domenica 30 dicembre 2018

Mostra Incisioni e Patrimonio Culturale a Latina.Alberto Serarcangeli,Marcello Trabucco e Michele Volpe




A Latina negli storici palazzi contigui a Piazza del Popolo, è possibile visitare una bellissima Mostra che riunisce le opere di tre importanti artisti di Latina accomunati dalla rappresentazioni di luoghi e monumenti storici delle provincia pontina e dalla pratica dell'antica arte della calcografia.
 Attraverso la tecnica dell'acquaforte i tre artisti Alberto Serarcangeli,Marcello Trabucco e Michele Volpe hanno rappresentato, con particolari punti di vista e diverse sfumature, luoghi che connotano il Territorio della Provincia di Latina,esaltandone i monumenti e le costruzioni più tipiche. Così possiamo ammirare i monumenti di Ninfa,come quelli di Cori,Priverno,Fossanova,del borgo di Fogliano,  insieme a scorci ed edifici della città di Latina.
L'acquaforte è una tecnica che consiste nell'incidere delle lastre metalliche per poi procedere ad inchiostrare e stampare pressando dei fogli con un torchio.
La mostra è stata organizzata dal Comune di Latina,dalla Camera di Commercio e dall'Associazione Territori dell'Arte.

Visitare questa mostra richiede calma ed attenzione per poter apprezzare le molteplici visioni e l'abilità tecnica delle incisioni. E' un'immersione nella bellezza e nella storia e porta il visitatore ad una maggiore conoscenza di luoghi straordinari per valore paesaggistico e per spessore artistico e storico.

giovedì 20 dicembre 2018

Strada medioevale da Ninfa a Norma


  

Vicino al lago di Ninfa, dove si trova anche il celeberrimo Giardino di Ninfa, si può iniziare un sentiero che porta fino al paese di Norma.
E' l'antica via medioevale che si percorreva per arrivare al paese di Norma, situato su uno sperone roccioso sulle propaggini meridionali dei Monti Lepini.
Il sentiero inizia a poca distanza da un importante canale di bonifica, il Canale Mussolini ,il cui ampio letto è a quest'altezza, privo d'acqua.
Ci si inoltra subito in salita tra gli uliveti che caratterizzano tutto il versante di questa montagna. Dopo il primo tratto con decisa pendenza, si attraversa la strada provinciale che porta a Norma. Questo tratto fa parte dell'ampio percorso della Via Francigena del sud ed infatti vi è all'inizio proprio il cartello Via Francigena ed i tipici segni gialli che connotano questo percorso.
La caratteristica vegetazione mediterranea costeggia tutto il percorso e lo rende piacevole ed interessante e così che, insieme a grandi piante con i fichi d'India,nel punto giusto di maturazione, i cespugli di lentisco  sono diffusi ovunque. La sorpresa più bella c'è quando tra il lentisco e lo "stracciabraghe"- una lianacea diffusa sia nella vegetazione vicina sia al mare che in collina-, appaiono le verdi e appuntite foglie del profumato mirto, che non è poi così frequente nei sentieri. Le sue bacche sono quasi nere,colore che segna la maturazione del frutto.
La pianura pontina sottostante è visibile fino al Promontorio del Circeo e si distinguono anche i principali centri abitati di questa parte della Pianura.  
Il sentiero gira il versante della montagna e la valle di Vado la Mola, con la strada che porta a Bassiano ,è visibile al di sotto. In questo tratto emergono le pietre degli antichi gradini che caratterizzavano la strada medioevale. Peccato che in questa parte il rumore dei colpi di un vicino poligono di tiro, disturbano la bellezza del luogo.
Si arriva a Norma nella punta estrema del paese e salendo ancora un po' si possono percorrere gli antichi vicoli , dirigendosi verso la piazza principale. C'è un concerto natalizio che si tiene nella piazza ad opera della banda del paese.... e migliore completamento della passeggiata non poteva esserci.

martedì 4 dicembre 2018

Mausoleo di Lucio Munazio Planco a Gaeta




Sulla sommità di Monte Orlando ,il Promontorio che domina Gaeta, si erge maestoso ed imponente il Mausoleo di Lucio Munazio Planco ,uno dei personaggi più in vista del periodo tardo repubblicano. Fu console e censore e per due volte comandante in capo dell'esercito romano (imperator).
 Fu amico di Cesare e dopo la sua uccisione rimase al fianco di Antonio fino alla sconfitta di quest'ultimo ad opera di Ottaviano.
Questo famoso generale era nato a Tivoli ma, affascinato dalla bellezza del promontorio di Gaeta, fece costruire qui una Villa che costituiva la sua residenza estiva. Su Monte Orlando emergono resti di costruzioni facenti parte della Villa , ma la maggior parte di questa fu, probabilmente, inglobata dalle successive costruzioni Borboniche che fecero del Promontorio di Monte Orlando una delle principali roccaforti del Regno Borbonico dell'Italia Meridionale.
Si arriva sulla sommità di Monte Orlando percorrendo dei sentieri che lo attraversano e mostrano una grande varietà di ambienti e di costruzioni storiche. Il Promontorio di Monte Orlando con i sentieri e i musei ,costituisce uno degli ambienti del Parco Regionale Riviera di Ulisse.
Il Mausoleo di Munazio Planco,quasi sicuramente destinato a monumento funebre, è uno dei Mausolei Romani meglio conservati . A parte qualche lavoro di sistemazione del cornicione sommitale,il Mausoleo ha attraversato intatto i secoli, rimanendo anche indenne dai vari attacchi e bombardamenti che colpirono il Promontorio e Gaeta nel corso delle vicende storiche che hanno attraversato la storia d'Italia.
L'interno del Mausoleo è visitabile,con una minima quota d'ingresso. Lo spettacolo anche all'interno è imponente :alte pareti , interamente rivestite in "opus reticulatum" circondano lo stretto corridoio che gira, circolarmente,nel Mausoleo.   Nel corridoio si aprono delle ampie celle rettangolari che contengono alcuni interessanti reperti archeologici . Tra i più interessanti le vasche e le fontane decorate con bassorilievi.
Un altro elemento di grande interesse è la decorazione della sommità con metope e triglifi che si alternano. Le metope presentano bassorilievi rappresentanti armi ,scudi ed elmi.
Si arriva al Mausoleo con i sentieri che salgono dal Santuario della Montagna Spaccata, percorso senz'altro consigliato, oppure percorrendo una strada asfaltata che arriva fino in cima. E' una visita da non perdere recandosi a Gaeta.

sabato 17 novembre 2018

Parco di Monte Orlando di Gaeta


Nella bella città di Gaeta,uno dei paesi più ricchi di storia e tesori artistici del Lazio,è presente sull'altura di Monte Orlando un Parco http://www.parchilazio.it/monteorlando  che unisce ambienti di vegetazione mediterranea e costruzioni storiche che risalgono all'epoca romana e al periodo Borbonico quando Gaeta era uno dei capisaldi del Regno Meridionale. Lambisce il Parco e,in qualche modo ne fa parte, anche il complesso del Santuario della Montagna Spaccata con la famosa Cappella del Crocefisso,La Chiesa in stile spagnolo e la Grotta del Turco.

Il sentiero che sale sulla cima del Monte Orlando inizia proprio al lato della Chiesa, attraversa un bosco ricco di vegetazione con piante ed essenze della flora mediterranea. Un' importante parte del sentiero devia verso sud toccando rispettivamente gli edifici della : Polveriera Carolina, la Polveriera(ora museo) Real Ferdinando per poi finire nel grande complesso della Polveriera Trabacco.

Lungo questo percorso si apre  la vegetazione e il mare  appare a tratti. Alla fine presso la Polveriera Trabacco il paesaggio è più ampio e la visione del paesaggio marino di tutta la  costa sud è davvero splendida.
Ritornando al sentiero principale si sale verso la cima  gradatamente,attraversando la vegetazione mediterranea e passando vicino ad un'antica cisterna romana. Si arriva infine  sulla cima dove l'imponente mole del Mausoleo di Munazio Planco,glorioso generale romano,si staglia contro il cielo ,affiancata,a poca distanza,dal moderno Faro di Gaeta. Il Mausoleo ha una perfetta forma rotonda ed è interamente ricoperto di marmi,davvero un monumento stupefacente!! Si prosegue il percorso ad anello facendo attenzione a deviare a sinistra per poter percorrere l'interessante Sentiero Didattico tra cisti,ginestre,viburni e piante di mirto con le bacche.

lunedì 5 novembre 2018

Il castello di Sermoneta


Il castello di Sermoneta si erge maestoso e imponente sulla sommità della collina nelle propaggini sud dei Lepini.
Maschio del castello di Sermoneta
Dalle mura e dai torrioni si può ammirare il panorama della pianura pontina a sud , fino alle isole pontine nei giorni più limpidi, mentre le pendici del Monte Corbolino lo sovrastano a nord.
Visitiamo il castello nell'ultima domenica di Ottobre , c'è un vento fortissimo che quasi impedisce di camminare. Oltrepassati i ponti levatoi e ammirati i due portali di ingresso,avanziamo a fatica nel cortile interno, la grande piazza d'arme. 
Nel procedere a piccoli passi sferzati da un vento  eccezionale che il giorno dopo ha portato devastazione e sciagure
nel Lazio e in altre regioni,ho sentito di capire cosa provano gli abitanti di Trieste quando la bora imperversa.
Nella piazza d'arme tre lecci ultra-centenari, piantati alla fine dell'800 ,muovono le loro chiome incessantemente, scossi dal vento impetuoso, hanno resistito e potranno essere ammirati ancora, mentre i bellissimi pini  che ornavano la vicina città di Terracina, sono stati buttati giù il lunedì dopo da una terribile tromba d'aria.

Ingresso del Castello di Sermoneta
La nostra guida ci fa rifugiare nella cosiddetta Casa del Cardinale, il palazzo-rifugio fatto costruire al posto della chiesa di S.Pietro in corte. Da lì ammiriamo le splendide forme del castello con la possente Torre del Maschio e l'altra più piccola che gli si addossa.Due importanti casate nobili i Caetani e i Borgia fecero costruire diverse parti di questo splendido castello.
 Dalla porta socchiusa per ripararci dal vento, ascoltiamo le spiegazioni della guida, ammirando la forza e l'eleganza delle forme.  Il castello fatto costruire dalla famiglia dei nobili  Annibaldi passò poi nelle mani dei Caetani,insieme ai possedimenti di Ninfa, ai tempi importante centro medioevale.
Il castello si trova su un'altura e permetteva il controllo delle strade ,insieme ad altre importanti torri.
Quando divenne Papa Alessandro Borgia fece scomunicare i Caetani, togliendogli tutti i territori. Così nel Castello di Sermoneta visse per sei anni la famosa Lucrezia Borgia,resistendo poi altri   vi vissero fino alla metà del '700. Periodo in cui si trasferirono a Roma nel Palazzo Caetani .
Piazza d'Arme con leccio centenario
due anni dopo la morte del potente genitore. Papa Della Rovere fece togliere la scomunica ai Caetani che, rientrati in possesso del castello, vi vissero fino alla metà del '700.
Alla fine del '700 le truppe napoleoniche si impossessarono del castello di Sermoneta facendo vari danni e coprendo buona parte degli affreschi. Nell'800 il castello fu affittato e usato come magazzino, venne data alle pareti la calce viva per igienizzare e così si persero buona parte degli affreschi.
Il conte Gelasio Caetani,zio di Lelia,ultima discendente dei Caetani, per 15 anni alla fine dell'800 fa sistemare il Castello.  Prima della morte di donna Lelia Caetani fu creata la "Fondazione Caetani", che ancora oggi gestisce il  Castello di Sermoneta e Ninfa e il suo famosissimo Giardino.

domenica 28 ottobre 2018

Convento di San Francesco di Sermoneta

Sermoneta

Il Convento e la Chiesa di San Francesco si trovano su una delle colline che circondano il paese di Sermoneta, costituiscono un complesso storico-artistico di grande bellezza e ricco di storia.
La  costruzione della chiesa e del convento risalgono al XII sec. Il convento ha accolto all'inizio l'ordine dei Cavalieri del Tempio,in seguito i fraticelli Francescani rimasti fino al 1420,poi i Minori Zoccolanti. Agli inizi degli anni '70 l'allora  cappellano militare Eduardo Fino,poi divenuto parroco di Sermoneta,raccogliendo dei fondi dai reduci della guerra dell'Egeo, fece effettuare dei lavori di ristrutturazione e  consolidamento del complesso.
La chiesa  accoglie infatti il sacrario dei caduti della guerra dell'Egeo, una guerra che è stata tra gli episodi più tragici avvenuti durante la II guerra mondiale,che ha visto la morte di 15.000 soldati italiani. Una lapide sulla parete datata al 1971 ricorda il sostegno dato dall'Associazione "Reduci dell'Egeo" all'opera di ristrutturazione.
Nelle lunette delle campate del chiostro sono raffigurate scene della vita di San Francesco. Nel refettorio invece è raffigurata l'Ultima Cena opera dell'artista Antonio Circignani, detto Pomarancio, commissionatagli dal cardinale Enrico Caetani nel 1576.
 Sulla facciata della Chiesa sono presenti due grosse croci di Malta che se pur rovinate sono ancora visibili.
Attualmente chiusi al pubblico per dei necessari interventi di consolidamento, possono essere comunque ammirate dall'esterno. Un elegante portico con arcate sorrette da esili colonnine sovrasta l'entrata .
Quercus ilex centenario
Davanti l'entrata c'è un albero centenario : Un leccio, "Un quercus ilex" piantato dai frati minori nel 1455 come ricorda la scritta posta sotto l'albero.

martedì 3 luglio 2018

MUG.Museo Giannini di Latina


Nel centro di Latina è stato inaugurato un nuovo Museo il MUG Museo Giannini frutto della attività collezionistica e del desiderio di dare un  contributo culturale  alla città,da parte della famiglia Giannini.
Il Museo comprende una serie di collezioni di Carlo Giannini curate ed ordinate dal figlio Luigi Ferdinando. Le collezioni spaziano dalla meccanica all'elettricità,dalla motoristica alla cinematografia.
Il settore dedicato ai motori culmina con la presenza di due auto d'epoca  dei primi del '900. Di queste due bellissime auto una, la FIAT 1500 Cabriolet, è un pezzo unico realizzato dalla Pinin Farina per Benito Mussolini e destinato al figlio. La sezione però inizia con un velocipede ed una bici utilizzata dai bersaglieri durante le guerre. Innumerevoli motori utilizzati per vari usi arricchiscono tutta una interessantissima sezione di Motoristica. C'è poi ricostruita l'officina di

elettrauto, con tutti gli attrezzi ed una Topolino d'epoca.

Un altro settore che si può descrivere come dedicato alla Comunicazione vede la presenza di radio,registratori,Televisioni,proiettori,macchine fotografiche,macchine calcolatrici e da scrivere che riguardano tutto il '900.
Il Museo  rappresenta un importante contributo al consolidamento della memoria storica della città ed anche  alla conoscenza dell'evoluzione tecnica e tecnologica della nostra civiltà, Il MUG è ospitato nei locali di quella che fu la prima tipografia di Latina: la Tipografia Ferrazza in Via Oberdan,alle spalle di Piazza del Popolo.

lunedì 18 giugno 2018

Museo della Terra Pontina.Latina




Nel centro di Latina,proprio nella piazza del Quadrato,cioè in quello che è il nucleo fondativo della città, nello storico Palazzo dell'Opera Nazionale Combattenti è allestito il Museo della Terra Pontina. E' un Museo che mostra testimonianze e documenti storici di quella grande opera di trasformazione del territorio che è stata la Bonifica delle Paludi Pontine.
 L'O.N.C. - acronimo di Opera nazionale Combattenti- è una sigla ben conosciuta da tutti gli abitanti della Pianura Pontina perché la pianura è costellata di case coloniche che portano ben evidente la scritta sulla facciata. E' stata infatti l'Opera Nazionale Combattenti l'Ente che ha fortemente voluto e poi guidato l'intera opera di
Bonifica dei territori.

Già la collocazione è molto suggestiva il Palazzo dell'Opera Nazionale Combattenti infatti è il fulcro della bella Piazza del Quadrato circondata da Palazzi storici di Fondazione con pregevoli gruppo scultorei. Al centro della Piazza del Quadrato c'è la Fontana del Bonificatore di Pasquale Rizzoli  e,  collocati al di sopra dei due palazzi laterali, i due bei gruppi scultorei dell'artista Egisto Caldana che rappresentano il Seminatore,la Spigolatrice e le allegorie della Fecondità.

Il Museo è diviso in sezioni : Prima della Bonifica ; La lestra ; La trasformazione Agraria ; L'appoderamento ; La vita domestica del Pioniere M; La Malaria e Arti e Mestieri.


Moltissimi documenti storici sono presenti nei  settori in cui il Museo è suddiviso,tra i più suggestivi quelli che riguardano la lotta alla Malaria,malattia che da secoli mieteva vittime nella zona,poi la carta topografica con  tutte le assegnazioni di poderi in tutta la pianura, quindi gli attrezzi usati nella vita domestica e nelle Arti e Mestieri dei contadini, i cosiddetti Pionieri, quelle persone provenienti dal Veneto e dall'Emilia Romagna,che  accettarono di venire a lavorare in questa Pianura una volta bonificata.
 I documenti e le ricostruzioni mostrano la durezza della vita condotta da questi lavoratori e dalle loro famiglie, al cui lavoro e ai cui sacrifici  si deve la trasformazione di questi terreni in una delle più produttive zone agricole dell' Italia.
Il Museo  è visitabile gratuitamente e i volontari,che lo curano, effettuano anche visite guidate. Il Museo collabora con diverse scuole superiori di Latina nei progetti di Alternanza Scuola-Lavoro e sono visibili i pregevoli lavori realizzati dagli studenti.

venerdì 4 maggio 2018

Museo dell'Abbazia di Casamari




L'Abbazia di Casamari,nel comune di Veroli, è una delle più importanti e belle abbazie cistercensi dell'Italia centrale e la sua storia si intreccia con quella delle abbazie di Trisulti , Valvisciolo e Fossanova collocate tutte tra la provincia di Frosinone e quella di Latina. Sono i territori abitati dalle antiche e fiere popolazioni dei  Volsci e degli Ernici,protagoniste dei primi conflitti di Roma nelle guerre di espansione, e in primo piano nel frenare l'avanzata dei Romani.

Il Museo dell'Abbazia presenta una cospicua raccolta di documenti storici di quell'epoca,approfondendo anche la storia dei Volsci e degli Ernici e presentando degli interessanti reperti.
La vicina Verulae(Veroli) era una città degli Ernici e la zona di Casamari aveva un'importanza strategica.

Spostandoci in avanti di diversi anni nella zona esisteva la città romana di Ceretae Marianae, così detta per la presenza di una villa del console e condottiero Gaio Mario.

Nel 1036 sulle rovine di Ceretae Marianae fu fondato un monastero benedettino. Verso la metà del XII sec.il monastero divenne parte dell'Ordine Cistercense.
Il Museo ripercorre la storia del territorio ed è suggestivo iniziarne la visita con il grande reperto di zanne di elefante rinvenute nel 1923 a pochissima distanza dall'abbazia. Svariate punte di freccia sono esposte vicino, provenienti da sepolture dell'età del rame.

Ben documentata anche l'epoca romana con busti di uomini togati e di donne con panneggi, oltre diverse lastre di marmo e calcare con interessanti iscrizioni in lingua latina.
L'abbazia di grande bellezza e importanza completa la visita,facendo di questo sito uno dei più importanti del Lazio meridionale. Al prossimo articolo si presenterà un articolo  dedicato ad essa.

martedì 17 aprile 2018

MUVE Museo del Vulcanismo Ernico di Giuliano




Nel paese di Giuliano di Roma è presente il Museo del Vulcanismo Ernico - MUVE - uno dei musei naturalistici della Rete Museale del Lazio RESINA.
Il paese di Giuliano fa parte della provincia di Frosinone ed è uno dei paesi della Valle dell'Amaseno a cavallo tra le provincie di Frosinone e Latina. Nella Valle dell'Amaseno sono presenti antichi borghi ricchi di storia e di monumenti artistici, aree verdi e antiche tradizioni enogastronomiche  - www.comune.giulianodiroma.fr.it

Arriviamo nel paese di Giuliano in una piovosa domenica di marzo, inoltrandoci a piedi verso il centro storico del paese sono subito colpita dalla cordialità degli abitanti: ogni persona che incrociamo ci saluta,pur non conoscendoci.
 Il centro antico di Giuliano è molto grande con tanti  vicoli e strade che si intersecano e c'è bisogno di una lunga e piacevole   riuscire ad arrivare al palazzo Brettagna sede del Museo Muve.
passeggiata per
L'ingresso nel Museo accoglie i visitatori con una gigantografia del magistrato Brettagna che fece sistemare il palazzo storico e vi abitò  fino al 1970. Il palazzo si sviluppa su tre piani ed ha conservato l'elegante giardino pensile ed il terrazzo. Tra le sale più interessanti quella dedicata al vulcanismo ernico,quella dei manufatti  derivati dalla lavorazione dei materiali di origine vulcanica e quella dedicata alla roccioteca e ai minerali.
Usciti dal Museo c'è modo di visitare il paese di Giuliano. Su tutte le abitazioni svetta verso l'alto Il Campanile con circa trenta metri altezza. Anticamente il Campanile era il maschio della rocca dei Colonna,costruito intorno al XV sec. . Da visitare anche la bella chiesa di Santa Maria Maggiore del 1784.

martedì 3 aprile 2018

Tres Tabernae Cisterna.Giornate FAI 2018


Sulla Via Appia,nel tratto tra Latina e Cisterna, è presente il sito archeologico di Tres Tabernae.
Tres Tabernae era un'antica stazione di posta sulla via Appia,di grande importanza e rilievo.Vi soggiornò Cicerone che ne scrisse in alcune lettere.

Sulla Tavola Peutingeriana,la copia di "Carta picta" - carta stradale romana- risalente al XII sec.,le stazioni di Tres Tabernae e Forum Appii sono segnate con casette, simbolo di stazioni ben attrezzate.
Recentemente con scavi archeologici sono state riportati alla luce diversi resti di edifici,a riprova dell'importanza del sito di Tres Tabernae. I ragazzi delle scuole di Cisterna e Latina che tradizionalmente collaborano con il Fai in queste visite di siti archeologici e artistici, fanno da "ciceroni" nella visita.

La lunga affascinante fila di pini marittimi,che costeggia l'Appia da Cisterna a Terracina, fa da cornice al paesaggio rurale  della pianura pontina.
Nella parte sinistra è visibile un basolato resto del diverticolo viario che dall'Appia conduceva alla stazione di Posta. Tra i primi edifici una piccolo edificio termale ,più un "bagnum",come ci spiegano i preparati ragazzi.Ben visibili le tubazioni che portavano l'aria calda e il piccolo ambiente dove si accendeva il fuoco.

A sinistra numerosi ambienti con mosaici pavimentali, in uno il motivo del "nodo di Salomone" abbellisce il mosaico, in un'altro vi sono dei motivi geometrici con volatili  e nel terzo ambiente, più grande, è visibile la porta di ingresso e il grande mosaico. Altri locali su cui si sta lavorando sono stati coperti.
Il sito di Tres Tabernae fu distrutto durante le invasioni barbariche e gli abitanti si spostarono un po' più a nord dando inizio all'insediamento di Cisterna. L'amministrazione comunale di Cisterna ha recentemente acquisito l'area.




martedì 20 marzo 2018

Museo Civico e Diocesano di Amaseno


Il paese di Amaseno, al di sopra di un'altura, domina tutta la valle del fiume Amaseno,circondato dai Monti Ausoni il cui dolce profilo si staglia all'orizzonte connotando il paesaggio. Il paese di Amaseno,fino al 1700 chiamato San Lorenzo,conserva dei tesori
d'arte medievale al suo interno come la cattedrale di S.Maria Assunta e le opere presenti nel Museo Civico e Diocesano.
www.valledellamaseno.it

Il Museo Civico e Diocesano è collocato nel Castello Rocca Castri posto nel punto più alto del paese. Il Castello medievale è di forma rettangolare con una torre sul fronte occidentale. Ha subito diversi rimaneggiamenti anche se la sua mole e il suo aspetto ne indicano la funzione originaria.
Tra le opere qui conservate alcune spiccano per valore e bellezza. Nella cosiddetta sala rossa sono presenti due pale di altare. La prima è la Madonna del Perpetuo Soccorso,datata tra la fine del XIII e l'inizio del XIV sec.La Madonna indossa un vestito rosso con un mantello azzurro scuro e il suo volto ha l'espressione fissa e astratta tipica dell'arte bizantina, al lato ci sono due sante e la Natività e l'Annunciazione in alto. Al centro c'è la statua in legno del Cristo deposto del XIII sec.
C'è poi il Trittico,che ha perso una parte dopo un trafugamento avvenuto nel 1977 . E' un'interessante opera di artisti laziali,raffigurante la Madonna in trono e San Nicola,mentre è andata persa la parte raffigurante Sant'Ambrogio.

All'ultimo piano c'è la grande tavola della Madonna del Rosario che rappresenta la Madonna in trono che consegna il rosario a San Domenico e santa Caterina. Tutto intorno piccoli riquadri con i 15 misteri del Rosario. E' un'opera di grande bellezza e raffinata fattura, dipinta  nel 1581 dopo la battaglia di Lepanto,da Gabriele Ferbursi.

giovedì 1 marzo 2018

Castello di Maenza


Il paese di Maenza è arroccato sulle ultime propaggini dei Monti Lepini in direzione sud.
Maenza si affaccia sulla piana che divide i Monti Lepini dai Monti Ausoni e da qui si può osservare tutto il paesaggio ed individuare bene i paesi  circostanti, la vicina Roccagorga e Priverno ,Roccasecca e Sonnino sugli Ausoni. .www.prolocomaenza.it/eventi.html

Per visitare Maenza bisogna inoltrarsi in salita sui vicoli ampi di gradini in pietra e si avrà la sorpresa di passare in un antico centro di origine medioevale ben conservato,pulito ed in ordine. 
Qua e là tra i vicoli si aprono costruzioni e monumenti di pregio come la Loggia dei Mercanti, Piazza San Reparata con l'artistica fontana ottagonale e la Chiesa di S.Maria Assunta in cielo.

Nella parte sommitale del paese,alla fine di questo percorso all'interno del paese si trova il Castello Baronale. Il castello,la cui mole è ben visibile anche dalla pianura, fu iniziato nel XII sec. come torre di avvistamento dei Conti di Ceccano, nel cui feudo rientrava anche questo territorio. Fu ampliato nel XII sec. San Tommaso che si spostò poi all'abbazia di Fossanova ,dove in seguito morì.
divenendo importante castello della famiglia.Nel 1274 soggiornò qui
d'Aquino

All'interno del castello si possono vedere pregevoli affreschi a grottesche e portali con gli stemmi dei Caetani (una delle famiglie che divenne in seguito proprietaria del castello).
Nelle sale del castello sono ospitati un Museo del Paesaggio ed un interessantissimo Centro di documentazione cartografica che presenta antiche carte della zona,compresa la pianura pontina pre-bonifica, relative a diverse epoche storiche. Qua e là sono collocati dei magnifici costumi medievali. Maenza ospita diverse manifestazioni culturali che si svolgono proprio nel piazzale
antistante il castello,tra queste la più conosciuta è la Passione del Venerdì Santo.

giovedì 15 febbraio 2018

S.Maria a Fiume Ceccano


La chiesa di S.Maria a Fiume si trova ai piedi dell'altura dove sorge il paese di Ceccano al lato del fiume Sacco. www.comune.ceccano.it
E' un'area questa dove si trovano dei resti di costruzioni di età romana,la stessa chiesa occupa l'area di un primitivo tempio romano dedicato a Faustina la moglie dell'imperatore Antonino Pio

La Chiesa fu edificata nel XII sec. e consacrata nel 1196 è in stile cistercense con una bella facciata,a capanna con rosone composto da 12 colonnine .
 L'interno ha tre ampie navate con campate con coperture ogivali,l'elemento più importante dell'interno è il pulpito in pietra e marmo con balaustra a colonnine. Sull'altare si può ammirare una bella Madonna lignea.
La chiesa di Santa Maria al Fiume è stata distrutta dai bombardamenti della II Guerra mondiale e ricostruita integralmente utilizzando gli stessi materiali negli anni successivi . Durante i bombardamenti si è salvata solo la statua della Madonna ritrovata intatta tra le rovine della chiesa. E'una statua lignea policroma di stile gotico che rappresenta la Madonna, con in braccio il Bambino
Alla fine del XX sec. S.Maria al Fiume è stata dichiarata Monumento di interesse nazionale.La chiesa è oggetto di antico culto devozionale che culmina nella festività dell'ultima domenica di  
maggio.


venerdì 12 gennaio 2018

Castello di Ceccano

Il paese di Ceccano,al centro della Valle del fiume Sacco, è uno dei tanti paesi della provincia di Frosinone,ricco di storia e di monumenti. Situato in posizione strategica al di sopra di un'altura ,sulle ultimi propaggini dei Monti Lepini, Ceccano è stato il centro della Contea dei Conti di Ceccano.- importanti gli Annales Ceccanenses , per la ricostruzione storica di tutta questa parte del Lazio meridionale.

Il Castello,costruito proprio sulla sommità dell'altura,è stato il centro del forte e autonomo stato dei Conti di Ceccano.Agli inizi del '500,a causa dell'estinzione della famiglia,il castello e i loro beni passarono ai Caetani ed in seguito ai Colonna, nei secoli seguenti il castello fu adibito a carcere e poi anche a Tribunale. Alla fine degli anni '90 è stato acquistato dal Comune e ristrutturato. - www.castellodeicontidiceccano.it


E' possibile fare interessanti visite guidate della parte esterna ed interna. All'interno è conservato un affresco originario rappresentante i mesi con gennaio e febbraio ancora ben visibili.

All'esterno la torre di difesa dell'ingresso principale presenta portali gotici e i resti di una  piombatoia,dal quale si gettavano liquidi bollenti sui nemici. Nella corte d'onore  si trovano i resti di una merlatura ghibellina,testimonianza della posizione filo-imperiale dei Conti di Ceccano,nell'epoca medioevale. Altri segni di omaggio agli imperatori di Svevia sono disseminati nel castello, come il rosone ottagonale che richiama la forma del castello Svevo di Castel del Monte.
Nella piazza d'armi originaria sui trovano gli altri edifici aggiunti all'epoca del carcere : il tribunale,l'infermeria ed una cappella.  La parte più alta delle mura è percorribile con uno stretto camminatoio,quanto mai emozionante  sia per la visione d'insieme che si ha su tutto il castello, sia per il panorama  sul fiume Sacco, la sua valle e i tanti paesi arroccati su tutte le alture  che circondano la piana di Frosinone.