mercoledì 21 gennaio 2009

Mostra "Da Rembrandt a Vermeer"



Presso le sale del Museo del Corso , a cura della Fondazione -Roma Museo-,
si sta tenendo la mostra “ da Rembrandt a Vermeer”- Valori civili nella pittura fiamminga e olandese del ‘600.
I quadri sono ordinati per soggetto e nelle prime sale ,ed in consistenza numerica maggiore, sono collocati i quadri relativi alla cosiddetta “Pittura di genere” che rappresenta scene di vita quotidiana ed ambienti consueti della società del tempo.
Nelle sale successive vi sono i Paesaggi e per finire i Ritratti , un genere molto praticato dalla pittura olandese , dove la committenza non era religiosa , ma prevalentemente composta da privati cittadini appartenenti al laborioso e benestante ceto borghese.
E tra le varie tipologie , certamente i “Ritratti a grandezza naturale” sono quelli che maggiormente si impongono all’attenzione e possono ben rappresentare la particolarità e l’interesse di questa mostra che ci mette in contatto con una realtà storica tanto diversa dalla nostra, per religiosità, usi e mentalità, immergendoci in una civiltà di certo affascinante.
E così ecco questi ritratti , in genere coppie di sposi, grandi quanto chi li guarda, dalle tipiche “fattezze “nordiche (pelle chiarissima,fisico asciutto, lineamenti pronunciati) , gli abiti con grandissimi colli di pizzo bianco , che risaltano sull’abito nero e presentano la nettezza dei tratti e un realismo da fotografia.
Nella “pittura di genere” ci sono altri bellissimi capolavori : il più noto “La ragazza col filo di perle” di Jan Veermer, bellissimo piccolo quadro con una particolare atmosfera ovattata di colore grigio perlaceo ,e “La pesatrice d’oro” di De Hooch, con la sua atmosfera dorata.
C’è poi un quadro, meno noto ma simpatico, attraente, è “La cuoca” di G.Metzu, un olio su tela , rappresenta una ragazza che sorride guardando chi la “riprende”, si muove, tra la carne sul ripiano , il pollo appeso e i pesci per terra , come una nobile fanciulla in atto di accettare un invito a danzare. Il volto è rotondo, porta la tipica cuffietta sul capo ma è affascinante per il suo sorriso gentile e per la luce che la illumina.
C’è poi un quadro molto famoso “Il cambiavalute” un olio su tavola di Van Rijn,rappresenta un uomo che è circondato da carte e libri , con le mani regge e protegge la luce di una candela che lo illumina intensamente, il viso è segnato, gli occhiali sono sul naso, le monete sul tavolo, il lavoro lo aspetta!
E’ l’immagine della laboriosità, non è certo affascinante ,neanche come soggetto, eppure quella luce così intensa rende bellissimo il quadro e dà quasi un aspetto di “sacralità” al suo lavoro.
La mostra sarà aperta fino al 15 febbraio e non si dovrebbe perdere l’occasione di vederla.
Recensione di Maria Di Tano
Pubblicata sul quotidiano Il Nuovo Territorio il 18.01.09

Nessun commento: