venerdì 27 novembre 2020

Fumone nelle" Terre degli Ernici"

 

Il paese di Fumone sorge su un colle isolato a 783 m. al di sopra della Valle del Sacco a pochi chilometri da Ferentino (provincia di Frosinone). Il nome di Fumone ci rimanda subito alle sue antiche origini di centro dei Volsci e  degli Ernici dedicato ad una funzione strategica di controllo di tutta la campagna circostante. Anche in epoca romana e poi medioevale la funzione di avvistamento rimase,da qui infatti si controllava la Via Latina che da sud portava a Roma. Il nome Fumone deriva infatti proprio dai segnali di fumo che da qui si facevano per avvisare che sopraggiungevano eserciti o bande dirette a Roma. Anche da qui il detto "Quando Fumone fuma,tutta la campagna trema".

Il paese di Fumone fa parte del Sistema storico culturale "Terra Ernica" che unisce le città di Anagni,Ferentino,Fumone,Alatri e Veroli, le principali città del popolo degli Ernici una popolazione preromana che abitava questa parte collinare del Lazio, ai piedi della catena montuosa pre-appenninica chiamata appunto Ernici.

Queste città sono accomunate dalla presenza di Mura Megalitiche in opera poligonale che costituivano le Cinte Murarie dei paesi.

Visito il paese di Fumone agli inizi di novembre 2020, c'è la biglietteria del Castello aperta e così subito spero che qualche monumento sia rimasto fuori  dalle chiusure dell'ultimo DPCM. L'addetta alla biglietteria ci informa che...non è così :...." Conti hanno chiuso il Castello" le parole un po' deformate dalla mascherina mi fanno capire che i Conti Longhi,proprietari del Castello, hanno chiuso...invece è il decreto del  Presidente del Consiglio Conte che ha stabilito la chiusura anche dei castelli.  Incoraggiamo la signora che gestisce  anche un interessante shop, oltre la biglietteria,
e compriamo diversi oggetti e un liquore fatto con le erbe dei Monti Ernici.

Il paese è un centro medioevale perfettamente conservato e tenuto


dove spicca la mole del Castello con i suoi Giardini Pensili -il punto più alto del Castello da cui venivano fatti i segnali di fumo- e la Chiesa di San Gaugerico al lato della cinta di mura.

Un profumo di limone proviene da un piccolissimo forno e così anche una busta di  biscotti al limone si aggiunge agli acquisti appena fatti.

Fumone è famoso anche per aver ospitato Celestino V per qualche mese prima della sua morte e un'antica leggenda accompagna l'evento storico:...si narra infatti che una piccola croce luminosa apparve nella piccola cella dopo la rimozione del corpo del Santo.

Lasciamo Fumone con la promessa di tornare a visitare il Castello.

 

venerdì 13 novembre 2020

Mura "ciclopiche" a Ferentino

La città di Ferentino,nel sud del Lazio in provincia di Frosinone,è situata nella valle del Sacco, nella pianura sottostante ai Monti Lepini. Quando si arriva a Ferentino, le famose mura "ciclopiche" accolgono i visitatori richiamando l'aura della mitica fondazione della città.  vedi post in questo blog: Mostra : "Mura Megalitiche del Lazio meridionale"


Secondo la leggenda infatti Ferentino fu fondata dal dio Saturno, una volta che fu cacciato dall'Olimpo. Di certo la fondazione di Ferentino risale al IV secolo a.C., circa 300 anni prima di Roma e la prova sono le grandiose "mura ciclopiche" caratteristiche di molti centri del Lazio meridionale sia nel territorio di Frosinone che di Latina. Insieme alle mura di Alatri quelle di Ferentino, sono tra i migliori esempi di questa tecnica costruttiva che la leggenda attribuisce ai mitici "ciclopi". Queste mura sono in opera poligonale ,massi calcarei di grandi dimensioni posti a secco a costruire grandiose mura difensive.

Il buono stato di conservazione delle mura di Ferentino si deve anche al fatto che in epoche recenti sono state utilizzate come fondamenta delle abitazioni che ancora adesso sussistono al di sopra, soprattutto nella zona dove si apre la cosiddetta "Porta Sanguinaria".

E' una domenica di ottobre di questo difficilissimo anno 2020, il colpo d'occhio delle Mura è notevole ed è particolare vedere le tracce di vita ordinaria e quotidiana : i panni stesi e i fiori sui balconi che compaiono al di sopra di queste fantastiche opere  che stupiscono per il pensiero della incredibile capacità costruttiva degli uomini che hanno abitato queste zone in epoca tanto antica.

In questa parte si apre la cosiddetta "Porta Sanguinaria" un nome sinistro che evoca battaglie e distruzione, La porta però è molto bella  per la grandezza dei suoi massi che sono sovrastati da un arco  di epoca successiva.

Da visitare nelle città altri importanti monumenti come il Mercato coperto di epoca romana,il Teatro romano,il basolato della via Latina e di epoca medioevale: la Cattedrale dei Santo Martiri Giovanni e Paolo che risale al 1100 e l'abbazia gotico-cistercense di Santa Maria Maggiore considerata prototipo della più famose abbazie di Fossanova  e Casamari.


Finisco la visita della bella città di Ferentino mangiando in un ristorante che in modo più che preciso ha rispettato tutte le norme anti-pandemiche.

 

.

  

domenica 1 novembre 2020

Cori e Piranesi : a Cori "Sulle tracce di Piranesi"

 


La città di Cori - l'antica Cora preromana e romana- possiede e conserva degli importanti monumenti architettonici risalenti alla storia preromana di Cori e al periodo romano .

Questi monumenti interessarono il grande incisore architetto



Giovanni Battista Piranesi,nato a Venezia e vissuto a Roma, dove operò nel Settecento nell'epoca del neoclassicismo . Inizialmente impegnato come semplice artigiano nella bottega che aveva aperto, ben presto iniziò a realizzare delle incisioni ad acquaforte dei monumenti romani.

Interessato alle antichità romane ed in particolare all'architettura,indirizzò il suo lavoro a dimostrare l'importanza e l'originalità dell'architettura romana rispetto al predominio dell'arte greca che nel '700  le teorie dell'archeologo Winckelmann avevano imposto.

Interessato quindi a documentare i monumenti romani si spostò nel Lazio visitando alcune delle più importanti città romane. Nel territorio pontino le due città che visitò e di cui documentò i monumenti,furono Cori e Terracina.

Le incisioni di G.Piranesi sono così contenute  nei Musei della Città e del Territorio sia di Cori che di Terracina.

Nell'anniversario della nascita di Piranesi la città e il Museo di Cori dedicano all'artista una mostra e degli incontri culturali di grande interesse.

Le iniziative sono tenute dall'Associazione Arcadia di Cori- arcadia@museodicori.it - http://www.museodicori.it ,con il contributo della Regione Lazio e nell'ambito del progetto #civiltà pontine ed in collaborazione con il #sistematerritorialedeimuseimontilepini  e il #sistematerritorialebibliotechemontilepini.

Il giorno 1 novembre 2020 si è tenuta la seconda delle" Passeggiate itineranti di Piranesi", che ha toccato il Tempio di Ercole,per poi scendere verso le Mura poligonali,arrivando fino ai resti del Tempio di Castore e Polluce,attraversando in discesa i vicoli del centro antico di Cori.

Durante la visita i ragazzi dell'Associazione Arcadia hanno dato spiegazioni dei vari monumenti e letto passi delle analisi e descrizioni dello stesso Piranesi. Durante ciascuna delle soste davanti ai monumenti e lungo il percorso c'è stato un accompagnamento musicale con musiche che hanno spaziato dal medioevo al '700 ,melodie suonate e spiegate da un giovane musicista .

E' stato poi possibile visitare il Museo di Cori con le incisioni e le lastre originali in rame,concesse dall'Istituto Centrale per la Grafica.

 Un bellissimo modo di svolgere attività culturali all'aperto e con le misure di sicurezza previste, di cui sono stati protagonisti dei giovani. L'attività verrà replicata nelle giornate di sabato e domenica 7 e 8 novembre.

 

lunedì 26 ottobre 2020

"Aster" al Lago di Fogliano

 

Aster a Fogliano

Alla fine dell'estate quando la temperatura si fa più fredda e le giornate più corte,la natura ci riserva sempre spettacoli di grande bellezza.

Uno di questi è la fioritura degli Aster- conosciuti anche come fiori settembrini. Sono fiori che si sviluppano in cespugli con colori che vanno dal lilla al rosa. La forma ricorda quella di una margherita solo con i petali un po'  sfrangiati. La cosa particolare è che percorrendo sentieri ricchi di vegetazione arbustiva, dove meno ti aspetti di trovare dei fiori, all'improvviso si vede spuntare una macchia di colore e avvicinandosi i delicati aster si fanno ammirare.



Il nome "aster" ,che vuol dire stella, richiama la forma di questo fiore

Monte Circeo  dal Lago di Fogliano

che fa pensare ad una stella. Esistono quasi 600 specie di aster ed il suo nome completo è: aster-novi-belgii.

Vicino al Lago di Fogliano si possono ammirare i cespugli di aster fino ad ottobre inoltrato. Si notano ai lati del sentiero che costeggia il Lago di Fogliano,ma anche vicino al secondo capanno di osservazione dell'avifauna del canale Cicerchia.

venerdì 23 ottobre 2020

Poesie : " A Charlie"

 

Sei entrato all'improvviso

nelle mie giornate

e nella mia vita,

ospite inatteso e delicato.

Mille attenzioni,

mille carezze

in questi lunghi anni

ed ora che non ci sei,

è il vuoto ad ogni angolo!

 

Latina,21.10.20


 
A volte rimango attonita,

il dolore sospeso

in un nugolo di nebbia.

La mente si ferma...  finalmente

e attingo alla forza dell'universo,

in silenzio.... riposo.

Caro amico,compagno delle mie giornate,

a tratti si ferma il dolore,

ma tu ci sei, rimani.

Il tuo sguardo espressivo

sempre presente.

 

In memoria del nostro amato cagnolino di famiglia Charlie

prematuramente scomparso il 16.10.20

lunedì 12 ottobre 2020

Biancospino a Cicerchia-Fogliano

 

Lungo il canale Cicerchia ,vicino al lago di Fogliano (Latina) si può fare un breve percorso  che arriva fino al lago. Questo breve itinerario, dove sono presenti due capanni di osservazione dell'avifauna,caratteristica dell'insieme dei laghi costieri di questa zona del Parco del Circeo, presenta anche un insieme di vegetazione arbustiva e di grandi eucalipti che costituiscono un habitat affascinante e intrigante.

E' una piovosa domenica di ottobre e il capanno è già occupato e quindi ,in questi tempi di prevenzione della diffusione di Covid,non entro e decido di fare solo il breve percorso dove anche l'osservazione del canale e della vegetazione dà grande soddisfazione.

Infatti ad una svolta del piccolo sentiero una grande macchia rossa "premia" la mia passeggiata. E' di grande bellezza ...mi avvicino...non l'avevo notato le altre volte...: è il biancospino!!! Una delle piante più belle,  in primavera e in autunno soprattutto, uno dei regali più belli dell'habitat pontino  di pianura, sia dei nostri vicini Monti Lepini.

Il biancospino è un arbusto che sorge nella boscaglia in territori calcare. Si può trovare in pianura,collina o montagna fino a 1500 metri.

E' uno degli arbusti più belli tra la vegetazione perché nel periodo della fioritura i suoi fiori , fitti  di
colore bianco
,  spiccano nel verde dell'insieme delle fioriture primaverili e  sono tra i più belli.

I suoi frutti poi che matura  tra settembre e ottobre sono di un colore rosso con sfumature arancioni ,anche i frutti sono fitti sui rami e costituiscono  una macchia di colore di grande bellezza.

La bellezza del biancospino in natura è in realtà la parte meno conosciuta perché l'aspetto "fitoterapico" è molto più noto. Infatti la pianta ha proprietà calmanti e sedative (specie del sistema cardiaco) ed è utilizzata in forma di tisane,gocce o, in combinazione con altre piante, in pasticche.


Con i frutti si possono fare anche gelatine e marmellate, anche se sono poco diffusi e richiedono una grande conoscenza delle piante (ci sono in natura frutti rossi di tanti tipi ...anche velenosi).

Negli anni passati i cespugli di biancospino erano molto più conosciuti perché usati come siepi per dividere i terreni agricoli. Il biancospino può arrivare anche a 5 cm di altezza,il tronco è grigio,le  foglie poi sono dentellate e i rami hanno delle spine,e sono quei rametti spinosi che danno la grande bellezza dei fiori bianchi e dei frutti rossi.

Dopo aver ammirato  il lago di Fogliano con le placide folaghe ritorno contenta, per il bellissimo ambiente e per la visione del biancospino!!  

venerdì 18 settembre 2020

Giardino Botanico" Daniela Brescia" di S.Eufemia a Majella

 

Nella località di S.Eufemia a Majella è presente uno dei gioielli del Parco Nazionale della Majella : è il Giardino Botanico "Daniela Brescia" http://www.ortobotanicoitalia.it/abruzzo/giardino-botanico-daniela-brescia/  


E' un Giardino realizzato con Fondi Europei ed è riconosciuto dalla Regione Abruzzo come un sito di interesse regionale per la tutela della Biodiversità vegetale.

Il Giardino è organizzato in settori relativi ai diversi habitat presenti nel Parco : habitat forestali,prativi,l'ambiente delle rupi e dei ghiaioni presenti su questi monti. In questi settori si possono ammirare specie ormai diventate rare.

Sono inoltre presenti dei settori tematici come quelli delle piante medicinali e alimentari selvatiche.

Il Giardino ospita circa 500 entità floristiche il suo simbolo è il fiore della Soldanella sannitica.

Due piccoli corsi d'acqua attraversano il giardino e qui è presente il raro gambero di fiume "Austropomatobius pallipes".

La visita al giardino è agevole perché dei vialetti attraversano i vari settori ed è semplice seguirli in ordine.

E' un caldo pomeriggio di agosto quando visito il giardino ma qui l'aria è fresca e piacevole. La vista rimane ammirata da tutte le specie vegetali ,dagli alberi conosciuti a quelli più rari e dai fiori semplici,piccoli a volte fino a quelli più appariscenti e magnifici. Rimango ammirata da tante specie vegetali , ma alcuni colpiscono mi colpiscono più degli altri,come il frutto arancione del cosiddetto albero "berretta del prete" dalla strana forma che richiama un particolare copricapo.


I corsi d'acqua formano un bianco laghetto con ninfee e le grandi foglie del "farfaraccio" che lo circondano.

Nella parte finale diverse specie di rose bellissime e delicate fanno da corollario ad una visita bellissima e ricca di emozioni oltre che di conoscenza.

lunedì 7 settembre 2020

"Settembre" di Gabriele D'Annunzio

Majella

Questa bella poesia di D'Annunzio è dedicata al magnifico Abruzzo !! e a Settembre...uno dei più bei mesi dell'anno!

Gole dell'Orfento

Settembre




Settembre andiamo.E' tempo di migrare.

Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori

lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

scendono all'Adriatico selvaggio

che verde è come i pascoli dei monti.

 Han bevuto profondamente ai fonti

alpestri,che sapor d'acqua natia

rimanga ne'cuori esuli a conforto,

che lungo illuda la lor sete in via.

Rinnovato hanno verga d'avellano.

 

E vanno pel tratturo antico al piano,

quasi per un erbal fiume silente,

su le vestigia degli antichi padri.

O voce di colui che primamente

conosce il tremolar della marina!

 

Ora lungh'esso il litoral cammina

la greggia.Senza mutamento è l'aria.

Il sole imbionda sì la viva lana

che quasi dalla sabbia non divaria.

Isciacquio,calpestio,dolci romori.

 

Ah perché non son io cò miei pastori? 

giovedì 27 agosto 2020

Castello di Pacentro

 

Castello di Pacentro


Il Castello di Pacentro è considerato il castello più antico d'Abruzzo, sembra infatti risalire al  VII sec.

Viene chiamato anche Caldoresco perché appartenente ai nobili Caldora. Nel secolo VIII Pacentro e il castello rientrano nel  territorio del Ducato di Spoleto diventando sede del "gastaldo" - una delle cariche più importante della struttura sociale e politica dei ducato Longobardi.

Tra il XIV e XV sec. ass

Torre del fantasma

Sala degli stemmi


ume l'aspetto definitivo con le tre torri che lo caratterizzano.

Arrivo nel paese di Pacentro in una assolata mattinata di agosto,rimaniamo piacevolmente colpiti dal paese che si trova alle pendici della Majella ,a metà strada tra Passo S.Leonardo e Sulmona. Il paese è ordinato,fresco e un lungo corso lo attraversa dall'inizio del paese fino al Castello che si trova nella parte più alta. Il paese è  conosciuto perché terra di origine della cantante Madonna e del ministro statunitense Mike Pompeo.

E' l'estate del 2020 caratterizzata da timori,speranze e "mascherine". Tutti si mostrano attenti e rispettosi delle regole in questo bel paese abruzzese e tra i visitatori del Castello "Caldoresco".

Il Castello,famoso nei secoli per la sua bellezza,deve gran parte del suo fascino alle tre alte torri dette: del Re, dell'Assedio e del Fantasma.

La Torre del Fantasma presenta sulla muratura delle sculture con volti umani, tra cui anche Giacomo e Giovannantonio Caldora.

Si visita il Castello percorrendo i vari piani interni tramite le passerelle che li collegano. All'interno c'è un'ampia sala rettangolare arricchita con ricostruzioni di stemmi nobiliari di grandi dimensioni. Tutta la sala è di grande suggestione.

Tra fine Quattrocento ed inizi del Cinquecento gli Orsini fecero costruire tre bastioni circolari due dei quali a protezione delle Torri,una delle Torri: quella del Re, può essere visitata e la vista del paesaggio di Pacentro e dei monti circostanti dall'alto della torre è davvero affascinante.

martedì 18 agosto 2020

Eremo di S.Onofrio al Morrone

L'Eremo di S.Onofrio al Morrone è uno dei più importanti siti posti nelle cavità dei monti del Morrone e della Majella e tutti riconducibili all'eremita Pietro da Morrone poi divenuto Papa con il


nome di Celestino V.

 

 

La località si trova vicino Sulmona nella zona detta Fonte dell'Amore. In questo luogo è posta la grande Badia Morronese: L'Abbazia di S.Spirito al Morrone e da qui salendo sulle pendici della montagna si può raggiungere l'Eremo di S.Onofrio.

Si può raggiungere l'Eremo in due modi o percorrendo un sentiero CAI segnato che parte poco più avanti dell'Abbazia e risale le pendici della montagna o percorrendo la strada asfaltata che porta ad un parcheggio più in alto.

In entrambi i casi si deve poi prendere il sentiero che in circa mezz'ora porta fino all'Eremo e alla Chiesa che vi è stata costruita.

Quest'Eremo è visibile anche dalla strada a chilometri di distanza ed è impressionante vedere la costruzione "incastonata" nella roccia.

All'interno della costruzione oltre la Chiesa vi è la "grotta" di Celestino V. Un portico precede la Chiesa e l'edificio.

E' un ambiente suggestivo ricco di spiritualità e immerso nella natura.

Pietro da Morrone prima di diventare Papa con il nome di Celestino V aveva iniziato insieme ai suoi discepoli la costruzione dell'Abbazia dello Spirito Santo che sarebbe poi diventata Casa madre della Congregazione nel 1293.

La Regola dell'Ordine fondato da Pietro da Morrone era ispirata a quella di San Benedetto e si caratterizzava per un forte legame con la natura.

Lo stesso Pietro ottenne il riconoscimento dell'Ordine recandosi personalmente al Concilio di Lione del 1274.

mercoledì 12 agosto 2020

Bosco della Lama Bianca alla Majella

 

Alle pendici della Majella un'escursione semplice e bella è quella nel bosco della Lama Bianca.

Vari sentieri percorrono il bosco ma tutti arrivano alla Fonte Lama Bianca.Qui c'è una Fonte con una grande area attrezzata per picnic. E' stato predisposto dal Corpo Forestale anche un sentiero percorribile con carrozzine ,con dislivello moderato e terreno battuto.

Il paesaggio è quello tipico delle faggete appenniniche : la bellezza dei faggi e la loro altezza, il muschio che cresce sugli alberi e sulle rocce affioranti,felci rigogliose e le altre specie vegetali.

Ogni tanto sulle rocce disseminate sul terreno si possono vedere le tipiche foglioline dell'erba capelvenere. "Adiantum capillus veneris",il suo nome scientifico, è una pianta officinale e medicinale e appartiene al gruppo delle felci i suoi principi attivi più importanti sono i tannini e i fenoli.

Sono piante tipiche del sottobosco che non amano la luce intensa ed hanno bisogno di umidità per crescere.

Questo bosco è una Riserva naturale che si tro

va nel territorio di S.Eufemia a Majella. Ha una superficie estesa di circa 14 mila metri quadri.

Il sentiero più semplice è quello che inizia dalla Fonte della Fratta.Un altro sentiero per la Lama Bianca- di tipo E- parte invece dall'Orto Botanico di S.Eufemia ed ha un dislivello di circa 600 metri ed una lunghezza complessiva di circa 10 km.

giovedì 9 luglio 2020

Cakile maritimum sulla duna costiera



Sulle spiagge dove sono presenti le dune costiere ci sono molti tipi di piante ,alcuni sono fiori, tra questi ce n'è uno che è il primo che si trova risalendo la spiaggia e andando verso la duna.
E' il Cakile maritima,noto anche come ravastrello, appartiene alla famiglia delle Brassicaceae Ha fusti prostrati, ramificati, con foglie alternate, lunghe 3–6 .I fiori  presentano 4 petali di colore dal lilla al porpora.
Questa delicata piantina ha soprattutto una caratteristica fondamentale : è una pianta pioniera. Le piante pioniere sono quelle che per prime attecchiscono su terreni "difficili" come è  anche   la sabbia delle spiagge. Come dice anche la parola fanno da pioniere alle altre piante ,aprono la strada per così  dire.
Grazie a questa piccola pianta dai delicati fiorellini, altre piante si sviluppano trattenendo la sabbia e formando le dune e permettendo la sopravvivenza della spiaggia stessa.
Tutta la vegetazione della duna costiera è molto importante per queste ragioni e non andrebbe mai calpestata perché ,se questo avviene, le piante non crescono e non possono consolidare la sabbia.
Nella spiaggia del mare della città di Latina che va da Capoportiere a Rio Martino,quindi sul lato sinistro di Capoportiere, vi sono alcuni chilometri di duna costiera. 
La duna è un bene ambientale importantissimo, lo stesso Parco Nazionale del Circeo ha tra i suoi ambienti principali la duna costiera - che in questo caso va da Rio Martino fino al Promontorio del Circeo. 

Il passaggio delle persone per arrivare sulla spiaggia deve essere fatto utilizzando le passerelle. Quindi l'Amministrazione comunale di Latina dovrebbe  procedere urgentemente alle riparazioni delle passerelle per permettere il passaggio per tutelare questo bene prezioso che è la Duna Costiera.


sabato 4 aprile 2020

"I giganti silenziosi"


Monti Ausoni
Il libro " I giganti silenziosi" di Tiziano Fratus ci racconta dei grandi alberi monumento presenti nelle città italiane.
E' un viaggio in alcune grandi città italiane alla ricerca degli alberi centenari presenti all'interno delle spazio urbano.
Gli alberi vengono descritti,viene raccontata la loro storia e si possono vedere le immagini attraverso foto suggestive. La grande sensibilità e l'amore dell'autore verso gli alberi arricchiscono le descrizioni e la narrazione.
E' un libro che dovrebbe essere letto dagli amministratori di diverse città italiane i quali a seguito di eventi meteorologici che hanno
Monte delle Fate
provocato anche la caduta degli alberi,hanno pensato bene di tagliare il problema alla radice e,invece di rafforzare,sostenere gli alberi monumentali presenti, hanno pensato bene di tagliarli, privando così le comunità umane di presenze consolatorie e vivificatrici e privando le città di elementi di vivibilità capaci di rendere gli spazi urbani più temperati e densi di memoria storica.
Nella parte iniziale del libro prima dell'inizio del viaggio l'autore fa delle riflessioni dense e profonde esplorando il profondo rapporto tra uomini e alberi.

Di seguito ne riporto una:
Orto botanico di Fogliano

..."Ma esistono dei segni,nel mondo che ci circonda, che hanno mantenuto una propria sacralità,per molte persone questi segni sono importanti, come se fossero sopravvissuti  alla spoliazione del senso religioso,del tempo religioso che essi hanno rivestito,quanto alla smaterializzazione imposta dalle tecnologie di comunicazione,così pervasive.  Gli alberi,i boschi,le foreste e le montagne, i deserti, le vastità remote hanno mantenuto questo senso di sacralità. Suscitano in noi un anelito spirituale che ci porta a rispettarli,ad avvicinarli e a sacralizzarli,a proteggerli anche con leggi, poiché, al contempo, percepiamo che non si tratta solamente dell'albero,del bosco,della foresta o della montagna che abbiamo di fronte ; essi sono questo che noi percepiamo sensorialmente ma sono anche molto altro, entrando in contatto con loro entriamo in contatto con qualcosa di più grande,di vasto,di immenso,di cosmico."

giovedì 26 marzo 2020

Il mio albero



 IL MIO ALBERO
Cedro del Libano

Un cedro del Libano accompagna le mie giornate,

è un albero alto,maestoso e bellissimo,

è proprio di fronte al balcone della mia cucina.

Qui mi siedo nel pomeriggio a riposare e guardo l'albero.

I suoi rami pieni di foglie sempreverdi si allungano

ad abbracciare l'aria....

ed anche me.

Ha accompagnato i miei riposi e rallegrato i miei pensieri,

ricordandomi di cos'è la bellezza!

Latina,24.03.20

giovedì 20 febbraio 2020

Torrecchia Vecchia.Cisterna di Latina

La località di Torrecchia Vecchia è circondata da un'antica fama e da un po' di mistero.  Pochi conoscono infatti  questo luogo che è stato dichiarato " Monumento Naturale" e fa parte della rete Dimore Storiche della Regione Lazio. E' situato sulla strada che dalla città di Cisterna di Latina va verso la città di Cori,ai margini della pianura pontina e più a sud del Lago di Giulianello.
Antico sito di epoca preromana e poi appartenuto alla gens Iulia ,appartenne poi ai possedimenti papali e poi a varie famiglie nobili tra cui i Borghese, fino poi ad appartenere nel Novecento  alla famiglia Sbardella e poi alla famiglia Caracciolo.. L'antico  borgo medievale, è stato abitato e ristrutturato varie volte , centro anche di una importante azienda agraria .La località è immersa in una macchia boschiva di oltre 200 ettari e circondato da circa 2 ettari di giardino.

La via sterrata di accesso si inoltra tra due colline,affiancano la strada grandi alberi di  noci...la prima sorpresa è la presenza di un grande rapace che  salta tra gli   alberi ...è una poiana.
Le colline sono coperte da grandi alberi e da una lussureggiante vegetazione, si costeggia il fiume Teppia che nasce dal lago di Giulianello.
Lasciate le auto si inizia la visita da un grande bosco di canne che precede un antico mulino di epoca romana. I resti del mulino sono sotto  un laghetto naturale . Qui un'oca comincia a strepitare a gran voce all'arrivo del gruppo di visitatori.

Il percorso prosegue fino ad arrivare ad una sughereta con alberi imponenti e centenari. La collina detta Colle Rosso è il luogo dove pascolavano i cavalli di uno dei più importanti allevamenti di cavalli d'Italia, avviato dal penultimo proprietario Sbardella.
Da sopra la collina si può osservare l'antico castello e le scuderie recentemente ristrutturate. Ci avviciniamo al castello da una strada in leggera salita......quello che da lontano sembrava un rudere si rivela arrivando un "luogo incantato":.... un antico torrione angolare.... la porta che si
apre nella cinta di mura e ci troviamo così all'interno del cortile con vari edifici ristrutturati.
Un enorme albero campeggia nel cortile , delle grandi piante di rose introducono nell'edificio dove è collocata un'ampia  biblioteca ed  alberi di melograno ,circondati dal bosso, sono posti di fronte all'edificio, sede della Fondazione Torrecchia Vecchia. Vegetazione e costruzioni in pietra formano un insieme decisamente affascinante.

A partire da marzo si possono fare visite guidate anche del Giardino di Torrecchia Vecchia.
Per informazioni e prenotazioni:  https://www.torrecchia.it/

giovedì 30 gennaio 2020

In difesa degli Alberi di Latina

Di fronte ai tagli di alberi che stanno avvenendo in maniera drastica nella città di Latina è necessario ricordare che  Latina ha tratto negli anni gran parte della sua bellezza dai larghi viali alberati , elemento di continuità tra la città e la campagna e che la vita degli uomini è strettamente correlata alla presenza degli alberi e della vegetazione .
Piazza Roma a Latina

E' necessario ricordare le Funzioni degli alberi :
1-  GLI ALBERI PRODUCONO OSSIGENO respirato da tutti gli esseri viventi.  La chioma di un piccolo albero di 25 mq. di superficie fogliare produce la quantità di ossigeno di cui un uomo ha bisogno ogni giorno.
2- GLI ALBERI disposti in filari intorno alle case, lungo le autostrade o in altri luoghi polverosi, con le loro foglie intercettano il pulviscolo e altre sostanze dannose (anidride solforosa e biossido di azoto)
3- LE CHIOME DEGLI ALBERI  proteggono dai forti venti e dai rumori
Piazza San Marco a Latina
4- Il respiro e l'ombra degli alberi abbassano la temperatura nella calura estiva e in inverno trattengono un po' di tepore.  Con ogni tempo  migliorano il microclima.
5- Le radici degli alberi consolidano le montagne e le scarpate, trattengono le sponde dei fiumi e dei ruscelli dall'erosione causata dall'acqua e prevengono frane.
6- Le FOGLIE che cadono stagionalmente arricchiscono il terreno di nuove sostanze (humus).
7- Le forme i e colori delle foglie e dei fiori ravvivano e rallegrano le città e la campagna.
8- Ogni presenza vegetale è testimone del tempo e della vita sulla terra,segnala i cambiamenti delle stagioni,influenza positivamente il clima.
9- GLI ALBERI sono fondamentali per il ciclo dell'acqua piovana.
10- GLI ALBERI  offrono riparo e cibo agli animali.
11- Gli alberi donano ALIMENTI e materie prime agli uomini
Viale Mazzini ...prima del taglio dei pini


Nello stesso tempo voglio ricordare i magnifici pini di Viale Mazzini che hanno caratterizzato questo Viale e lo ho hanno reso bello e maestoso negli anni.
Un saluto e un ringraziamento
per avere rallegrato la vista e la vita.....in questi giorni li stanno eliminando... tutti!!