martedì 28 maggio 2013

Porta Pinciana.Roma




 Le Mura Aureliane, la cinta di Mura  che l'imperatore Aureliano fece costruire ampliando il precedente perimetro delle mura difensive che circondavano Roma, sono sopravvissute quasi intatte allo scorrere del tempo, facendo da sfondo ad alcuni dei luoghi più belli della città.

Sulle Mura si aprono delle Porte, tutte cariche di Storia e di bellezza,come delle fessure da cui sbirciare all'interno la città e i suoi quartieri più affascinanti.
Una delle Porte più belle è Porta Pinciana, collocata in uno dei punti strategici di Roma.

La si trova alla fine di Via V.Veneto la via che da Piazza Barberini  si percorre con una leggera salita passando davanti all'imponente Palazzo del Ministero del Progresso Economico, di tanti importanti alberghi ed alla Villa sede dell'Ambasciata Americana.

Passati tutti i bar e ristoranti sede della "dolce Vita" romana, si arriva a Piazza Fellini ,lo spazio antistante Porta Pinciana.

La porta fu fatta costruire dall'imperatore Onorio, ampliando una piccola porta precedente,la sua posizione, sulla sommità del Colle, risultava strategica per la difesa di Roma e Onorio rinforzò le torri e fece realizzare la merlatura sulle Mura.

Il nome deriva dalla  gens Pincia,antica proprietaria del Colle, da quì partiva la Via Salaria Vetus, l'antica Via del Sale.

Curioso il nome attribuitogli nel medioveo cioé Porta Belisaria, perché si diceva che il generale bizantino Belisario, una volta diventato vecchio e malato, mendicasse nei suoi pressi.....più probabilmente,invece, vicino a Porta Pinciana  era collocato il quartier generale del grande generale.
Di fronte a Porta Pinciana c'è uuna delle entrate di Villa Borghese e passati pochi metri dalla Porta gli alti fusti dei pini incorniciano la Casa del Cinema nel Piazzale Mastroianni

martedì 21 maggio 2013

Mostra "Genesi.Fotografie di Sabastiao Salgado"


 


© Sebastião Salgado/Amazonas Images
Il Pianeta Terra nei suoi angoli più incontaminati e affascinanti è il protagonista della mostra "Genesi.Fotografie di Sebastiao Salgado" all'Ara Pacis a Roma.

La mostra si tiene contemporaneamente ad altre capitali europee e Sebastiao Salgado, che è considerato il più grande fotografo documentarista della nostra epoca, ha saputo cogliere in immagini affascinanti la bellezza della nostra Terra, trasmettendo così la necessità  della tutela dei suoi ambienti e il valore dell'amore e della protezione della natura.

Le fotografie tutte in bianco e nero rappresentano ambienti  colti in ogni angolo del Pianeta e ne sono protagonisti  le piante,le rocce,i ghiacci,le sabbie dei deserti,gli animali ed anche gli uomini che si muovono nei paesaggi con leggerezza e rispetto, esempio di una possibile, e ancora perseguibile, armonia tra l'uomo e la Terra.

Le fotografie sono circa 200 e alla fine del periodo di esposizione saranno spostate in altre capitali mondiali, anche con lo scopo di sviluppare i valori della tutela degli ambienti naturali della Terra.                   

 La mostra è divisa in cinque sezioni: Il Pianeta Sud, I Santuari della Natura, l’Africa, Il grande Nord, l’Amazzonia e il Pantanàl
 

 

 

martedì 14 maggio 2013

Monte Alburno.Parco del Cilento


Il Parco del Cilento e Vallo di Diano- http://www.cilentoediano.it è uno dei tanti meravigliosi paesaggi che costituiscono delle Aree Protette dell'Italia che sono universalmente riconosciute come zone di particolare valore e bellezza mondiale riconosciute dall'UNESCO.

Nel 1997 il Parco del Cilento e Vallo di Diano(SA) è stato riconosciuto come una delle Riserve della Biosfera che assolvono il compito prestigioso di mantenere l'equilibrio tra Uomo e Ambiente e di tale equilibrio costituiscono esempi da salvaguardare.

I Monti Alburni fanno parte del Parco costituendone un Ambiente fondamentale.
La cima più famosa è il Monte Alburno a cui si arriva da vari sentieri,uno di questi parte dal bel Rifugio Panormo.Da quì la salita inizia passando dentro ad ampie faggete con il fondo innevato fino ad aprile.

 E' una zona ad alta densità di fenomeni carsici e perciò una delle caratteristiche del terreno è la presenza di frequenti  doline ed inghiottitoi.

Si apre ad un tratto nel percorso un bellissimo punto panoramico,da cui la vista spazia verso la sottostante Pianura chiamata appunto Vallo di Diano. 

Di fronte al punto panoramico c'è  un grande sperone roccioso dove i massi hanno formato una particolare composizione, quasi elementi di un Lego gigantesco dove una mano  abbia appoggiato e incastrato in bilico alcuni elementi.

Si percorrono alcune radure erbose e d'improvviso un forte  odore di aglio pervade l'aria,per terra tantissime piante dalle larghe foglie verdi sono le piante di "allium orsinum".

In mezzo  curiose composizioni attirano l'attenzione, sono foglie di questa pianta le cui punte sono racchiuse da una foglia secca di faggio.Crescendo la pianta ha bucato la foglia rimanendovi poi imprigionata.

La salita si fa più impegnativa per la presenza di  rocce che si superano aiutandosi con le mani.
Sulla cima del Monte Alburno a 1742 m.un bel paesaggio che spazia  dalla vasta pianura del Vallo di Diano a ovest, alla grande distesa di faggete ,che copre questa parte del Parco, a est.
La discesa avviene dall'altro versante compiendo un percorso ad anello che degrada dolcemente.
Distese di ciclamini costellano i tratti più aperti, camminando appaiono a tratti anche dei tassi di grandi dimensioni,mentre i crochi sempre più numerosi si aprono subito al lato dei tratti innevati.

 

 

martedì 7 maggio 2013

Grotte dell'Angelo di Pertosa


Le Grotte dell'Angelo di Pertosa(SA)www.grottedellangelo.sa.it ,tra le più grandi e belle d'Italia,presentano delle particolarità che le rendono uniche.

Nascono dai Monti Alburni nel Parco del Cilento, un massiccio calcareo ricco di fenomeni carsici.

Le Grotte sono l'antichissimo alveo del fiume Negro il cui corso venne deviato da una frana che portò allo scoperto il fiume, denominato poi Tanegro (Tana del Negro).

Si accede alle grotte percorrendo in barcone un ampio corso d'acqua formato dalla sorgente interna attiva.Scesi dal barcone  ci si inoltra per una via tortuosa che si incunea nei meandri delle grotte.

La via ricalca il vecchio corso del fiume Negro e a lato e in mezzo si innalzano e discendono stalattiti e stalagmiti dalle forme più  varie e affascinanti.Anche i colori variano a seconda dei minerali che l'acqua incontra nei suoi percorsi e così le concrezioni sono a volte rosse,altre grigie  e altre di un bianco puro.

L'impianto di illuminazione che utilizza la tecnica a led con luce fredda,che non provoca alterazioni,illumina in maniera sapiente gli ambienti.

E' una grotta geologicamente viva perchè quasi tutte le stalattiti sono percorse dalle gocce d'acqua con ritmi più lenti di altre grotte a causa della  minore permeabilità del calcare.

 
All'interno delle Grotte di Pertosa c'è la possibilità di percorrere un percorso speleo ed anche è possibile partecipare a delle rappresentazioni teatrali che utilizzano i magnifici ambienti come sfondi dell'Inferno di Dante.

Le Grotte fanno parte di un percorso integrato di Musei Orti e paesaggi che si svolge da quì fino al paese e comprende anche il lungo fiume e i musei MIDA1 e MIDA2-www.fondazionemida.it

E' emozionante percorrere la via tortuosa interna e vedere tutte le concrezioni formatesi in milioni di anni e quando ci si trova davanti alle "colonne" stalattiti e stalagmiti unitesi e che continuano a crescere in larghezza,l'emozione diventa più intensa. Le "colonne" si sono formate in 10 milioni di anni e tutto induce ad un grande rispetto per la grandezza della vita che una piccola goccia manifesta e per la perfezione del pianeta terra in cui  noi uomini siamo "ospitati".