Nei locali della Galleria Nazionale d'Arte Moderna ,si può visitare in questi giorni e fino all'11 maggio, la mostra" Lucio Fontana. Scultore ".
L'allestimento presenta sale che ripercorrono a ritroso - da un punto di vista cronologico - alcune fasi importanti della produzione artistica del famoso scultore italiano.
E così la prima sala presenta i famosi "Concetti spaziali.Natura". Una serie di grandi palle di bronzo dalla superficie irregolare - quasi fosse plastilina aggiunta e non levigata - e ognuna di esse presenta grandi buchi deformanti e spaccature attorno alle quali la materia si accumula con grumi. Diverse le interpretazioni di queste opere, la più famosa delle quali è certo quella di Argan che le interpreta come espressioni di un mito "ctonio ,relativo a divinità legate a forze sotterranee, sismiche..".
Certo che quei "buchi" hanno l'aspetto di "ferite" inquietanti perchè deturpanti la sfera ,immagine di armonia e simbolo rassicurante.
Ma il lavoro sulla materia si ricollega ad un altro gruppo di opere , di una decina di anni precedenti, e cioè le sculture Teresita, Donna con fiore e Medusa, realizzate in ceramica colorata e riflessata. Sono opere molto belle accomunate da un'identica caratteristica che è la materia increspata agitata come un mare mosso dalle onde , con continui "grumi" - simili a quelli che si addensano attorno alle aperture di "Concetti spaziali.Natura" - ma che ,in queste sculture,
C'è poi la sezione dei Disegni che espone un gran numero di quadri in cui il disegno è l'elemento essenziale, ma correlato alla ricerca spaziale parallelamente operata da Fontana nella scultura.
Tra le tante opere c'è poi il gruppo -assimilabile ai famosi "tagli" presenti in altre sale- di dipinti che presentano piccoli fori uniformi realizzati su tele monocrome.
Quei piccoli buchi in sequenze formano serpentine e intrecci vari , dove noi possiamo individuare forme diverse a seconda del punto di vista e così nel quadro in olio su tela bianca -Concetto spaziale del 1950- i buchi sono tante piccole stelle nere che spiccano sul bianco , come un cielo stellato alla rovescia ma ugualmente luminoso.
Recensione realizzata da Maria Di Tano
Pubblicata sul quotidiano Il Nuovo Territorio di Latina il 27.04.08
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