Il nuovo Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha pronunciato il discorso di insediamento mettendo l’accento su vari concetti: la responsabilità , la tolleranza, ma anche la speranza contrapposta alla paura – che certo aveva caratterizzato l’era Bush- e la possibilità di perseguire la FELICITA’.
Bello questo concetto! Anche se non nuovo nella storia americana fa un certo effetto sentirlo ed ha una sua intrinseca forza dirompente.
Del Diritto alla Felicità aveva parlato la storica Dichiarazione d’Indipendenza del 1776 , la famosa dichiarazione che prelude alla lotta delle colonie americane per l’indipendenza dall’Inghilterra.
E un tale principio non si ritrova in altre storiche dichiarazioni che segnano e caratterizzano altre rivoluzioni, come quella del Parlamento inglese o nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino emanata durante la Rivoluzione Francese.
La felicità ! L’Europa cattolica e protestante non ha molta familiarità con questo concetto.
La felicità per antonomasia…..non è di questa terra!
Nell’opinione corrente, nella nostra società chi parla , chi pensa alla felicità e,- a parte i tanti che purtroppo ancora lottano per il soddisfacimento dei bisogni primari – il massimo che gli individui chiedono è la serenità , la ricchezza e il piacere!
La nostra società edonista e consumista confonde la felicità con la ricerca esasperata del piacere, aggravata da una concezione materialista dello stesso: la ricerca di beni materiali, di oggetti ed anche i rapporti personali sono sottoposti alla medesima ottica consumista ,una sorta di “usa e getta” sempre più diffuso e sempre meno consapevole.
Ma la felicità si può cercare anche qui ed ora ed è la pienezza dell’espressione della propria personalità nei vari aspetti della vita, nel rispetto degli altri,ma senza i continui ripiegamenti e rinunce dovute in realtà all’ottica di dover “fuggire”, scansare i problemi e le difficoltà.
Ed allora oggi anche noi andiamo verso la FELICITA’, oggi siamo contenti della SPERANZA degli americani, e della nostra speranza nel loro nuovo corso.
Bello questo concetto! Anche se non nuovo nella storia americana fa un certo effetto sentirlo ed ha una sua intrinseca forza dirompente.
Del Diritto alla Felicità aveva parlato la storica Dichiarazione d’Indipendenza del 1776 , la famosa dichiarazione che prelude alla lotta delle colonie americane per l’indipendenza dall’Inghilterra.
E un tale principio non si ritrova in altre storiche dichiarazioni che segnano e caratterizzano altre rivoluzioni, come quella del Parlamento inglese o nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino emanata durante la Rivoluzione Francese.
La felicità ! L’Europa cattolica e protestante non ha molta familiarità con questo concetto.
La felicità per antonomasia…..non è di questa terra!
Nell’opinione corrente, nella nostra società chi parla , chi pensa alla felicità e,- a parte i tanti che purtroppo ancora lottano per il soddisfacimento dei bisogni primari – il massimo che gli individui chiedono è la serenità , la ricchezza e il piacere!
La nostra società edonista e consumista confonde la felicità con la ricerca esasperata del piacere, aggravata da una concezione materialista dello stesso: la ricerca di beni materiali, di oggetti ed anche i rapporti personali sono sottoposti alla medesima ottica consumista ,una sorta di “usa e getta” sempre più diffuso e sempre meno consapevole.
Ma la felicità si può cercare anche qui ed ora ed è la pienezza dell’espressione della propria personalità nei vari aspetti della vita, nel rispetto degli altri,ma senza i continui ripiegamenti e rinunce dovute in realtà all’ottica di dover “fuggire”, scansare i problemi e le difficoltà.
Ed allora oggi anche noi andiamo verso la FELICITA’, oggi siamo contenti della SPERANZA degli americani, e della nostra speranza nel loro nuovo corso.
Articolo di Maria Di Tano
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