 Nel mezzo si trova un'antica fontana anch'essa di epoca rinascimentale. Dietro un'iscrizione segnala la presenza delle "Grotte di Palazzo Caetani". La guida ci fa entrare e così si discende per 14 metri circa percorrendo un'ampia scalinata.
Una volta arrivati in fondo ci si trova in un ambiente molto ampio scavato nella roccia di tufo. Sono evidenti le tracce di scavo  delle pareti lungo tutti i grandi corridoi . Le grotte sono molto antiche sembra che già nell'epoca romana fossero usate come cisterne d'acqua,ma la forma attuale è risalente al periodo della costruzione  del Palazzo quando ci si calava all'interno per scavare pozzolana che poi serviva per la costruzione dell'edificio.
 Ma la fama delle grotte risale al periodo dei bombardamenti seguiti allo sbarco degli Alleati ad Anzio durante la II Guerra Mondiale. Cisterna e altri paesi dei Castelli Romani erano la roccaforte difensiva dell'esercito tedesco. Gli alleati bombardarono a lungo Cisterna ed in modo così violento che la popolazione di Cisterna fu costretta a rifugiarsi nelle grotte dove passarono più di un mese senza uscire.
 Le pareti sono infatti annerite dalla luce dei lumi che illuminavano gli ambienti rendendo possibile alla popolazione di sopravvivere in quelle condizioni estreme.Queste grotte costituiscono un tratto fondante  della città, la quale  venne sconvolta da questi eventi , parte della popolazione  "sfollata" in altre città,  non è più rientrata nel paese alla fine della guerra.
Scultura di D.Cambellotti esposizione interna
Si sale quindi ai piani superiori . Al primo piano due saloni conservano la struttura originaria e sono abbelliti da affreschi. In particolare il Salone conosciuto come Sala "Zuccari" presenta degli affreschi originari ,risalenti al '700, che rappresentano i vari possedimenti della famiglia Caetani . Sono rappresentati il paese di Sermoneta con il Castello Caetani, la campagna circostante Cisterna e poi il Lago di Fogliano.Particolarmente interessante quest'ultimo affresco perché è ben visibile la forma originaria del Lago con gli argini irregolari ben diversi dalla "riquadratura" effettuata  nel '900.
Insieme alle Grotte questa è sicuramente la parte più bella ed interessante del Palazzo perché oltre ad essere belli ed originali,costituiscono anche un documento storico.

sabato 16 novembre 2019

Via Appia Antica da Fondi a Itri



Dopo pochi chilometri dalla città di Fondi,percorrendo la Via Appia Nuova verso Itri , un cartello segnala l'inizio dell'Appia Antica. Si percorre quindi una strada sterrata fino ad arrivare ad un ampio parcheggio con area pic-nic adiacente all'inizio dell'antica Via Appia. Non si è  preparati alla bellezza del posto :la  "regina viarum" si presenta ampia, con il lastricato di basalto che copre buona parte del tracciato, sul lato destro delle piante di ulivo  a dir poco spettacolari!! Raccolgo alcune olive grandi,perfette!  La strada sale dolcemente e ,come spiegano diversi pannelli didattici, risale la gola di Sant'Andrea.
Il lastricato di basalto,secondo la testimonianza di un miliario, fu posto  dall'imperatore Caracalla nel 216 d.C .Caracalla rinnovò a sue spese il lastricato in calcare che si era rovinato, proprio nel tratto da Terracina a Formia. La strada era larga in modo da permettere il transito di due carri ed aveva anche i marciapiedi,in terra battuta. Più in alto sono presenti invece anche vari tratti di lastricato di epoca rinascimentale,riconoscibili per la forma
rettangolare delle lastre.
Ad un certo punto ci troviamo di fronte ai resti del forte medioevale di S.Andrea costruito proprio sui terrazzamenti del tempio dedicato alla dea Venere. Secondo le fonti vi era stato fatta costruire anche un cappella dedicata a S.Andrea Apostolo da papa Gregorio Magno. Salendo nel punto più alto dei resti architettonici troviamo un interessante epigrafe apposta nel 2006.
L'epigrafe ricorda un'impresa militare compiuta da Michele Pezza,meglio conosciuto come il brigante Fra Diavolo, che proprio in questo punto fermò con i suoi uomini l'avanzata dell'esercito napoleonico nel 1798.
 Il percorso è corredato da molti pannelli didattici interessanti ed esaurienti e da uno di questi apprendiamo che i Romani incisero anche la rupe per far passare la strada.
Piante di lentisco in fiore, erica fiorita e fillirea abbelliscono il percorso rendendo la passeggiata davvero memorabile.
L'itinerario fa parte del Parco Naturale Regionale dei Monti Aurunci -www.parcoaurunci.it, che provvede anche alla manutenzione, e si può completare questa passeggiata o visitando il Museo del Brigantaggio ad Itri o il Castello Caetani, con annesso Museo civico, a Fondi.  

lunedì 4 novembre 2019

Lago di Fogliano:passeggiata lungolago




Il Lago di Fogliano è il primo dei quattro laghi costieri che si estendono nel territorio del Parco del Circeo nella zona costiera tra i comuni di Latina e Sabaudia.
Nella zona antistante il Lago di Fogliano c'è l'antico Borgo, una volta abitato da pescatori e pastori e con la presenza della casa padronale che ospitava spesso i proprietari e creatori del borgo la famiglia Caetani.
Ed è proprio ai Caetani,in particolare ad Ada Wilburn Caetani, che si deve la costruzione dell'Orto Botanico e della Casina Inglese.
Attualmente gli edifici sono sede del comando dei Carabinieri Forestali che svolgono opera di conservazione,tutela e formazione in questo che è un bene ambientale tutelato dal Parco Nazionale del Circeo.
La passeggiata lungo il lago è una delle passeggiate più
piacevoli che gli abitanti di Latina e dintorni hanno a disposizione in tutte le stagioni dell'anno.
E' una ventosa giornata
d'autunno e c'è poca gente,cosa che permette di apprezzare meglio tutti gli ambienti che si incontrano.
All'inizio del percorso, in quella che era una volta la darsena delle imbarcazioni, un gruppo di germani reali, si lascia "smuovere" con calma dalle onde del lago ,insolitamente agitate.
Poco più avanti due cigni a poca distanza dalle riva sono fermi sulle acque agitate. Si continua il cammino e ad un'ansa del lago ,vicino la riva, ci si imbatte in un folto gruppo di folaghe dai caratteristici becchi bianchi.
Lungo il percorso grandi eucalipti svettano verso il cielo e non sembrano turbati dal forte vento che fischia impetuoso e rumoroso tra i rami.
Poco più all'interno si sono formati degli acquitrini, molto simili alle antiche paludi che una volta ricoprivano tutto il territorio ,è uno spettacolo affascinante  e sembra  di vedere uno dei dipinti dell'800 che rappresentavano questo territorio.
La bellezza del luogo è amplificata dalla visione delle pacifiche bufale  disposte vicino o dentro l'acqua, pacifiche e sornione si fermano a volte a fissare i  viandanti.
Nel periodo invernale parte del percorso viene chiusa per non disturbare i numerosi uccelli svernati. Il lago di Fogliano è infatti un luogo prezioso per tutta l'avifauna,un sito di importanza internazionale per la varietà delle specie presenti sia stabilmente che durante il periodo invernale.

mercoledì 18 settembre 2019

Museo dei Sanniti a Campobasso



Percorrendo l'Autostrada del Sole e usciti all'altezza di Cassino ci si inoltra in direzione sud-est verso Venafro.
Colline e montagne ci vengono incontro e la vegetazione è folta e verdeggiante....siamo nel Molise l'antica terra dei Sanniti.
Antiche tradizioni,una storia millenaria ed incredibili tesori di arte  caratterizzano i paesi , arroccati sulla cima di colline e monti.
Nel capoluogo di questa incredibile regione,nella città di Campobasso, si può visitare il bellissimo Museo dei Sanniti.

I Sanniti furono un popolo forte ed orgoglioso che a lungo fronteggiò la potenza dei Romani,sottoponendoli ad una delle più cocenti sconfitte ed umiliazione che la storia dei Romani conobbe, quella delle Forche Caudine.

Per conoscere davvero il Molise e capire le innumerevoli testimonianze archeologiche,storiche ed artistiche di questa Regione , è importante visitare il Museo dei Sanniti.
Le esposizioni del Museo sono divise per epoche : gli insediamenti preistorici, la civiltà Sannitica,il periodo romano ed il periodo medioevale.
Tra le sale più interessanti quella chiamata " Civiltà dei guerrieri" con gli elmi le lance, le frecce fino ai corredi funerari dei cavalieri . Poi gli oggetti più propriamente relativi alla Civiltà Sannitica : i vasi, i monili,gli oggetti di culto, le lanterne e le numerose statuette  di Ercole che testimoniano il diffusissimo culto di Ercole diffuso tra le varie tribù dei Sanniti ed in quasi tutta la Regione.

Molto importante anche il grande santuario di Ercole a Campochiaro .  Ercole è l'eroe-dio il cui culto testimonia la diffusione della civiltà greca nel Mediterraneo ed  è anche in collegamento con i percorsi della transumanza e con i culti pastorali delle genti italiche.
Di grande bellezza sono anche le statue risalenti all'epoca del Molise "romano"...molti dei quali provenienti dall'antico sito di Saepinum.
Il Museo dei Sanniti è aperto dalle 9.30 alle 18.30,con chiusura il Lunedì-  www.musei.molise.beniculturali.it

lunedì 9 settembre 2019

Mostra "Rinascita con la Musica" a Cavalese




La Val di Fiemme è la valle dolomitica drammaticamente colpita dalle tempeste di vento della fine di ottobre 2018.
Se le immagini televisive sono state di grande impatto,la visione diretta dei versanti montuosi coperti da alberi caduti è davvero sconvolgente per tutti quelli che amano la natura,i boschi e le montagne.
Però il vedere dal vivo la catastrofe avvenuta non dà solo emozioni negative ma suscita anche sentimenti positivi come ammirazione e speranza. In molti luoghi infatti si può vedere il grande lavoro degli uomini che hanno spostato
tagliato e accatastato gli alberi caduti pronti per essere portati via e riprendere vita con altri usi.
Questo lavoro delle popolazioni della Val di Fiemme può essere ammirato anche nella Mostra "Rinascita con la Musica" allestita presso il Palafiemme di Cavalese.
La mostra fotografica e filmica documenta tutte le fasi del trasporto,taglio,selezione e lavorazione degli abeti caduti fino alla fase della lavorazione nelle botteghe dei liutai che creano strumenti musicali a corse da questo legname.

La foresta di Paneveggio "cuore della Val di Fiemme" è da sempre fornitrice generosa di abeti adatti ad essere trasformati in strumenti musicali,tanto da essere chiamata "la foresta che suona".
Nonostante gli enormi danni la Val di Fiemme è viva :molti sentieri sono aperti,così come gli impianti di risalita e lo stesso Parco di Paneveggio.
Un grande lavoro ed un intelligente crowfounding hanno permesso questa "Rinascita" che la bella mostra di Cavalese ha voluto caratterizzare con l'espressione "Rinascita con la Musica".
La mostra si può visitare,con ingresso libero, dalle 9 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.30 di tutti i giorni e la domenica su prenotazione.

venerdì 16 agosto 2019

Sentiero Naturalistico "Alla ricerca dei Monumenti Naturali".Cavalese




Alle pendici del gruppo montuoso del Lagorai- Alpe Cermis, arrivando al Rifugio Doss dei Laresi si può iniziare un sentiero naturalistico definito "Alla ricerca dei Monumenti Naturali".
Il sentiero scende dolcemente attraverso il bosco dove anche i massi sono ricoperti di muschi. Il rilassante suono dell'acqua, che scorre nei piccoli
ruscelli,ci accompagna nel percorso.
Dopo poco una deviazione porta a due grandi alberi definiti "Le Colonne della Cesaia",sono gli abeti più alti dell'intero Trentino arrivando a ben 50 metri d'altezza ,il primo dei nostri monumenti naturali.

Si riprende il sentiero in discesa fino ad arrivare al Rifugio Salazade dove si gustano delle ottime pietanze locali. Dal rifugio si prende a destra  e ,attraversando una radura erbosa,si rientra nel bosco.
L'attesa del pezzo forte dei Monumenti si fa incalzante,siamo tutti in attesa di "El pezo del Gazolin"....ad un tratto dopo una curva ecco comparire l'enorme albero ultracentenario.

 E' un abete rosso con un tronco gigante di 5 metri ed un'altezza di 30 metri. Risaliamo al significato del nome El pezo in dialetto significa "peccio" il nome che indicava l'abete rosso. Il nome Gazolin invece deriva dalla località dove è presente l'albero. La presenza di un grande masso di porfido rosso,ricoperto di muschio e licheni al lato dell'abete, sembra abbia favorito lo sviluppo di Gazolin.
Un abbraccio all'albero è d'obbligo per alcuni di noi!

Si prosegue alla ricerca dell'ultimo monumento "La cascata di Cavalese", dove il grande corso d'acqua che scende dalla montagna, si riversa nel fiume Avisio.Così alla fine del sentiero ai piedi della montagna il rumore dell'acqua ci annuncia l'arrivo alla Cascata. E' un bel salto d'acqua che poi con   grandi massi levigati, dei ragazzi con un allenatore si preparano a praticare torrentismo.
Oltrepassando l'Avisio il sentiero risale poi fino al paese di Cavalese  e qui incontriamo  un altro "monumento" : è l'antica Segheria Veneziana. Al lato della costruzione si trova un grande Mulino e al di fuori canali di legno sopraelevati dove scorre l'acqua . Utilizzando questi canali   si facevano arrivare i tronchi dall'alto. Questo ci ricorda che siamo nella Valle di Fiemme dove per secoli gli alberi e il legname sono stati una grande risorsa per la vita degli abitanti .

giovedì 8 agosto 2019

Pieve di S.Maria Assunta di Cavalese


La Pieve di S.Maria Assunta a Cavalese è ricca di tesori artistici e la sua storia attraversa i secoli per arrivare fino a noi come testimonianza della storia e delle tradizioni della  comunità che vive in questa parte della Val di Fiemme.

La chiesa fu costruita nel XII sec. e consacrata da principe vescovo Alemanno nel 1134. Per ragioni di sicurezza la Pieve rimane chiusa e viene aperta per le funzioni religiose e le visite guidate
Un elegante ed ampio portico che presenta lastre tombali ed affreschi precede l'entrata. Un'ampia "vela" triangolare al di  sopra rappresenta l'Assunzione di Maria.
All'interno ci sono diversi elementi caratteristici . La volta a crociera a sesto acuto, che incrocia archi a tutto tondo,è di particolare eleganza per la sporgenza dei costoloni.

La navata centrale è divisa dalle due laterali da possenti pilastri. In fondo alla navata di  sinistra campeggia il bellissimo affresco della Madonna del Rosario ed è un elemento caratterizzante tutta la Chiesa. Questo grande  affresco è stato scoperto solo nel 2010, perché per lunghi secoli era stato coperto dal quadro della battaglia di Lepanto che ora è collocato nella navata destra.
L'affresco presenta un cromatismo vivace  con colori splendidi e di grande impatto . Attorno alla raffigurazione della Madonna con il Bambino,che offre il rosario ad una folla composita,tra cui i due committenti, ci sono  piccoli dipinti circolari rappresentanti i grani del rosario.Questo dipinto dà l'idea di un tripudio di fiori ed esalta i volti sorridenti della Madonna e del Bambino.
L'affresco fu commissionato dalla Confraternita del SS.Rosario nel 1587 .
Altri dipinti di pregio completano la decorazione della Chiesa ad opera di esponenti della Scuola Pittorica di Fiemme,che annovera importanti artisti,tra cui M.Unterperger che fu chiamato alla corte imperiale Asburgica.
Altro elemento pittorico particolare, tipico della tradizione tirolese,sono i tralci arborei e floreali che circondano gli affreschi della volta e  delle lunette,raffiguranti Profeti,Sibille e Dottori della Chiesa.
Il Sabato successivo partecipo  alla celebrazione della Messa. La Chiesa è gremita in tutti gli ordini di posti....e la Madonnina del Rosario sorride.   

mercoledì 17 luglio 2019

Lo smylax e la duna costiera


Nel lungo tratto di costa tirrenica che va dal Lido di Latina(Capoportiere) fino a Torre Paola alla base del promontorio del Circeo, la ricca vegetazione della duna costiera    rafforza e consolida la sabbia delle dune. Questo insieme inscindibile costituisce uno degli ambienti del Parco del Circeo ed un luogo di grande bellezza e fascino ambientale . Delle passerelle permettono l'accesso delle persone alla spiaggia (....ed è fondamentale usarle perché il calpestio delle persone distrugge sia la vegetazione che la duna).

In questo periodo delle fitte fioriture bianche caratterizzano l'intricata vegetazione. Sono i fiori dello" smylax aspera" una pianta conosciuta anche con il nome di "salsapariglia" o s "straccia braghe". E' un rampicante della famiglia delle Liliacee ed i suoi nomi, sia quello scientifico che quello popolare, richiamano le spine che ricoprono i rami e le foglie.
Questa pianta diffusa nella macchia mediterranea e nei versanti collinari, con la sua forza rampicante si avvolge alle altre piante che la circondano formando un muro fitto di vegetazione. Nella duna costiera si avvolge al ginepro e al lentisco.  Chiunque  si reca al mare nella zona della duna costiera ha modo di vederla se volge gli occhi ad osservare la vegetazione.
In questi giorni i suoi fiori  abbelliscono un ambiente prezioso anche per la biodiversità  della sua flora.
Negli ultimi tempi lo smylax aspera viene usato anche come fitodepuratore, una ragione in più per ammirare questa pianta così diffusa. E' da ricordare anche la bellezza dei suoi frutti rossi che in autunno compaiono a grappoli tra le verdi foglie.

domenica 26 maggio 2019

Il fiume Ufente nella Pianura Pontina


Il fiume Ufente caratterizza la Pianura Pontina scorrendo nella parte meno urbanizzata del territorio,dove l'ampia campagna coltivata della pianura è percorsa da numerosi corsi d'acqua.
Girando tra queste strade che formano un reticolo tra le Migliare e l'Appia ci si imbatte in questi canali e fiumi che nascono dai Monti Lepini e scorrono verso il Mar Tirreno segnando e caratterizzando il territorio.
Il fiume Ufente e il canale Selcella scorrono quasi paralleli tra loro e si ingrandiscono man mano che si prosegue in direzione sud verso Terracina.
E' un paesaggio di grande fascino e la primavera lo arricchisce di colori spruzzando di giallo e del rosso dei papaveri gli ampi  campi e le radure.
Le numerose strade del reticolo  costeggiano spesso i due corsi d'acqua,permettendo di ammirarne la bellezza, e a tratti questi invece proseguono il loro corso allontanandosi tra i campi.
Avvicinandosi alla fine della pianura pontina l'Ufente si unisce con un altro grande fiume che proviene dai paesi del Frusinate: l'Amaseno.
Nella località Ponte Maggiore L'Ufente e l'Amaseno si uniscono e confluiscono nel Linea Pio il canale della bonifica che costeggia tutta la Via Appia da Borgo Faiti a Terracina.
I tre corsi d'acqua prendono a questo punto il nome di Fiume
Portatore e lentamente portano le loro acque nel mar Tirreno nella Porto Badino.
località di
Specie nella parte finale l'Ufente è stato rimaneggiato durante i lavori di bonifica della palude.
La bellezza del fiume Ufente ha portato recentemente il comune di Pontinia,preceduto in questo dal comune di Sezze,ad emanare una delibera per la tutela e valorizzazione dell'Ufente.
La delibera riconosce l'importanza del fiume dal punto di vista ambientale ed anche la necessità della sua protezione dalla forte pressione antropica che va dall'agricoltura intensiva agli allevamenti ed agli scarichi dell'area industriale di Mazzocchio

sabato 4 maggio 2019

Museo archeologico di Sezze


Nel paese di Sezze, l'antico paese romano di Setia,adagiato sulle propaggini dei Monti Lepini,ed affacciato sulla Pianura Pontina, è presente e visitabile un bel Museo Archeologico,collocato nel centro storico del paese.
Visitando il museo si scopre che tutta l'area era ricca di grotte ed
insediamenti preistorici. L'antica Setia romana,invece, ci ha rimandato reperti , preziosi manufatti, iscrizioni e statue.
Tra le prime sale, accoglie i visitatori una grande mosaico pavimentale perfettamente conservato. La decorazione a riquadri è stata realizzata con effetto prospettico e i riquadri assumono uno spessore e una profondità che lasciano stupiti. Al lato c'è una grande iscrizione detta "Miliario Traianeo" che ricorda i lavori,promossi dall'imperatore Traiano, di sistemazione della strada che dall'Appia portava agli Archi di San Lidano.
In altre sale,invece, sono collocati numerosi doni votivi,provenienti dall'area sacra di Crocevecchia. Tra le tipiche riproduzioni di membra e organi umane ed altri oggetti , ci sono delle teste votive che presentano caratteri stilistici di tipo arcaico.
Non mancano poi le monete romane dalle più antiche con il ben visibile S.C. (senato consulto) a quelle di epoca imperiale con il profilo degli imperatori.
Un altro reperto interessante è la cosiddetta fanciulla di Sezze,conservata in originale al Museo Nazionale Romano, presenta un ricco panneggio ed un'elaborata acconciatura. Proviene da una delle più ricche ville setine,dotate di arredi lussuosi.
Il municipio di Setia fu istituito dai Romani agli inizi del I sec. dopo la rapida romanizzazione del territorio, culminata nella costruzione della Via Appia nel 312 a.C.
Come spiegano dei pannelli già nel 358 alcuni coloni romani furono inviati nel territorio ed iscritti alle tribù "Pomptina" ed in seguito "Oufentina" (dal nome di uno dei più importanti fiumi del territorio :l'Ufente).

martedì 5 febbraio 2019

Museo Archeologico di Priverno


Nel centro del paese di Priverno,proprio di fronte la cattedrale e nella bella sede di Palazzo Antonelli,è collocato il Museo Archeologico di Priverno. www.privernomusei.it
Questo Museo raccoglie numerosi reperti- provenienti da un abitato collocato presso il corso del fiume Amaseno- (quasi mille) che vanno dall'Età del Ferro  all'epoca dei Volsci, quando Priverno era un importante città dei Volsci, fino all'epoca romana, quando Privernum fu prima colonia e poi municipium romano.
L'importanza di Privernum sia come città volsca,sia come città romana è visibile chiaramente dall'abbondanza e preziosità di molti reperti come  le lastre fittili dei templi e le   statue di importanti imperatori che,ritrovati nell'area archeologica di Privernum, abbelliscono ora i più importanti musei  romani.
Si rimane davvero stupiti e ammirati davanti alla statua dell'imperatore Claudio,ritrovato, durante gli scavi del 2002, dal teatro di Privernum .L'imperatore mostra un volto segnato dall'età ma pieno della forza,della dignità e del carisma degli imperatori. Altrettanto ammirati lascia la foto della celeberrima statua dell'imperatore Marco Aurelio ora a Roma.
Diversi pannelli mostrano la vastità e la grandiosità della città di Privernum ,riportata alla luce dagli scavi,effettuati nel sito di Mezz'Agosto. La visita al Museo può essere completata da  quella della zona archeologica,che è visitabile a partire da marzo.
Il reperto più famoso del Museo è il grande mosaico che ornava l'atrio di una domus romana,conosciuta come domus della Soglia nilotica.
Il mosaico infatti ha due parti in quella centrale,parzialmente ricostruita,vi sono motivi geometrici,ma la parte più bella e meglio conservata è la cornice con raffigurazioni di ambiente nilotico.Vi sono graziose anatre,coccodrilli e vegetazione in primo piano e architetture e piccoli  "pigmei" nella parte superiore. Stupisce la bellezza e anche le minime dimensioni delle tessere del mosaico.
Più avanti un altro mosaico :quello dell'Emblema figurato che abbelliva l'Atrio di un'altra domus.
Si esce da questo bel museo con la gioia di avervi ritrovato la bellezza e la storia che caratterizza quasi tutti i paesi della nostra Italia. 
Indirizzo mail : musarchpriverno@libero.it
                          tel.0773.912306

lunedì 14 gennaio 2019

Museo archeologico "Roger Lambrechts" di Artena


La città di Artena,situata nella punta settentrionale dei Monti Lepini,al confine tra la provincia di Roma e quella di Latina, è un antico centro medioevale,ma visitando il suo museo archeologico si scoprirà che le sue origini risalgono all'epoca preromana.
Nell'antico Granaio Borghese il Museo Civico Archeologico "Roger Lambrechts" presenta una serie di reperti archeologici e manufatti, di varia tipologia, molto interessanti e, in alcuni casi, davvero RARI.
Molti degli oggetti provengono dall'area archeologica di Pian della Civita situata su un pianoro in cima ai monti sovrastanti il paese di Artena nella catena dei Monti Lepini. Quest'area archeologica fu prima esplorata dal Gruppo Archeologico di Artena - gruppoarcheologicoartena@gmail.com- per poi essere studiata e riscoperta da un gruppo di archeologici belgi ,diretti

dall'archeologo Roger Lambrechts.
I reperti riguardano diverse epoche storiche: dall'età neo- eneolitica all'età tardo-antica e consistono in materiale litico,ceramiche ,decorazioni architettoniche, oggetti decorativi,armi metalliche e monete.
Di particolare rilievo tutta la collezione di ceramiche dalle grandi anfore,alle brocche alle olle ,ai "piattelli".
Molto interessante la decorazione di alcune brocche che raffigurano volti femminili con indubbio carattere stilistico italico.
Notevoli anche i reperti in piombo e pietra di canalizzazione idrica, ma in effetti quasi tutte le vetrine e i reperti in esse contenuti,sono molto interessanti e catturano l'attenzione del visitatore.
La visita al Museo inoltre è arricchita dalle spiegazioni che i componenti del Gruppo Archeologico Artena cortesemente forniscono.
Il Museo è inserito in un contesto urbano di grande interesse,sviluppatosi soprattutto a partire dal '600 ad opera del cardinale Scipione Borghese. Insieme al Museo quindi sono da vedere il Palazzo Borghese,il Palazzo del Governatore,la Piazza della Vittoria e la Collegiata di Santa Croce.