lunedì 26 gennaio 2009

Articolo "La felicità"


Il nuovo Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha pronunciato il discorso di insediamento mettendo l’accento su vari concetti: la responsabilità , la tolleranza, ma anche la speranza contrapposta alla paura – che certo aveva caratterizzato l’era Bush- e la possibilità di perseguire la FELICITA’.
Bello questo concetto! Anche se non nuovo nella storia americana fa un certo effetto sentirlo ed ha una sua intrinseca forza dirompente.
Del Diritto alla Felicità aveva parlato la storica Dichiarazione d’Indipendenza del 1776 , la famosa dichiarazione che prelude alla lotta delle colonie americane per l’indipendenza dall’Inghilterra.
E un tale principio non si ritrova in altre storiche dichiarazioni che segnano e caratterizzano altre rivoluzioni, come quella del Parlamento inglese o nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino emanata durante la Rivoluzione Francese.
La felicità ! L’Europa cattolica e protestante non ha molta familiarità con questo concetto.
La felicità per antonomasia…..non è di questa terra!
Nell’opinione corrente, nella nostra società chi parla , chi pensa alla felicità e,- a parte i tanti che purtroppo ancora lottano per il soddisfacimento dei bisogni primari – il massimo che gli individui chiedono è la serenità , la ricchezza e il piacere!
La nostra società edonista e consumista confonde la felicità con la ricerca esasperata del piacere, aggravata da una concezione materialista dello stesso: la ricerca di beni materiali, di oggetti ed anche i rapporti personali sono sottoposti alla medesima ottica consumista ,una sorta di “usa e getta” sempre più diffuso e sempre meno consapevole.
Ma la felicità si può cercare anche qui ed ora ed è la pienezza dell’espressione della propria personalità nei vari aspetti della vita, nel rispetto degli altri,ma senza i continui ripiegamenti e rinunce dovute in realtà all’ottica di dover “fuggire”, scansare i problemi e le difficoltà.
Ed allora oggi anche noi andiamo verso la FELICITA’, oggi siamo contenti della SPERANZA degli americani, e della nostra speranza nel loro nuovo corso.
Articolo di Maria Di Tano

mercoledì 21 gennaio 2009

Mostra "Da Rembrandt a Vermeer"



Presso le sale del Museo del Corso , a cura della Fondazione -Roma Museo-,
si sta tenendo la mostra “ da Rembrandt a Vermeer”- Valori civili nella pittura fiamminga e olandese del ‘600.
I quadri sono ordinati per soggetto e nelle prime sale ,ed in consistenza numerica maggiore, sono collocati i quadri relativi alla cosiddetta “Pittura di genere” che rappresenta scene di vita quotidiana ed ambienti consueti della società del tempo.
Nelle sale successive vi sono i Paesaggi e per finire i Ritratti , un genere molto praticato dalla pittura olandese , dove la committenza non era religiosa , ma prevalentemente composta da privati cittadini appartenenti al laborioso e benestante ceto borghese.
E tra le varie tipologie , certamente i “Ritratti a grandezza naturale” sono quelli che maggiormente si impongono all’attenzione e possono ben rappresentare la particolarità e l’interesse di questa mostra che ci mette in contatto con una realtà storica tanto diversa dalla nostra, per religiosità, usi e mentalità, immergendoci in una civiltà di certo affascinante.
E così ecco questi ritratti , in genere coppie di sposi, grandi quanto chi li guarda, dalle tipiche “fattezze “nordiche (pelle chiarissima,fisico asciutto, lineamenti pronunciati) , gli abiti con grandissimi colli di pizzo bianco , che risaltano sull’abito nero e presentano la nettezza dei tratti e un realismo da fotografia.
Nella “pittura di genere” ci sono altri bellissimi capolavori : il più noto “La ragazza col filo di perle” di Jan Veermer, bellissimo piccolo quadro con una particolare atmosfera ovattata di colore grigio perlaceo ,e “La pesatrice d’oro” di De Hooch, con la sua atmosfera dorata.
C’è poi un quadro, meno noto ma simpatico, attraente, è “La cuoca” di G.Metzu, un olio su tela , rappresenta una ragazza che sorride guardando chi la “riprende”, si muove, tra la carne sul ripiano , il pollo appeso e i pesci per terra , come una nobile fanciulla in atto di accettare un invito a danzare. Il volto è rotondo, porta la tipica cuffietta sul capo ma è affascinante per il suo sorriso gentile e per la luce che la illumina.
C’è poi un quadro molto famoso “Il cambiavalute” un olio su tavola di Van Rijn,rappresenta un uomo che è circondato da carte e libri , con le mani regge e protegge la luce di una candela che lo illumina intensamente, il viso è segnato, gli occhiali sono sul naso, le monete sul tavolo, il lavoro lo aspetta!
E’ l’immagine della laboriosità, non è certo affascinante ,neanche come soggetto, eppure quella luce così intensa rende bellissimo il quadro e dà quasi un aspetto di “sacralità” al suo lavoro.
La mostra sarà aperta fino al 15 febbraio e non si dovrebbe perdere l’occasione di vederla.
Recensione di Maria Di Tano
Pubblicata sul quotidiano Il Nuovo Territorio il 18.01.09

sabato 10 gennaio 2009

ROSSO,E NON SOLO, A FINE ANNO!



Belle cose avevo organizzato per la fine dell’anno e l’inizio del nuovo, che avevano anche il valore di una reazione positiva a qualcosa di brutto accadutami!
La mattina un malessere mi fa temere , ma parto ugualmente nel pomeriggio, invece…mentre sono a Roma a casa di amici carissimi , con i quali mi appresto ad andare a teatro , ecco trentotto di febbre e dolori crescenti e subito capisco che la partita è persa!
E così mi appresto a passare il capodanno più strano e meno gradevole che potessi immaginare!
……………….
Salgo sul treno alle 8.30, quando il Presidente della Repubblica inizia il suo discorso.
Il treno va piano , e il biglietto costava pure il doppio! E’ il momento del primo piatto a base di pesce – calamari con il sugo rosso per essere precisi!
Nello scompartimento siamo solo io e un pacifico funzionario delle Ferrovie che scrive al computer, un treno quasi deserto in pratica!
Scendo alla stazione – è il momento del baccalà fritto e in umido ! – e prendo la macchina percorrendo le strade deserte.
A casa provo a vedere la televisione ma , nonostante l’aspirina, la febbre è salita già tanto e mi metto a letto scossa da dolori e davanti agli occhi si materializzano immagini di zampone con lenticchie fumanti!
Ormai non sono nemmeno più dispiaciuta, sto troppo male e così quasi mi addormento mentre i primi botti squassano i timpani. E’ praticamente il solito concerto di botti! Latina è una città strana – di origine veneto-emiliana , è ormai per buona parte meridionale-napoletana, per cui il concerto è assordante e stavolta un po’ strano per me! Ma mi affaccio e il cielo brilla di luci rosse , …almeno il ROSSO ce l’abbiamo!
Brutta “bestia” quest’influenza! Forse era meglio che mi vaccinavo , penso tra me e me!
Tra telefonate dei familiari e amiche – cui rispondo a stento- e una richiesta di consigli alla Guardia Medica, passano le prime ore del nuovo anno nel quartiere più
rumoroso della città.
Però…. con fiducioso atteggiamento e costante fedeltà alla tradizione , ho continuato ad indossare le più belle mutandine di pizzo rosso mai viste – acquistate per l’occasione! Ed è un altro tocco di ROSSO!

BEN ARRIVATO 2009!!

giovedì 8 gennaio 2009

Donna, e sola!




In questi ultimi giorni sono rimasta d’improvviso senza compagni d’escursione,
mi sono ritrovata sola e così il vecchio dilemma si è riproposto, l’antica “condanna”
è venuta fuori : “sono una donna e da sola non posso fare certe cose , come andare in montagna!”, le voci del “cosiddetto” buon senso sono riecheggiate dentro di me : “ E’ rischioso, è pericoloso!!” E così si è riproposto il dilemma rinunciare o andare.
Insofferente come sono sempre stata ai limiti posti dalla mia natura femminile, peraltro ben vissuta, ho deciso di andare.
Ho scelto un sentiero vicino e abbastanza frequentato , la saggezza è compagna del coraggio, quello che da Bassiano porta sul Semprevisa.
All’inizio cammino un po’ timorosa, poi prendo più coraggio , del resto sono così impegnata nello sforzo della salita da non riuscire a provare altro! Solo quando incontro degli escursionisti – sempre uomini- da soli o insieme, abbasso gli occhi
quando rispondo al saluto di rito che accomuna chi percorre i sentieri di montagna.
La mia meta sono i Piani di Camporosello , una bella spianata situata proprio sotto la sella del Semprevisa.
Ho calcolato ,osservando la montagna dalla pianura, che lì ci doveva essere la neve.
E così quando finalmente arrivo e la neve mi accoglie , soffice e bianca, sono felice!
Prendo la neve in mano e ne faccio delle palle che lancio in aria! Mi diverto e sono contenta, ho potuto vincere la paura ma anche sentire che il mondo non è poi così ostile alle donne sole e anche noi possiamo oggi fare cose , un tempo proibite!
Al ritorno mi sento più sicura e rispondo con meno timidezza ai saluti e agli sguardi, un po’ sorpresi, degli escursionisti che incontro.
L’emancipazione passa anche per la montagna!!