Una piccola imbarcazione lascia il porto e si immette nel mare aperto, tutto è pulito,gli ottoni lucidi, cime,sartie e gomene al loro posto,il timone regolato, è pronta per la navigazione! Ha una meta? Il timoniere conosce la rotta ? sa dove vuole arrivare? Certamente sì!
Eppure dopo qualche giorno di navigazione si alza il vento, le onde si fanno più frequenti e più alte, ma la piccola imbarcazione è preparata alle difficoltà, la navicella mantiene la rotta, il timoniere sa come fronteggiare le onde e il vento!
Ho voluto usare questa metafora per iniziare il discorso sul tema quindicinale del Progetto Cicero http://progettocicero.ning.com/
C’è un’interpretazione comune e corrente per cui la nostra vita è dominata dal destino: è andata così si dice ..era destino…!
Ma questo modo di pensare esautora l’uomo dal controllo della sua vita, ne fa una navicella in balia delle onde, dei venti e delle correnti e in fin dei conti gli toglie anche la responsabilità di tutto ciò che gli accade ( cosa che fa anche parecchio comodo!)
E così sembra di essere immersi in un universo incomprensibile, tirannico e a volte crudele, “l’atomo opaco del male” – di cui parlava Pascoli- , che a caso distribuisce premi e dolori, dominato dall’antico classico FATO, qualcosa anche al di sopra degli dei.
C’è certamente più di qualcosa che sfugge al dominio dell’uomo, c’è certamente una forte componente di casualità nella vita umana, qualcosa di superiore a noi.
Ma l’uomo può e deve essere il timoniere della propria vita, avere obiettivi – nei vari aspetti dell’esistenza-, consapevolezza e compiere azioni per dirigere la propria “navicella” e resistere al vento e alle onde, godendosi poi la “bonaccia” , la brezza leggera che avvolge i tuoi sensi, la luce che brilla sulle onde e il volo dei gabbiani!
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