Si è aperta in questi giorni - e lo sarà fino al 28 settembre- una grande mostra di opere di Mario Schifano che la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma vuole ricordare nel decimo anniversario della sua scomparsa.
La mostra,curata dal critico Achille Bonito Oliva, presenta circa 70 dipinti suddivisi cronologicamente per decenni, a partire dagli anni '60 fino agli anni '90.
Mario Schifano è un'artista tra i più conosciuti della seconda metà degli anni '90 - ma forse tra i meno studiati tanto che il catalogo della mostra è la prima vera consistente pubblicazione su di lui. Era un personaggio famoso e amato nella Roma degli anni '60 e '70 e la cui vita, dedicata alla sua bruciante passione artistica, era immersa in pieno in quell'epoca di cambiamenti, di speranze e di trasgressioni.
Un'artista assimilato alla Pop Art, ma che spazia oltre dei limiti ben definiti, un'artista contemporaneo la cui arte interagiva con i moderni media, la fotografia, la televisione fino al computer e come lui stesso affermava .."Io mi sento come un media. Le cose che esprimo le ho dentro di me...e le immagini televisive mi aiutano a tirarle fuori".
I primi lavori in mostra sono le tele monocrome degli anni '60, ma di quel decennio due sono le
opere che si impongono all'attenzione dei visitatori: una è la tela intitolata "No" che campeggia anche nel grande manifesto affisso all'esterno della Galleria d'Arte e l'altra è "Interno di c
asa romana".
Il primo quadro è in smalto su carta intelata e presenta un NO rosso grande su fondo bianco, il colore non è steso in modo uniforme e presenta delle colature , le due lettere fuoriescono dal bordo , il quadro non riesce a contenere la rabbia e la protesta che quel "no", quasi frettolosamente dipinto, si porta appresso. Lo si guarda quel "NO" ,così apparentemente insignificante , e ti avvince perchè senti di condividerlo , è un NO gridato e rabbioso a tutte le ingiustizie e le brutture del mondo, a cui Schifano si mostrava ben sensibile.
Nello spazio dedicato agli anni '70 sono presenti dei quadri che ben mostrano l'immersione dell'artista nella realtà del suo tempo e la sua partecipazione e preoccupazione per i problemi che assillavano la sua epoca: la guerra, il pericolo nucleare e poi c'è la televisione con la sua invadente ed ingombrante presenza. E quindi abbiamo "Era nucleare" "il Pentagono" "Serie di personaggi TV".
Nei quadri degli anni '80 ben si nota la rinnovata passione per la pittura - dopo la crisi esistenziale e il ripiegamento della metà degli anno '70- ,con un gruppo di quadri di grandi dimensioni , dove i soggetti , di genere prevalentemente personale, sembrano solo un avvio, un pretesto quasi per un'esplosione di forme e colori , dove alla tradizionale tecnica di smalto su tela,
si aggiunge l'acrilico che permette uno spessore di materiale sulla tela che spesso dà forma al colore reinterpretandolo.
Il bellissimo quadro "Ballerini" del 1982 presenta 4 ballerini nei quali progressivamente emergono testa e braccia che ,negli utimi due, catturano l'aria come ali di areoplano, le gambe allineate nelle calzamaglie nere accompagnano il volo, sollevandosi e spingendo con un movimento che esprime e trasmette grande dinamicità e forza.
Gli anni '90 chiudono la mostra con un quadro "Buio inquinato" realizzato con tecnica mista e un altro "Ghiacciaio" che vede l'applicazione di smalto su tela PVC preparata al computer.
Sicuramente una bella mostra ,con opere da vedere, capire e gustare.
Recensione di Maria Di Tano
Latina 17.6.08
Pubblicato sul quotidiano "Il Nuovo Territorio" di Latina
il 22.5.08