giovedì 26 febbraio 2009

Villa Torlonia

E’ una bella giornata di sole e Roma mi riserva un’altra bella sorpresa , una delle tante, e questa volta è Villa Torlonia, la villa acquistata nel 1978 dal Comune di Roma e restaurata negli ultimi anni . Gruppi di palme nel giardino esterno di Villa Torlonia
Meritevole è stata l’azione del Comune di Roma che ha consegnato alla visione del pubblico un vero gioiello dell’architettura e dell’arte dell’800 e del ‘900.
La Villa fu acquistata alla fine del ‘700 da Giovanni Torlonia – erede della famiglia di banchieri francesi Torlonais- che la rilevò dalla famiglia Colonna e che poi l’affidò per la ristrutturazione all’architetto Giuseppe Valadier. Villa Torlonia.una delle sale interne.http://leggerelarte.blogspot.com
Un secolo dopo nel 1925 , la villa fu utilizzata come residenza dalla famiglia Mussolini e dal ’44 come sede del comando alleato a Roma, subendone notevoli danni che sono stati oggetto di un intelligente restauro che ha lasciato le tracce di questi avvenimenti storici.
Il Casino Nobile è il fulcro della Villa e quello che contiene le opere d’arte più belle-http://www.museivillatorlonia.it
La semplice struttura del Valadier aveva nel salone centrale – una Sala da Ballo introdotta da un portico dorico – il centro della costruzione.
Nel 1832 però , Alessandro Torlonia incaricò il pittore e architetto Giovan Battista Caretti di rendere il palazzo più imponente e così verso Via Nomentana fu costruito
il pronao-loggia con le grandi colonne ioniche e con frontone triangolare decorato con un altorilievo. Sala Egizia
Le stanze del primo e secondo piano sono affrescate secondo un tema che dà il nome alla stanza e così ecco : la Camera di Psiche, quella Gotica, quella Egizia con
gli affreschi raffiguranti Antonio e Cleopatra, quella dei Poeti e degli Artisti rappresentati nella volta e la Sala di Bacco con le storie del dio Bacco.
Nella stanza detta “ a berceau” ci sono tre rilievi a stucco di Antonio Canova , ritrovati recentemente nei sotterranei del teatro e rappresentanti episodi tratti dai poemi omerici.
Nel salone ci sono gli affreschi più belli , opera di Leonardo Massabò e datati al 1840 , sono : il “ Volo delle tre Grazie” e il “ Volo delle Dodici Ore” , quest’ultimo rappresenta le ore come figure femminili che volteggiano nell’aria con grazia e levità,ognuna toccando la mano dell’altra. Al centro risalta la figura posta di schiena Volo delle dodici ore
che dà profondità e dinamicità a tutta la raffigurazione , è una figura bellissima , di un fascino assoluto , con la schiena nuda e le braccia aperte , vola , quasi sostenendo il movimento centripeto di tutte le figure.
Le figure femminili di tutti gli affreschi rappresentano il gusto estetico dell’epoca, sono figure snelle dal seno piccolo, i lineamenti delicati ed i capelli raccolti, simili
come tipologia alle statue del Canova.
Bello , per le rappresentazioni iconografiche, anche il dipinto della lunetta di F.Coghetti, raffigurante il Parnaso e dove si possono ritrovare i volti di importanti poeti e uomini di scienza: G.Galilei,I.Newton , Keplero e Petrarca, Dante e Alfieri.
La Casina delle Civette poi è un altro capolavoro assoluto , contiene vetrate lavorate, pavimenti in legno a intarsi e una grande raffinatezza delle decorazioni.
Ci sono molti bozzetti e vetrate realizzate da uno dei più importanti artisti dei primi del Novecento: Duilio Cambellotti.
Per chi non ha mai visto Villa Torlonia , la visita riserverà bellissime sorprese e incantevoli opere d’arte.

Maria Di Tano

Latina, 24.02.09
Articolo pubblicato sul quotidiano Il nuovo Territorio

mercoledì 11 febbraio 2009

"Soffi di neve" poesia



Soffi di neve
mi colpiscono il viso,
gli occhi abbagliati,
la meraviglia pervade i sensi.

Piccoli rametti sorreggono
batuffoli bianchi,
e svanisce ogni altra traccia.

Cammino
in una galleria ovattata,
in cui entro
felice e sorpresa.
Ed alla fine del percorso,
una conca bianca
mi accoglie invitante.

Lampi di vita
che brillano intensi,
la natura ci nutre
di linfa vitale,
solo nutrimento
per l’anima ansante.

Opi, 8.2.09

venerdì 6 febbraio 2009

Articolo "Il destino"



Una piccola imbarcazione lascia il porto e si immette nel mare aperto, tutto è pulito,gli ottoni lucidi, cime,sartie e gomene al loro posto,il timone regolato, è pronta per la navigazione! Ha una meta? Il timoniere conosce la rotta ? sa dove vuole arrivare? Certamente sì!
Eppure dopo qualche giorno di navigazione si alza il vento, le onde si fanno più frequenti e più alte, ma la piccola imbarcazione è preparata alle difficoltà, la navicella mantiene la rotta, il timoniere sa come fronteggiare le onde e il vento!
Ho voluto usare questa metafora per iniziare il discorso sul tema quindicinale del Progetto Cicero http://progettocicero.ning.com/
C’è un’interpretazione comune e corrente per cui la nostra vita è dominata dal destino: è andata così si dice ..era destino…!
Ma questo modo di pensare esautora l’uomo dal controllo della sua vita, ne fa una navicella in balia delle onde, dei venti e delle correnti e in fin dei conti gli toglie anche la responsabilità di tutto ciò che gli accade ( cosa che fa anche parecchio comodo!)
E così sembra di essere immersi in un universo incomprensibile, tirannico e a volte crudele, “l’atomo opaco del male” – di cui parlava Pascoli- , che a caso distribuisce premi e dolori, dominato dall’antico classico FATO, qualcosa anche al di sopra degli dei.
C’è certamente più di qualcosa che sfugge al dominio dell’uomo, c’è certamente una forte componente di casualità nella vita umana, qualcosa di superiore a noi.
Ma l’uomo può e deve essere il timoniere della propria vita, avere obiettivi – nei vari aspetti dell’esistenza-, consapevolezza e compiere azioni per dirigere la propria “navicella” e resistere al vento e alle onde, godendosi poi la “bonaccia” , la brezza leggera che avvolge i tuoi sensi, la luce che brilla sulle onde e il volo dei gabbiani!