lunedì 28 dicembre 2009

Niki de Saint Phalle.Mostra

una delle nanasLa mostra di opere di Niki de Saint Phalle che si sta tenendo alla Fondazione Roma Museo in
Via del Corso -http://www.fondazioneroma.it/- trascina il visitatore in un vortice di oggetti e di colori dove la
parte più allegra e gioiosa è costituita dalla sezione Les Nanas dove ci sono piccole e grandi statue e disegni di ragazze danzanti e colorate ,dalle forme rotonde ed esuberanti, quasi in atteggiamento di spiccare il volo.


Les Nanas infatti danzano e saltano alzando le braccia verso il cielo trasmettendo il senso del movimento e della vitalità, come nell'opera “Les trois Graces” .les trois graces
Les Nanas sono l'espressione artistica della visione del mondo femminile di Niki de Saint Phalle, la celebre artista francese , che con queste opere esprime e certamente trasmette il senso di liberazione della personalità femminile, portando il suo personale contributo al contemporaneo movimento di liberazione della donna .

La mostra inizia con la sezione “Origini” dove sono presenti i “tirs” - rilievi bersaglio- con i quali, all'inizio della sua ispirazione artistica , Niki de Saint Phalle realizzava delle “performance” con colpi di pistola.
Un'altra sezione della mostra – che presenta circa 100 opere- è Spiritual Path che presenta diverse litografie e disegni che disegnohanno per tema l'amore e i paesaggi americani (Arizona e California) , la modalità di composizione è quella di distribuire nello spazio, occupandolo in modo armonico, oggetti e figure .
E così nel bellissimo Californian Diary cè la spiaggia, il cielo rosso ,dune colorate e oggetti di uso quotidiano e figure animali e umane dalle forme stravaganti.

L'eccezionale fantasia creatrice dell'artista dà poi vita a piccole sculture dalle albero della vita di grandi dimensioniforme sinuose e coloratissime ,realizzate in resina e acrilico, come “l'Albero della Vita”.
La mostra si chiude con i disegni e i bozzetti preparatori del famoso Giardino dei Tarocchi , realizzato nella Tenuta di Garavicchio , vicino a Capalbio .

lunedì 21 dicembre 2009

Mura Ciclopiche a Segni

mura megalitiche Segni è un bel paese alle pendici dei monti Lepini , fondato dal popolo dei Volsci con il nome di Signia, possiede una bella e ben conservata cinta di mura ciclopiche , particolarità che condivide con molti altri centri della provincia di Frosinone e Latina.

Le mura sono in opera poligonale risalenti al V sec a.c. , un tempo erano lunghe 2 km, e vi si aprono diverse porte . Una di queste è Porta Foca che è posizionata a sud est e si affaccia verso la piana sottostante , dove si distinguono chiaramente sia il paese di Colleferro sia l'autostrada.

Porta Foca E' una porta a ogiva tronca , larga alla base più di due metri , gli architravi ,imponenti e massicci sono composti da due grandi monoliti.
Nell'osservarla e nel passarci sotto , si rimane impressionati dalla grandiosità dei massi e della grande capacità tecnica che gli uomini del passato hanno utilizzato per costruire opere così durature.

Le pietre ,dopo esser state trascinate con rulli e corde su dei declivi naturali su cui si costruivano dei terrapieni , venivano posizionate a secco senza leganti e a questo primo livello , se ne aggiungeva posteriormente un secondo strato fatto di pietre più piccole e più irregolari.

Le mura megalitiche si ritrovano anche in altre zone d'Europa , famose sono quelle di Tirinto e Micene e risultano essere opere spontanee realizzate da etnie diverse ,senza forme di comunicazione tra loro. - articolo “Le Mura Megalitiche nel Lazio Meridionale” in Leggerelarte”- giugno 2009.-
La città di Segni è tra l'altro gemellata con la città di Micene, la famosa città greca con le imponenti mura ciclopiche e la grandiosa “Porta dei Leoni”.

Segni si sviluppò molto in epoca romana per la sua posizione strategica nella sulla valle del Sacco e Roma la fece diventare municipium nell'89 a.c.
Chiesa di San Pietro
Nell'acropoli dell'antica città e quindi nella parte alta del paese a 650 metri d'altezza ,c'è la piccola e suggestiva chiesa di San Pietro , eretta sui resti della chiesa di Giunone Moneta.
Chiaramente visibile la vecchia costruzione con le mura preesistenti alte quasi due metri.





lunedì 14 dicembre 2009

Wildlife Photographer of the Year.Mostra

Il balletto del gruccione

Il Museo Civico di Zoologia di Romawww.museozoologia.it – sta ospitando in questi giorni la rassegna delle migliori fotografie naturalistiche partecipanti al concorso annuale “Wildlife Photographer of the Year”.

Il concorso ,cui partecipano fotografi professionisti e amatoriali, è promosso dal Museo di Storia Naturale di Londra e le foto selezionate sono poi esposte in una mostra a Londra e in altri paesi.

Sono immagini di grande bellezza , scattate all'interno di alcuni dei più bei Parchi naturalistici del pianeta , sanno trasmettere a chi le guarda il senso dell'eccezionalità di una natura incontaminata e la vitalità e bellezza di animali colti in momenti di vita abituali ,per loro , ma specialissimi per noi.

Foto come queste ci “trasportano” nel mezzo di ambienti bellissimi e la loro visione potrebbe trasmettere a molti un maggiore “rispettoper la natura ed indurre a comportamenti conseguenti sia a livello personale che sociale.
Il decollo del cigno selvatico
Fantastico “Il decollo del cigno selvatico” che mostra un cigno , ad ali spiegate, proprio nel momento in cui sta spiccando il volo : le zampe si muovono sul pelo dell'acqua ,agitata dal vento, del lago giapponese di Khussaro -Hokkaido ,con le montagne innevate a fare da sfondo.

Bellissima “La casa del pipistrello” che ci fa vedere un pipistrello all'interno di un tronco nell'isola tropicale di Barro Colorado a Panama.
La foto “Asilo per squali” che coglie un squalo limone tra le mangrovie di una laguna alle Bahamas, come affermato dall'autore ,“vuole mostrare gli squali in una prospettiva diversa come parti di un ecosistema”:
Cigni delle nevi
Cigni delle nevi” ci fa vedere dei cigni tra i venti e la neve dai toni azzurrini e rosati , di un sole da poco tramontato, in un'atmosfera quasi irreale.

La foto prima classificata è di Steve Winter , il quale dopo un lungo periodo di appostamenti è riuscito a cogliere un “Leopardo nella tempesta di neve” nel National Park di hadakh's Hemis High.
Come molte altre è una foto bellissima che ha qualcosa di magico e incantato nell'atmosfera notturna , nella neve , nello sguardo e nella posizione dell'animale “colto di sorpresa”.

Per la sezione “Paesaggi incontaminati” la foto vincitrice è “Skeleton Coast” , una fantastica foto delle immense dune di sabbia della Namibia. Skeleton Coast
Scontro tra aquile” ci fa vedere invece la lotta tra due aquile davanti ad un alce morto , sulla neve della Polonia.

La mostra è presente fino al 10 gennaio ed è un'occasione imperdibile!

domenica 6 dicembre 2009

Unavantaluna.Concerto

friscalettu
Unavantaluna è un gruppo di musicisti siciliani di musica popolare. Interpretano e reinterpretano canzoni della vecchia tradizione musicale popolare.
Il nome vuol dire : “una persona davanti la luna” e riprende un'antica filastrocca di Messina.
Utilizzano due strumenti particolari :il “liuto cretese” , il” friscaletto”, oltre la zampogna , la chitarra e vari tipi di tamburelli.
E' una musica trascinante , carica di calore e di particolari toni musicali . Le parole delle canzoni , in dialetto siciliano, non si capiscono sempre , ma pure le voci dei cantanti e le brevi spiegazioni ce le rendono di grande impatto e forza comunicativa.
Sono canti che parlano di lavoro : di pescatori e “surfatari” - lavoratori delle miniere di zolfo-,
della tristezza di un uomo che ha perso il suo amato animale: lo “sciccareddu” (asinello) e canti della “vicaria” (prigione) .
Per finire una bellissima canzone che parla di sole e di mare e che ha per testo una poesia di un importante poeta siciliano: Ignazio Butitta . due musicisti del gruppo
Mentre ascoltiamo queste potenti e a tratti struggenti canzoni i nostri occhi sono incantati e quasi ipnotizzati dal movimento delle mani del musicista che suona i tamburelli.
La sua mano si muove veloce sul tamburello , lo sfiora , lo percuote con colpi, forti all'udito, ma quasi impercettibili alla vista , il musicista gioca con lo strumento da cui trae sonorità diverse e un ritmo travolgente.
Il calore della musica e i colori e i paesaggi della Sicilia ci pervadono , dissipando anche la nebbia dell'umida serata latinense che ci attende fuori dal teatro.
Latina 21.11.09

Monte Vele.Ausoni

MONTE VELE dal santuario Monte Vele è una bella montagna di 1000 metri che si trova nella catena dei Monti Ausoni e dalla cui cima lo sguardo spazia su tutta la vicina catena degli Aurunci http://www.parcoaurunci.it/ e la stretta valle dove c'è il noto paese di Campodimele-che ospita una tra le popolazioni più longeve d'Italia.

Si parte direttamente dalla città di Fondi - l'escursione è organizzata dal Cai http://www.cailatina.com/ - e attraverso una località chiamata “crocette” , percorrendo un tratto di strada asfaltata , si arriva alle pendici del monte.
Tranne che nel primo tratto , non c'è sentiero, e così ci si inerpica tra sassi e vegetazione .


La salita all'inizio sotto una lecceta è più dolce , ma poi si fa molto ripida e si prolunga per un lungo tratto, almeno per metà dei 98o metri di dislivello. gli Aurunci dalla cima di Monte Vele

La sommità è brulla e priva di vegetazione , il sole è forte , una giornata insolitamente calda per essere la fine di Novembre!
Bellissimo il panorama a 360 gradi : alcune cime vicine sono circondate da nuvole che le cingono la vetta come un collare!

In discesa i cespugli di stramma -nel dialetto locale – quasi ci impediscono il passaggio.

Alla fine arriviamo sulla strada , diretti verso il noto Santuario della Madonna della Civita oggetto di un antichissimo,secolare culto da parte di tutte le popolazioni del Basso Lazio e della cosiddetta “Terra del Lavoro” (la provincia di Caserta).

Dobbiamo risalire perchè il santuario si trova a 673 metri su un'altra cima.
L'antica leggenda narra che l'immagine della Madonna -salvata dal decreto di distruzione delle immagini - sarebbe stata portata da alcuni monaci dalla città di Costantinopoli e arrivata dopo un lungo viaggio fino sul monte della Civita. Santuario della Madonna della Civita

Storicamente la costruzione della chiesa sembra risalire al X sec. , con successivi interventi architettonici.
Il bel porticato d'ingresso è del 1400 , mentre l'altare marmoreo è del 1700. Pellegrini e processioni raggiungono questo Monte per pregare nel Santuario e chiedere grazie.

Anche da qui il panorama è molto bello: le città di Itri , Gaeta , le isole pontine e in lontananza le montagne d'Abruzzo.
Proprio di fronte alla chiesa la regolare forma triangolare del monte Vele , da cui siamo appena scesi.
E' bello a vederlo da lontano e da questa distanza sembra anche più agevole da salire....ed in effetti il suo profilo lo fa assomigliare ad una vela!

lunedì 30 novembre 2009

Monte Cacume

il paese di Patrica dal sentiero Monte Cacume si erge solitario staccandosi dalla catena dei Lepini e perfettamente visibile per la sua cima acuta .
Il suo nome deriva infatti dal latino “acumen” (punta) diventato poi con il tempo Cacume.

Viene citato anche da Dante nel canto IV del Purgatorio.
E' una montagna non molto alta- 1090 metri –, ma di particolare interesse per la flora e per le sue caratteristiche geologiche.
Sui suoi fianchi fioriscono infatti varie specie di orchidee e, in primavera, la salita è un vero e proprio spettacolo per l'intensa fioritura.

Si sale dal bel paese di Patrica che si affaccia su un vero “anfiteatro” di monti.
Il sentiero, ben segnato, passa attraverso una fitta vegetazione mediterranea, si incontrano delle sorgenti – Fonte della Rava la più importante- e l'acqua è così abbondante che spesso il sentiero si trasforma in piccolo ruscello. Monte Cacume

Geologicamente il Cacume invece è una “finestra tettonica”, termine che indica un'anomala sovrapposizione di strati di terreno , con quelli più antichi che sono venuti a trovarsi sopra quelli più recenti.

Sulla cima c'è una chiesetta e da qui si distinguono gli Ernici e i Simbruini innevati , la piana di Frosinone , mentre i Lepini e gli Ausoni spariscono tra le nuvole..solo a tratti compare l'alta cima del monte Gemma proprio di fronte a noi. Monte Gemma

Sulla cima del Cacume si incontrano spesso gruppi di escursionisti – è tra le montagne più frequentate – oggi conosciamo cordiali persone di Borgo Montenero che , tra una chiacchiera e l'altra , ci offrono nocciole e un liquore davvero speciale...e così qualcuno di noi fatica un po' in discesa!

lunedì 23 novembre 2009

Roma.La pittura di un impero



Ercole e Telefo“ Il mondo romano amava i colori brillanti ed accesi”,così ci dice il pannello introduttivo della mostra “Roma.Pittura di un impero”.
Ed in effetti la vita dei Romani era una vita colorata : colorate erano le pareti delle loro case , gli affreschi , gli stessi ritratti.
E tutti i dipinti e gli affreschi presenti nella mostra “Roma.Pittura di un impero – alle Scuderie del Quirinale-http://www.scuderiequirinale.it/ , chiaramente ci trasmettono questa bella sensazione , a volte con colori vivi e brillanti come il marrone del bel corpo “bronzato” di Ercole nell'affresco “Ercole e Telefo” , come l'azzurro intenso del mare nei paesaggi marini o il famoso rosso pompeiano del III° stile di decorazione parietale.
A volte invece i colori sono tenui e delicati come nelle famose “Nozze AldobrandiniNozze Aldobrandini
o nelle "scene idillico sacrali".
Oltre al colore , altro tratto distintivo di questa bellissima pittura è il movimento , come quello della “Danza delle Stagioni” - da un frammento di Stabia – con le figure femminili che volteggiano dinamiche , avvolte nei leggeri veli che scoprono il seno,
oppure come nelle piccole “menadi danzanti” - leggere figurine volanti- da Pompei , o ancora nel bell'affresco raffigurante la lotta tra un polpo, un'aragosta e una murena - dal porto fluviale di S.Paolo a Roma.

Particolari anche i paesaggi idillico-sacrali che presentano spesso una composizione centralizzata, dove sono accostati elementi di paesaggi: alberi,statue , costruzioni e figure umane , disposte senza interesse ad una disposizione realistica nello spazio , ma con l'intento di suggerire , evocare.
Effetto questo rafforzato anche dalla modalità della pittura compendiaria fatta di piccoli tratti veloci di colore.

La mostra si chiude con gli sguardi vivi e intensi dei ritratti maschili e femminili dall'oasi di ritratto da FayumFayum(Egitto) e da Pompei .
Sono dipinti realizzati su legno con tecnica ad olio e ad encauso e sono accostati ai medaglioni vitrei a sfoglia d'oro che presentano delle precise fisionomie , quasi delle piccole fotografie.
La mostra resterà aperta fino al 17 gennaio.

lunedì 16 novembre 2009

Trenotrekking da Fossanova a Monte S.Biagio



dorsale dei Monti AusoniSabato 17 ottobre escursione-traversata da Fossanova a Monte San Biagio ,attraversando i Monti Ausoni a cavallo tra il vecchio territorio dello Stato Pontificio e l'inizio del vecchio Regno delle due Sicilie.
E' un trenotrekking ,organizzato dal CAI di Latina -http://www.cailatina.com/-: prendiamo il treno alla stazione di Latina e scendiamo a Fossanova.
A Fossanova c'è una bellissima e famosa abbazia cistercense , nota per la caratteristica abbazia di Fossanovaarchitettura gotico-cistercense della chiesa e del bellissimo chiostro e per aver ospitato San Tommaso d'Aquino.

Da Fossanova , attraversando campi e percorrendo strette strade , arriviamo a Sonnino dove comincia il vero sentiero di montagna, ci inoltriamo all'interno dei Monti Ausoni ,salendo e percorrendo a mezza costa il fianco delle montagne.

Ad un certo punto incontriamo il cippo di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno borbonico , sulla pietra sono ancora visibili gli stemmi dei due regni.

Più avanti un' altra testimonianza storica: la tomba di un noto brigante con incisa sulla pietra una frase che ricorda l' uccisione tramite un colpo di fucile …. E in queste montagne belle e selvagge sembra materializzarsi il clima e l'atmosfera aspra e feroce del brigantaggio , di casa tra questi monti.

Poco dopo una sorpresa piacevole.... davanti ai nostri occhi il mare e il lago di Fondi lungo e trortuoso che si allunga nella piana … lago di Fondi

Il percorso è ancora lungo..23 km in tutto e 1100 metri di dislivello..scendiamo e risaliamo percorrendo antichi tratturi e percorsi – non segnati attualmente – ma percorribili per chi conosce il sentiero.

A volte siamo colpiti dal paesaggio , altre volte dagli intensi e piacevoli odori delle piante aromatiche : mentuccia e rosmarino su tutti , altre volte, specie nei versanti interni dei monti, la vegetazione si fa più rigogliosa e fitta e sembra di passare in una vera giungla..mediterranea però.

Nel tratto finale in discesa attraversiamo un tratto di terra sdrucciolevole dal colore rosso intenso..
sono ossidi di ferro presenti , insieme al carbonato di calcio , in alcuni massicci calcarei e trascinati dall'acqua alla base del monte.

...Finalmente il paese di Monte San Biagio si presenta ai nostri occhi .
Siamo stanchi ma contenti..più di 8 ore di cammino...e così ...gli “sporchi” sedili del treno ci sembrano poltrone!!

lunedì 9 novembre 2009

Calder .Mostra a Roma

quadro di CalderLa mostra di opere di Alexander Calder- il famoso scultore americano autore dei Mobiles- , apertasi al Palazzo delle Esposizioni-http://www.palazzoesposizioni.it/- , accoglie subito il visitatore con dei disegni giovanili decisamente affascinanti.
Sono disegni di animali realizzati da Calder con pochi tratti : il corpo appena accennato coglie lo scatto, il movimento, l'atteggiamento caratteristico di ogni animale.

Della fine degli anni '90 sono le prime sculture in fil di ferro : L'Acrobata- dal corpo umano perfettamente definito -, La Mucca, Il Gabbiano, scultura in fil di ferro

Sono 150 le opere in mostra e molti sono quadri: dipinti astratti in cui forme e linee interagiscono nello spazio con il colore , non c'è un ordine nella loro disposizione ma suggeriscono il movimento .
Sono un altra versione dei” mobiles” le famose sculture fatte di linee- (fili di ferro) e forme colorate (lamiera)- che lentamente oscillano nello spazio , appesi al soffitto o collocati su supporti sul pavimento.

Come Calder diceva di uno dei suoi mobiles: “..non ha significato apparente, è semplicemente bello! , produce un grande effetto emotivo se si è in grado di capirlo..”
Ed in effetti come nel “31 Janvier” si osserva il movimento lieve , le forme colorate oscillanti a volte nere a volte bianche , e sembra che la materia stessa si faccia aria , lieviti verso la purezza , la leggerezza. uno dei Mobiles

C'è poi un altro effetto , un altro “gioco” , come in “Arco di petali” degli anni '40 , dove entrano , come parte dell'opera, anche “le ombre” proiettate dalle forme sulle pedane bianche.
Le ombre si sovrappongono e si intersecano e il loro movimento si somma a quello dei piccoli petali oscillanti in un movimento circolare con il quale si penetra in una dimensione diversa : quella dell'illusione e del gioco.

J.P.Sartre , ammiratore dei mobiles, scrisse in un saggio :”..sembra che si muovano per il piacere dei nostri sensi , invece hanno un profondo senso metafisico!”

La mostra resterà aperta fino al 14 febbraio 2010.











lunedì 2 novembre 2009

"Gemme nel blu". Mostra



conchiglie raggruppate in vetrina In questi giorni si sta tenendo a Latina – nello storico Palazzo EMME- una mostra Malacologica e sulla Biodiversità marina- chiamata “Gemme nel blu”.
La mostra Gemme nel blu ci immerge nel fantastico variopinto mondo delle conchiglie , trasportandoci nel mezzo degli ambienti più incontaminati del pianeta : nelle barriere coralline dell'Oceano Indiano , nell'Oceano Pacifico , nel mare di Tasmania, nelle Filippine o nel nostro Mediterraneo.
Questa bellissima rassegna è stata organizzata dall'Università popolare Tirrenica delle Scienze Naturali, - Associazione di Latina -e-mail:albisca@alice.it- ed è alla quinta edizione.

Tutte le conchiglie ,anche le più comuni, colpiscono per la grande varietà di sfumature di colore e per le tante forme disegnate sui gusci : da quella a macchie delle “Cypreae”, alle righe e reticoli delle “Olive” , alle striature delle “Bivalvi” , ai bellissimi colori dei "Pettini".

Alcune stupiscono per la loro grandezza come il “Charonia Tritonis” o il “Melo amphora
E così mentre i pannelli didattici spiegano ,in modo semplice ma efficace, le varie specie Charonia Tritonis
malacologiche e le loro particolarità , la visione delle fantastiche conchiglie fa volare la fantasia.
Dei video trasmettono le immagini dei mari più belli , dove in acque basse si muovono lentamente i molluschi , trascinandosi il loro affascinante e colorato guscio.

Così si apprende che le particolari colorazioni sono date dai “pigmenti di cellule cromogene”,
situate nel mantello del mollusco , e come questi pigmenti siano in relazione con la distribuzione
delle cellule stesse , con l'alimentazione e con il clima. Spondylus
E infatti le conchiglie più colorate provengono dalle zone più calde della terra , perchè i loro
sfavillanti colori dipendono dal sole.

La mostra presenta anche raccolte di farfalle ,di crostacei , alcune tartaruge, mascelle di squali e opere di artisti sul tema .
Sarà aperta ancora alcuni giorni e al suo interno sono visibili alcune bellissime foto naturalistiche partecipanti al concorso internazionale di fotografia naturalisticaIstanti di natura”- http://www.istantidinatura.net/ - selezionate e premiate in questa rassegna.

lunedì 26 ottobre 2009

Monte Miletto.Monti del Matese

lago di Matese Domenica 11 ottobre con il CAI di Latina si sale alla cima più alta del massiccio del Matese: Monte Miletto 2050 m. , all'interno del Parco Regionale Monti del Matese, http://www.montidelmatese.com/- si parte dal Lago Matese per un totale di 1035 metri di dislivello.

L'escursione è organizzata dalla sezione del CAI di Piedimonte Matese-http://www.caipm.altervista.org/ - il bel paese alle pendici del massiccio , ricco di testimonianze storiche e artistiche oltre che paesaggistiche .
Questo territorio è infatti costellato di paesi che recano le tracce delle varie epoche storiche :da quella antica dei fieri Sanniti e delle loro lotte con la nascente potenza di Roma , a quella medioevale degli Svevi , Angioini e Aragonesi che dominarono questo territorio.
Corsivo
L'escursione parte dal Lago di Matese :dalla chiesetta ai piedi della Valle San Massimo, dopo una salita di circa 400 metri arriviamo nella Valle dell'Esule, una bella valle circondata da monti dove le brave guide ci narrano l'antica leggenda della principessa esule..

Si attraversa Colle del Monaco e da lì in basso possiamo osservare un incredibile arco naturale in calcare posto proprio al di sopra di un profondo inghiottitoio.
Grandi cespugli di carlina aculea e di eringio montano (calcatreppola), costellano il terreno, i faggi sono presenti a macchie , fatto tipico di un territorio dove l'allevamento è stato intenso.

Saliamo sempre percorrendo un ben segnato ed agevole sentiero e all'altezza della sella di Monte Miletto un bel panorama si apre al nostro sguardo : crinali di monti si susseguono e il lago di Gallo in lontananza , con il paese di Letino, arroccato su un colle, giusto sopra il lago. panorama da Monte Miletto

L'arrivo su una cima è sempre una bella emozione: questa volta siamo circondati dalle nuvole , ma la sommità di Monte Miletto la vediamo bene perchè ci passiamo in mezzo : è particolare con avvallamenti brulli, sassosi dall'aspetto quasi lunare.

A tratti le nuvole che ci circondano ,anche mentre mangiamo i nostri panini , ci fanno vedere lembi di paesaggio : le pale eoliche di Longone nel molisano , gli impianti di risalita e i residence di Campitello Matese.
Per noi che non siamo del posto è una curiosa sensazione : con sorpresa aspettiamo di vedere cosa l'improvviso diradarsi delle nuvole ci farà vedere... ma di sicuro il versante più bello è quello che dà verso il lago di Matese da una parte e il lago di Gallo dall'altro.

Siamo bagnati dalle nuvole , ma contenti riprendiamo la strada per tornare e dopo un po' una pioggia sottile e continua ci accompagna , ma il paesaggio rimane bello!
Stavolta è fumoso e più silenzioso …. quando piove tutti sono avvolti nelle mantelle e attenti ai passi .. nessuno parla e il silenzio in montagna è una bellissima sensazione in cui immergersi panorama dal sentiero sotto la pioggiatranquillamente e assaporare piano.
All'arrivo la nota ospitalità campana ci accoglie con l'offerta dello squisito melone invernale - tipico prodotto della zona-,vino e ..ciambellette!

lunedì 19 ottobre 2009

Abbazia S.Eutizio.Valnerina

abbazia S.Eutizio
Nella Valle Castoriana – zona della Val Nerina- c'è un'antica e interessante abbazia: quella di S.Eutizio , fondata nel V sec.d.C. da alcuni religiosi siriani eremiti: S.Eutizio e Santo Spes.
Lo stesso San Benedetto, nato nel 480 a Norcia– poco distante da qui - e fondatore del “monachesimo” occidentale, veniva qui a pregare e sembrasi sia ispirato ai “cenobiti” di questi luoghi.

Nell'VIII sec. fu costruita la Chiesa in stile bizantino , il bellissimo rosone invece è del 1100 in stile romanico. Il rosone risponde anche a concetti scorcio della Valnerina dall'abbaziafilosofici , esso rappresenta il sole , Dio , è rivolto sempre a mezzogiorno e lascia entrare la luce nella chiesa.

Tutte le abitazioni dei monaci erano scavate nella roccia e sono ancora adesso visibili. Con questa stessa roccia , un calcare poroso chiamato “pietra sponga “ sono state realizzati sia il rosone che
le sculture della facciata ,con i simboli dei santi evangelisti . abitazioni dei monaci nella roccia

In quest'abbazia c'è stata una famosa scuola chirurgica dal 1400 al 1600 e sembra che i chirurghi di questa scuola avessero il 90% di successo , tanto che nelle corti europee i re si facevano operare da loro.

All'interno della chiesa si trovano anche delle pale d'altare di un famoso pittore : Cristoforo Roncelli dettoCorsivo il Pomarancio : la prima è una pala d'altare con la figura di Cristo che emerge da un fondo bianco , con grande plasticità della composizione , ai suoi piedi S.Eutizio e S.Spes .
Colpisce , contribuendo alla forza del dipinto , il panneggio elaborato ,voluminoso dei santi. pala d'altare del Pomarancio

Anche il quadro di S.Cristoforo , con il volto del santo girato e carico di pathos , presenta una grande forza espressiva.

L'Abbazia è stata restaurata e in parte ricostruita grazie a contributi congiunti dell'Europa, di privati e Sovrintendenza : un bell'esempio di sinergie tra istituzioni e privati al fine della salvaguardia del patrimonio storico- artistico delle nostre regioni.

lunedì 12 ottobre 2009

Sentiero Galeazzi.Promontorio del Circeo

Cresta del Circeo dal sentiero GaleazziIl Promontorio del Circeo – all'interno del Parco Nazionale del Circeo www.parcocirceo.it- spicca da lontano con il caratteristico profilo della "Maga Circe dormiente”, connotando inconfondibilmente il panorama della lunga e bellissima spiaggia di Sabaudia , anch'essa con le sue alte e originali dune ,facente parte del Parco.
Il promontorio, importante anche a livello preistorico e naturalistico, è anche meta di escursioni che, grazie a vari sentieri raggiungono la vetta :il picco e la cresta.

C' è un sentiero, chiamato Sentiero Galeazzi, – non molto conosciuto – che permette di attraversare tutto il versante nord – il cosiddetto Quarto Freddo- e scendere dal versante opposto :il Quarto Caldo
Si inizia la salita da Torre Paola – una delle varie torri costiere, fatte costruire dallo Stato Pontificio per l'avvistamento dei pirati saraceni -che costellano tutta la costa pontina. frutto del corbezzolo
Grassetto
Dopo un tratto quasi pianeggiante , colorato dalle palline rosse del dolce frutto del corbezzolo, si percorre, in salita, il sentiero detto “Peretto” che poco dopo scopre un tesoro nascosto : delle cisterne romane , in buono stato di conservazione.
Tutto intorno lecci e sughere con il tipico sottobosco di pungitopo e smilax (stracciabrache). .

Dopo aver percorso un tratto di strada asfaltata , d'improvviso in un tornante si apre un bellissimo panorama : sotto di noi la visione del Lago di Sabaudia e del mare separati solo da uno stretto cordone sabbioso e in prospettiva tutti gli altri tre laghi costieri:Caprolace,Monaci e Fogliano. lago di Sabaudia e mare
E' bellissimo e ci sembra quasi di sorvolarli a bordo di un elicottero!

Poco dopo si prende il sentiero delle Ceraselle – secondo tratto -che, dopo una ripida salita, ci porta sulla cresta vicino alla zona “militare” recintata.
Qui vicino si oltrapassa una recinzione e inizia il cosiddetto sentiero “Galeazzi”.
E' un sentiero fatto costruire da un privato ,prima dell'ultima guerra ,che , grazie alla costruzione di muri a secco, permetteva di raggiungere la sommità anche con mezzi motorizzati .
E' attualmente quasi invaso dalla vegetazione , ma perfettamente percorribile.

Siamo nel Quarto Caldo e ci affacciamo sul mare che in lontananza ci mostra, a tratti, anche le isole pontine, mentre girando lo sguardo c'è tutta la cresta con il picco che si erge solitario. sentiero Galeazzi

E' un bellissimo panorama , il sole di ottobre ci scalda e ci abbaglia , ma più di ogni cosa siamo colpiti dall'intenso odore di erbe aromatiche : in particolare il rosmarino che emana il suo caratteristico e piacevole odore.
Anche i suoi bei fiori bianchi , che si mischiano a quelli rosa dell'erica arborea, rendono allegro e colorato il percorso.

Il sentiero finisce sulla strada e ci rechiamo al vicino antico faro , in basso qualcuno pesca e qualcuno fa il bagno .....e così poco dopo a Torre Paola ci leviamo i nostri scarponi da montagna e ci immergiamo anche noi !
E certo è un bell'effetto questo di unire montagna e mare in una sola giornata!

lunedì 5 ottobre 2009

Museo Etrusco Albornoz.Viterbo

Rocca di Albornoz

A Viterbo www.comune.viterbo.it , tra i tanti tesori d'arte , c' è il Museo Etrusco Nazionale Albornoz chiamato così perchè collocato nella Rocca di Albornoz, l'antica fortezza medioevale.
La sua visita riserva belle sorprese e reperti archeologici assolutamente originali.

Nel piano inferiore del Museo Albornoz ,ci sono i reperti provenienti dalla località di Acquarossa (sito che sorge su un pianoro di roccia tufacea tra Viterbo ed Orvieto).
Molto interessanti le terracotte architettoniche :le lastre fittili con fregi decorativi che mostrano processioni, banchetti e danze; belle e originali anche le tegole con il lucernario . fregi decorativi

Al piano superiore ci sono delle statute provenienti dal teatro di Ferento e portate alla luce con gli scavi del 1902 .

Ferento era un'antica città etrusca collocata ai piedi dei Monti Cimini, sconfitta dai Romani divenne in seguito una colonia “graccana” e poi conobbe un grande sviluppo in età augustea .
Testimonianza dell'importanza della città sono le belle statute delle Muse che ornavano il Teatro romano e presenti nel museo,tra le tante: Melpomene ,musa della tragedia, Talia della commedia, Euterpe della danza, Urania Musedell'astronomia,Clio della Storia.

Bella anche la statua di Pothos che rappresenta il desiderio amoroso verso una persona lontana, replica dell'originale greco di Skopas.

Indicativo del clima culturale dell'epoca medioevale è il triste destino di quest'antica città etrusca: distrutta dai Viterbesi nel 1172 con il pretesto di eresia.

Notevoli poi i reperti provenienti dalle necropoli di Bisenzio ( Visentium) sulle rive del lago di Bolsena , lì dove c'è il Monte Bisenzio e l'isola Bisentina.
Tra i pezzi più interessanti i grandi leoni e sfingi in nefro- roccia tipica della zona- , posti all'esterno dei monumenti funebri come guardiani .leone in nefro

martedì 29 settembre 2009

Concerto di Ambrogio Sparagna

Ambrogio Sparagna


Domenica 20 settembre Cisterna di Latina , la Settimana della Cultura Popolare si chiude con un concerto di musica,popolare ovviamente.
Il protagonista è Ambrogio Sparagna-http://www.ambrogiosparagna.it/ uno dei principali artefici del crescente interesse per questo genere di musica.
Ambrogio Sparagna lo sentiamo come un concittadino , è infatti originario di Maranola un paese del Sud della Provincia di Latina , ed anche lui ci tiene a sottolinearlo e tutti se ne sentono orgogliosi.


I suoi concerti sono a dir poco trascinanti , trasmettono una grande carica di energia ed anche allegria e stupore. Lo stupore viene dal sentire canzoni di antica cultura popolare – prevalentemente contadina – apparentemente così lontana dal nostro iper -tecnologico mondo- eppure capace di conivolgerci esprimendo con parole semplici, comprensibili anche se dialettali, i sentimenti più puri dell'animo umano : l'amore, la speranza , l'evasione fantastica e il desiderio di armonia e felicità, ma capace anche di evocare l'immagine di animali, di elementi di una natura – quasi dimenticata- da molti , ma la sola capace di riportare l'armonia nell'animo.
Come nella storia narrata nella canzone “Fiore d'Aprile” dove il protagonista affida ad un falco veloce il compito ed il potere di riportargli la donna amata.

O anche come nella storia del “sonatore” Roccano che accoglie i suoi compaesani nel mantice del suo organetto che per magia diventa enorme , accoglie tutti e si alza in volo , sulle ali delle melodie musicali , portando la gente del paese fuori dall'”ammuina” verso “un altro mondo senza più paura”. due musiciste ballano durante il concerto

E bravo è Ambrogio Sparagna a commentare e spiegare alcuni testi , lo fa anche lui con parole e concetti semplici , ma che parlano al cuore e così il pubblico presente – un pubblico popolare di lavoratori , in naturale sintonia con il musicista e le canzoni che propone- lo applaude e lo interrompe con un bravo!
E così il pubblico di Cisterna- l'antica romana Tres Tabernae, città di unione di culture diverse- applaude , batte le mani seguendo i ritmi veloci ... e balla ...e così si ripete la magia della musica .... come nella storia di Roccano suonatore.
Ambrogio Sparagna : Vorrei ballare