domenica 30 dicembre 2007

Lo studio del pittore Dino Catalano

Visitare lo studio del pittore Dino Catalano,il noto artista di Sabaudia,è stata un'esperienza veramente bellissima e indimenticabile.
Centinaia di quadri, decine di immagini alle pareti e altre decine che emergevano fuori dai ripiani dove ,una necessità sempre crescente di spazi le aveva relegate.
Ed ogni volta una sorpresa abbagliante ,accecante quasi.
I colori che ,insieme allo scatto del segno veloce, sono a mio avviso la nota più significativa dello stile dell'artista, riempivano i nostri occhi e saturavano l'ambiente rendendolo unico, bello! vivo!

I quadri erano raccolti per soggetto, per tema e così in una delle stanze , su un ripiano ecco emergere , quasi tirati fuori dal cilindro di un prestigiatore, la serie dei "volti", volti dallo sguardo intenso e penetrante che ti entra nell'animo.
Dal corridoio invece ecco venir fuori la serie dei paesaggi , con gli alberi in primo piano protagonisti assoluti : alberi viola che inquadrano campi rossi e arancioni o specchi d'acqua . E ancora paesaggi con il mare agitato mosso dal vento e riconosciuto tale solo con una visione distante.

Dei corpi di donna sono attaccati alle pareti e sono corpi sinuosi scattanti,spesso visti di schiena , immagini veramente "assolute" della sensualità femminile.
Quasi tutte le raffigurazioni sono rese con sovrapposizioni di colori che sono spesso trattati con colpi di spatola ,tecnica che rende alternativamente effetti di
movimento, ombra , profondità , luce e talvolta effetti arabescanti , con uno stile personalissimo che fa di questi lavori qualcosa che il visitatore si porta dentro .



Le qualità umane di Dino poi completano il tutto rendendo questa visita uno di quei momenti da ricordare , belli e "inaspettati" regali che a volte riceviamo.

sabato 8 dicembre 2007

Visita mostra "Pop Art"




Cose,oggetti,insegne e cartelli stradali, loghi e simboli delle industrie più importanti, ma anche corpi,volti di cantanti e attori e degli uomini politici che hanno fatto la storia.



E' l'universo variegato della Pop Art, messo in mostra alle Scuderie del Quirinale a Roma in questi giorni e fino al 27 gennaio.
La Pop Art , da Popular Art, è , come dice uno degli esponenti più importanti Andy Wahrol , "..l'amore per le cose".
Un gran numero di artisti alcuni molto conosciuti come Warhol,Rauschenberg,
Lichtenstein , altri famosi negli anni '60 e ora invece quasi dimenticati, sono
presenti nella mostra che presenta un allestimento tematico , certamente funzionale alla fruizione e comprensione di un pubblico vasto, fatto non di soli
conoscitori.

E così si passa dalle sale dedicate agli oggetti della vita quotidiana a quella dei "divi" la cui immagine , propagandata e diffusa dai mass-media, diventa un'icona dei tempi moderni che l'artista pop reinterpreta e rivisita astraendola dal suo contesto per "lavorarci" sopra :colorarla, strapparla, sovrapporla.
Ci sono poi le sale dove artisti italiani utilizzano le immagini dei quadri o affreschi più importanti delle epoche passate , per "riviverle" e "presentarle" come fossero appunto "oggetti" , con un'opera di smitizzazione che abbassa il livello "alto" dell'opera artistica ad oggetto di stampo popolare perchè come disse Tano Festa "..per un italiano Michelangelo è più popular della Coca Cola..":
Altre sale sono dedicate alla presentazione e reinterpretazione del fumetto, un'altra al corpo umano e all'utilizzo e strumentalizzazione che ne fa la società dei consumi e della comunicazione.
Ci sono infine anche le opere che prendono per tema grandi avvenimenti storici , come la conquista dello spazio o grandi uomini politici come J.F.Kennedy.

Gli artisti della Pop Art vivono nel presente e la "realtà attuale" è l'oggetto delle loro rappresentazioni artistiche e la mostra costituisce una piacevole immersione in quel mondo degli anni ' 60 , che nelle sue coordinate di base , è ancora il nostro mondo.






Poesia "Parole e pensieri"




Mi parlavi con gli occhi,
con quello sguardo strano,
a volte perso nel vuoto
e a volte fisso nei miei occhi.
Mi parlavi con la bocca
che rideva di felicità.
Mi parlavi con parole d'amore,
tenere e dolci come nient'altro al mondo.

Tenaci i pensieri rincorrono
le immagini.
Sicuri i ricordi
prendono stabile dimora nel mio cuore.
Ma non ce n'è bisogno
...è il mio cuore
la nostra casa.


giovedì 29 novembre 2007

Mostra "Paesaggi Pontini" di Marcello Trabucco

Nelle "Sale di Nadar" a Latina, si è tenuta nei giorni passati la mostra "Paesaggi pontini attraverso la memoria" dell'artista Marcello Trabucco.
Sono quadri realizzati con la tecnica dell'acquaforte e acquatinta e rappresentano alcuni tra i più importanti monumenti artistici e architettonici del territorio pontino.
Questi quadri sono significativi per il loro valore storico-documentario, ma colpiscono anche per la leggerezza e levità delle rappresentazioni che si uniscono al rigore formale. Il monumento non è mai visto staticamente, ma con una molteplicità di punti di vista, immerso nel paesaggio o accostato alla sua planimetria. C'è quindi un senso dinamico che quasi " rende" visivamente il senso del trascorrere del tempo.

Il quadro del Castello baronale di Cisterna colpisce per quell'emergere dell'immagine dal passato: una cartolina con i personaggi che si muovono lievi ,quasi evanescenti, anche il Palazzo sembra emergere dalla nebbia del tempo e pian piano riaffiorare nel presente e l'insieme ha una leggerezza che incanta. Sul fondo del quadro la planimetria disegnata dà un effetto di contrasto e si passa dal "sogno" dei tempi passati alla concretezza del presente.
Un fascino particolare ce l'ha anche il quadro raffigurante il Castello baronale
di Fondi e la Cattedrale di San Pietro.
L'elemento dominante del quadro è il portale gotico che si impone per la forza e l'accuratezza dei segni. All'interno del portale c'è la raffigurazione di S.Onorato, la figura è presentata dai contorni sfumati e dal segno leggero, quasi "consumata" dal tempo.
Il castello baronale è in primo piano sulla destra contornato dalle case del paese , dalle quali spicca per i segni scuri che con precisione definiscono la costruzione in pietra.
E' un quadro in cui si legge "la storia": la storia del nostro territorio e del nostro Paese e l'evoluzione delle forme artistiche e architettoniche e quasi ci si immerge in esse "risucchiati" dall'imponente portale gotico.

Lettura dell'opera a cura di Maria Di Tano

giovedì 22 novembre 2007

Poesia: Il colore del cielo


Attraverserò prati e boschi
ed ancora ti camminerò accanto,
guarderò l'azzurra distesa del mare
ed ancora ti siederò vicino,
contemplerò le montagne coperte di boschi
ed ancora ti parlerò piano.

Ed allora lasceremo le lacrime
ed il mondo sarà ancora colorato di cielo.

Latina ,1998

sabato 3 novembre 2007

Mostra opere di Mario Ceroli


La mostra di opere dello scultore Mario Ceroli allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma , in sale un pò decentrate e retrostanti ai saloni dedicati a Mark Rothko , offre al visitatore la gradita sorpresa di uno spettacolo inconsueto e affascinante.
Entrando così lateralmente si viene coinvolti subito dalle sagome ordinate in
marcia silenziosa della famosa opera "La Cina": alla mente il richiamo della storica "lunga marcia" nel periodo della rivoluzione cinese e anche la presenza muta ordinata e obbediente dei "guerrieri sepolti" riportati alla luce dopo secoli in Cina.
C'è poi la distesa di terre colorate di "Piazza Italia" : mucchietti dai colori accesi e squillanti che , osservandoli, ti rimandano alla varietà di paesaggi, di colori e di paesi di cui è fatta la nostra nazione . Ed è come se un film ti passasse negli occhi, come se in volo radente si percorressero le terre, le montagne, i fiumi della nostra Italia.
Il grande quadro de " Le strade della politica degli ultimi cento anni" , ti colpisce per l'impatto visivo del colore rosso acceso che copre uniformemente la grande superficie , poi , osservando, lo sguardo percepisce le campiture interne, come strade in fuga, al cui interno sono presenti simboli come la svastica , una falce e martello stilizzati e le sagome di carrarmati. E certo quel rosso vivo, che copre ogni cosa, rimanda al rosso del sangue versato durante le tante tragedie che hanno contraddistinto la storia dell'Europa negli ultimi cento anni.
E' un quadro di grande impatto emotivo, coinvolgente nella linearità ed evidenza del suo messaggio.

C'è poi un'altra opera che spicca nell'insieme dei lavori in esposizione , peraltro tutti significativi e di grande forza scenica, ed è Prova d'Orchestra
del 1979 che è fatta di tavole di legno,chiaramente e volutamente già usate e "vissute", accostate l' una all'altra , dalle superfici delle quali fuoriescono pezzi di carbone dalle forme a volte dritte a volte contorte, con l'estremità a raggiera.
L'insieme suggestivo suggerisce il movimento di uomini che suonano, è come una sinfonia, come un'onda che si muove agitata dall'onda delle emozioni e del suono. E quest'effetto contrasta con quel nero del carbone , un "bruciato" che riprende vita e si anima nell'intonare una musica perenne che fa rivivere la materia morta,inerte.
Esco grata per le emozioni provate dalla visione di queste opere dal potere fortemente evocativo e sempre più consapevole della grande forza espressiva di talune espressioni dell'arte contemporanea.

Latina, 4.11.07 recensione della mostra a cura di Maria Di Tano

lunedì 22 ottobre 2007

Le metafore


Tratto dal libro di Anthony Robbins "Come migliorare il proprio stato fisico,mentale,finanziario


Riporto queste belle affermazioni tratte dal capitolo sul "Vocabolario trasformazionale" e che mi sento di condividere e di raccomandare.


"Le metafore possono cambiare il senso che associamo a qualsiasi cosa,cambiare quello che colleghiamo al dolore e al piacere e trasformare la nostra vita con la stessa efficacia con cui trasformano il nostro linguaggio.

Quindi sceglietele con cura,sceglietele con intelligenza,sceglietele in modo che approfondiscano e arricchiscano la vostra esperienza di vita e quella degli altri.

Diventate un "detective di metafore". Ogni volta che sentite qualcuno usarne

una che pone dei limiti,intervenite, cercate di interrompere il "modulo" di chi

la sta usando e offritegliene una nuova. Fatelo con gli altri e fatelo soprattutto
con voi stessi."
Latina,22.10.07 Mary

lunedì 17 settembre 2007

Mostra "Cracking Animal Art"



C'è una mostra nello spazio espositivo del Chiostro della Pace di Roma, di artisti che fanno parte del "Cracking Art" movimento di arte contemporanea che programmaticamente vuole utilizzare la plastica, elemento fondamentale dell'era moderna, rifiuto e "contenitore di tutto il vissuto del pianeta" - come recita il loro manifesto.
E' una mostra estiva che dell'estate ha gli stessi colori,le stesse tonalità calde,festose abbaglianti.
Il Chiostro all'entrata ti accoglie con un gruppo di grandi alligatori, pacifici e quasi allegri nei loro colori squillanti: fucsia,lilla e già un senso di gioia ti allarga il cuore.
Entri e nelle prime sale ci sono grandi composizioni dai mille colori, quali enormi fiori dai "petali" carnosi e voluminosi.
E poi c'è ironia e bizzarria nella sala delle "colonne" .Dei volti di Leonardo da Vinci sono collocati su colonne ioniche e sono sormontati da composizioni di frutta e verdura , quasi dei moderni quadri tridimensionali di Arcimboldo.
Ci sono poi grandi quadri realizzati con l'inserzione di oggetti, " residui" della
nostra contemporaneità quali biglietti spezzati, pezzi di pellicole fotografiche.
Il fondo azzurro o arancione è costellato di altre forme piccole e grandi disseminate : il grande "big bang" della nostra società dove il "rifiuto" , la frantumazione coinvolgono lo spettatore in una sorta di turbinio di oggetti.
La compattezza ,la solidità del materiale usato e la vitalità del colore rendono però la visione allegra e ottimista. Dal big bang si può uscire con una nuova organizzazione del mondo? Con un diverso "rispetto della natura" ? E' un valore che programmaticamente il movimento del Cracking Art mette al centro della
sua riflessione.

Le foto delle tante installazioni realizzate in varie città europee completano la mostra, alcune talmente coinvolgenti da proiettare lo spettatore nel mezzo della "strada" o sulla terrazza di un palazzo tra i pinguini, i gabbiani, gli orsi.

Recensione critica della mostra realizzata da Maria Di Tano il 16 luglio '07

giovedì 6 settembre 2007

Dipinti del pittore Dino Catalano




Volti decisi, profili imperiosi che emergono con forza vitale dal fondo prepotentemente colorato.

Oppure corpi sinuosi di donna che con forza affermano tutta la loro femminilità.
C'è un fascino particolare nei dipinti del pittore Dino Catalano, le pennellate sono veloci come mosse da un bisogno impellente di fermare sulla tela una visione,un ricordo, un'emozione.
E non c'è niente di scontato in questi volti o corpi, gli sguardi penetranti colpiscono lo spettatore
che non può rimanere indifferente alla forza vitale del tratto e dei colori.

E così si rimane affascinati "catturati" da quelle labbra carnose e piene , dai capelli mossi e ampi
come reti che catturano lo spazio e dal magma dei colori.
Di fronte a queste tele sembrano lontane e vane le discussioni sulla pittura e sulla sua presunta
inattualità e incapacità a rappresentare il reale. Se invece si considera la pittura come interpretazione e comunicazione, come è in realtà, è di fronte a questi dipinti di Dino Catalano che si percepisce fino in fondo la sua grande capacità comunicativa e la sua interpretazione delle emozioni e dei sentimenti.




Maria Di Tano, Luglio 2007

mercoledì 1 agosto 2007

Nel silenzio assolato


Ha una suggestione particolare il partecipare ad un funerale in uno dei tanti paesi collinari o di montagna del Sud d'Italia e Castelforte eSS.Cosma e Damiano - due paesi all'estremo sud del Lazio ai confini con la Campania - ben lo rappresentano.
Dopo la cerimonia funebre in Chiesa c'è un corteo che arriva fino alla casa del defunto o ad uno slargo che si apre tra le viuzze strette del paese.
Gli uomini seguono il feretro con la schiena curva , le mani allacciate dietro la schiena, le donne anziane con i vestiti poveri e "antichi" , mischiate a persone più giovani con aspetto e abbigliamento attuali.

Palpabile tra la folla e penetrato quasi nei luoghi si sente un dolore mesto e rassegnato, saggio come la SAGGEZZA di un'antica atavica sofferenza.
La folla sfila tra le vie dei paesi che ancora presentano le ferite dell'ultima guerra mondiale ,quando quì passava la famigerata "linea Gustav", quella che divideva le truppe degli alleati che risalivano la penisola- dopo gli sbarchi in Sicilia e Salerno -dall'esercito tedesco che occupava il resto del paese e che quì rivelava il volto particolarmente duro delle truppe di occupazione.
Ad un certo punto il corteo si ferma e i parenti più stretti ricevono le condoglianze i saluti dei
partecipanti e sono saluti rispettosi , frettolosi a volte, finchè qualche parola di amici o parenti, venuti da lontano, non spezza la cortina di compassato silenzio ed allora l'emozione e il dolore
vengono allo scoperto e le lacrime e gli abbracci sottolineano dei momenti intensa commozione e
partecipazione.
Poi i parenti salgono in macchina per seguire il feretro all'antico cimitero del paese, quello dove ancora ci sono - e sempre ci saranno- i tumuli di morti sconosciuti o le fosse comuni che raccolgono i resti di caduti a seguito di bombardamenti.
Quì in questi paesi, che orgogliosamente e giustamente portano la medaglia d'oro al valore civile , forte si sente il senso di dolente partecipazione alla condizione umana e forte è quel senso "foscoliano" di comunanza d'affetti che unisce i vivi e i morti.
Quì il dolore sembra più vero,più umile, più purificato.

lunedì 23 luglio 2007

I giochi di forme


C'è certo ordine , precisione e forse anche "rigore" in questi acquerelli del pittore Enzo Natilli, ma c'è anche qualcos'altro.

Figure geometriche si intersecano, si affrontano "giocano".

Ed è un gioco divertente e divertito che scompone e ricompone immagini geometriche intervallate da altre figure che , per chissà quale forza ed energia, si allungano assumendo forme curve che vengono a spezzare il rigore dei triangoli e dei quadrati, le figure geometriche della "perfezione " e dell' "armonia".

L'intersecarsi e l'improvviso allungarsi delle forme fa trasparire la "fantasia" ,la volontà di rompere l'ordine prestabilito e così l'insieme trasmette un'appassionata "immersione" nella

PITTURA: nel perenne incrociarsi di forme e nei colori che hanno tonalità lievi, delicate, serene.

sabato 7 luglio 2007

I "ricami" di Ghada Amer




C'è una mostra in questi giorni al MACRO (Museo di Arte Contemporanea) di Roma che vale la pena di vedere. Sono in mostra i lavori di Ghada Amer un'artista egiziana che vive e lavora a New York.
Se , come recita il famoso assunto di MacLuhan, il medium è il "messaggio", il medium di Ghada Amer, particolarissimo, originale e lieve, lo è davvero.
L'artista egiziana disegna su grandi fogli e ricama sul tratto che risulta quindi una combinazione lievissima di filo colorato e "segno" sicuro, agile ,leggero.
A volte i fili vengono raggruppati in insiemi senza forma come dei "grumi" di colore che pendono dalla tela e sono come la rappresentazione dei nodi, dei "guazzabugli" dell'esistenza,
dei grumi di dolore.
Sullo sfondo dei quadri sono spesso rappresentate immagini di donne stampate e ripetute in pose spesso "erotiche", impegnate in atti di erotismo individuale con i "nodi colorati" che in parte nascondono le immagini , in parte gli danno profondità.
Lo sguardo dell'osservatore è costretto ad "indagare" , ad andare oltre e scruta per decifrare e così facendo entra nell'intimità della donna.
Una donna che alla fine si svela senza pudori nei momenti più intimi di una sessualità solitaria, indipendente dove l'uomo non c'è e non appare mai.
Solo nei quadri che rappresentano baci appassionati si vedono raffigurati parti di volti maschili.
Ecco che allora l'uomo è accettato ,è partecipe ma è proprio solo nel momento del "bacio" atto d'amore e di condivisione più forte.
In altri quadri ,questi senza "grumi" di fili, le donne sono rappresentate intente in attività casalinghe ed allora la tela è più aperta , più decifrabile e sembra trasmettere serenità, perchè la dimensione "tradizionale" della donna "permette" una più tranquilla rappresentazione.
Ma anche quì il segno e il ricamo sono leggeri e agili e sembrano dare forza e bellezza alle attività più consuete più ripetitive che , da sempre, le donne svolgono.

Sono queste opere di una donna che indaga sull'universo femminile , che esprime in maniera forte e originale il suo modo di vedere "le altre", con uno spirito di solidarietà e di comunanza bello da vedere e da sentire.
Lettura critica dell'opera di Maria Di Tano

martedì 3 luglio 2007

I dieci Rotoli


Dal Libro di O.G. Mandino :Il più grande venditore del mondo:

OGGI SARO' PADRONE DELLE MIE EMOZIONI
ANTICO SEGRETO:Debole é colui che permette ai suoi pensieri di controllare le sue azioni; forte é colui che costringe le sue azioni a controllarei suoi pensieri.
Percio ogni giorno al risveglio:
Se mi sento depresso canterò
Se misento triste riderò
Se mi sento debole raddoppierò il lavoro
Se mi sento timoroso mi lancerò avanti
Se mi sento inferiore indosserò abiti nuovi
Se mi sento insicuro alzerò la voce
Se mi sento povero penserò alla ricchezza futura
Se mi sento incapace ricorderò i successi ottenuti
Se mi sento insignificante ricorderò le mie mete
OGGI SARO' PADRONE DELLE MIE EMOZIONI
Padroneggerò i miei stati d'animo per mezzo di azioni positive e dominando i miei stati d'animo,
controllerò il mio destino

lunedì 25 giugno 2007

poesia. "Tu"




Nei tuoi occhi mi rifletto,
nel tuo cammino mi ritrovo,
i tuoi passi sono i miei passi
e il sorriso che fa risplendere il tuo viso
è lo stesso che illumina il mio sguardo.

Ti parlo da lontano con parole silenziose
e tu rispondi con immagini lucenti.

Latina,febbraio 2007 Maria

venerdì 15 giugno 2007

"I Volti"


C'è una giungla di volti che ci guardano sulle strade...non si sfugge , appena usciti da casa ci vengono incontro : visi grandi e piccoli, sorridenti e seri, ammiccanti o rassicuranti , in pose stereotipate.
Certo non è piacevole , le immagini ci perseguitano. Ma le loro idee? I loro programmi?. Siamo davvero in una società dell'apparenza. L'immagine sovrasta su tutto, ma quale immagine? quella dei "media". L'homo "tele"(da lontano)"visivo" che vede ed è veduto . Ma vede "da lontano", non vede "lontano" e quindi non ha una visione esatta delle cose.
E allora.. l'importante è mostrarsi, rendersi visibili! farsi vedere !
Ma tutto assume un aspetto paradossale e quei volti che ci scrutano ossessivamente da ogni angolo della città, sono il simbolo l'ICONA di una società "povera", priva
di contenuti e di spessore.

Latina 26 maggio '07


Maria Di Tano

domenica 10 giugno 2007

La Stilita del burka





Questa scultura presenta una figura femminile, seduta su una colonna, alla maniera degli antichi eremiti orientali che come forma estrema di isolamento e ascesi, passavano lunghi periodi su delle colonne in luoghi isolati.
La figura è tronca , raffigurata cioè fino alla vita, le gambe fuoriescono da una veste che si scioglie e si apre.
C'è un'energia interiore particolare in questa figura : i panneggi avvolgono dolcemente e sensualmente un corpo che c'è e si indovina carico di forza , ma il moto ascensionale culmina con una negazione: mancano il tronco e la testa.
E' l'evidente ieratico simbolo di un'identità negata. Alla donna del burka non è concessa la libertà: di pensare, di vivere. Ed è proprio nel BURKA , che è l'immagine più sconvolgente e significativa di una persistente , antica ma anche moderna negazione dei valori umani , che è
avvolta questa figura.
Ma tutto ciò contrasta con la vitalità del movimento della scultura : le gambe semipiegate che spingono verso l'alto, il panneggio che si scioglie , si allenta, quasi a volersi liberare dalla costrizione.
E' una figura fortemente dinamica, è l'uomo che , nel tentativo di raggiungere la libertà , si ferma , le paure lo bloccano e così il suo moto progressivo è di colpo negato e c'è "l'assenza".

I materiali usati sono il ferro e il gesso e rispondono entrambi a finalità precise : strutturali il primo, che costituisce l'anima interna della scultura, strutturale e chiaroscurale il secondo che rende la superficie ruvida, scabra, con particolari riflessi dati dal colore che permea il materiale e reagisce con effetti cangianti alla luce.

L'opera è dello scultore Roberto Andreatini.


Lettura critica dell'opera di Maria Di Tano

giovedì 24 maggio 2007

Le "matasse" della vita


Si può dire sicuramente che l'essenza di questi affascinanti disegni è costituita da "fili", "segni" che si avvolgono e disfano per poi tornare a incontrarsi e congiungersi e questo loro movimento incessante può essere letto in modo emblematico , essi rappresentano cioè l'immagine grafica della vita stessa , prendendo in prestito un termine della critica letteraria, sono quasi il "correlativo oggettivo" dell'esistenza umana.
Sono le emozioni e i dolori , le passioni e le delusioni, l'amore e la sofferenza sono la vita che
palpita e si intreccia ed il "segno" dell'artista , che si fa da sè e non segue linee prestabilite,
segue istintivamente quei giri , quelle volute che sono le stesse del nostro percorso esistenziale
e il nostro sguardo si incanta a vederli e ci perdiamo in esse perchè nell'intimo sentiamo che
ci appartengono.

Lettura dell'opera : I disegni di Roberto Andreatini
realizzata da Maria Di Tano

mercoledì 23 maggio 2007

I Gabbiani: lettura di un'opera d'arte


Un gruppo di gabbiani: bianchi,forti,fieri , sono vivi? Sono lì immobili ma prendono vita dall'ambiente in cui si trovano : lo splendido scenario del lago di Fogliano o le antiche stanze cariche di suggestioni artistiche dell'Abbazia di Valvisciolo.

Non serve chiedersi se sono vivi , la materia di cui sono fatti è il gesso, una materia inerte forse , ma essi "sono" e rappresentano il simbolo dell'arte che "vive" nell'ambiente e nella mente di chi osserva.

E così li guardi e sono presenti più dei gabbiani "in carne ed ossa" sfuggenti e inafferrabili, sono lì a ricordarti il loro volo , la suggestione degli spazi liberi del cielo , tanti "Jhonathan Livingstone" in pausa , pensosi e pacifici , mischiati alla vegetazione palustre con l'acqua del lago a fare da sfondo.

Quest' installazione ,dello scultore Carmine Cerbone , che è " artisticamente" moderna ,ha però qualcosa di antico , la forma non è oscura e impenetrabile dal significato da decifrare,

ma è un forma tradizionale , dal sapore del passato ma dal fascino moderno.



Lettura dell'opera d'arte di Maria Di Tano . Latina 13.5.07