Ha una suggestione particolare il partecipare ad un funerale in uno dei tanti paesi collinari o di montagna del Sud d'Italia e Castelforte eSS.Cosma e Damiano - due paesi all'estremo sud del Lazio ai confini con la Campania - ben lo rappresentano.
Dopo la cerimonia funebre in Chiesa c'è un corteo che arriva fino alla casa del defunto o ad uno slargo che si apre tra le viuzze strette del paese.
Gli uomini seguono il feretro con la schiena curva , le mani allacciate dietro la schiena, le donne anziane con i vestiti poveri e "antichi" , mischiate a persone più giovani con aspetto e abbigliamento attuali.
Palpabile tra la folla e penetrato quasi nei luoghi si sente un dolore mesto e rassegnato, saggio come la SAGGEZZA di un'antica atavica sofferenza.
La folla sfila tra le vie dei paesi che ancora presentano le ferite dell'ultima guerra mondiale ,quando quì passava la famigerata "linea Gustav", quella che divideva le truppe degli alleati che risalivano la penisola- dopo gli sbarchi in Sicilia e Salerno -dall'esercito tedesco che occupava il resto del paese e che quì rivelava il volto particolarmente duro delle truppe di occupazione.
Ad un certo punto il corteo si ferma e i parenti più stretti ricevono le condoglianze i saluti dei
partecipanti e sono saluti rispettosi , frettolosi a volte, finchè qualche parola di amici o parenti, venuti da lontano, non spezza la cortina di compassato silenzio ed allora l'emozione e il dolore
vengono allo scoperto e le lacrime e gli abbracci sottolineano dei momenti intensa commozione e
partecipazione.
Poi i parenti salgono in macchina per seguire il feretro all'antico cimitero del paese, quello dove ancora ci sono - e sempre ci saranno- i tumuli di morti sconosciuti o le fosse comuni che raccolgono i resti di caduti a seguito di bombardamenti.
Quì in questi paesi, che orgogliosamente e giustamente portano la medaglia d'oro al valore civile , forte si sente il senso di dolente partecipazione alla condizione umana e forte è quel senso "foscoliano" di comunanza d'affetti che unisce i vivi e i morti.
Quì il dolore sembra più vero,più umile, più purificato.
2 commenti:
Anni fa partecipai al funerale di un mio zio in Puglia. La cosa si svolse più o meno come la descrivi tu: corteo per le vie del paese che a un certo punto si ferma in uno slargo, i parenti del defunto si dispongono in fila e le persone "passano in rassegna la fila" dispensando uno ad uno condoglianze e parole di circostanza. Io quando fu organizzato il corteo fui posto in testa ad esso e questo mi restituì un senso di "importanza". Più tardi qualcuno mi spiegò che l'ordine di disposizione all'interno del corteo era stabilito in maniera molto precisa e che la posizione di testa denotava, ahimè.., una scarsa considerazione del ruolo sociale svolto... come dire.. "gli ultimi saranno i primi". Ci restai piuttosto male... (j.demille@libero.it)G.
Questo aspetto della disposizione all'interno del corteo non lo conoscevo, certo questo fatto rende tutto più rigido e codificato socialmente , perdendo quel carattere affettuoso e partecipativo che invece era presente nel funerale che ho descritto e in altri cui ho partecipato.
Sono contenta del commento a questo post/articolo a cui sono affezionata.
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