lunedì 30 marzo 2015

Giornate FAI 2015 a SATRICUM-Latina

tempio Mater Matuta
SATRICUM era un'antica città latina,a pochi chilometri dal mar Tirreno e lungo il fiume Astura, per cui facilmente raggiungibile dalle imbarcazioni che arrivavano sulle coste dell'antico "Latium",provenienti dai principali porti commerciali del Mediterraneo.

Questa potente e grande città latina venne nel VI sec.a.c. conquistata dal popolo dei Volsci, un popolo forte e bellicoso che viveva sui territori montuosi della catene pre appeniniche, per cui fu proprio contro i Volsci che i Romani dovettero combattere secoli dopo per conquistare SATRICUM.

Di questa grande e potente città si era quasi persa conoscenza nei lunghi secoli seguiti alla caduta dell'Impero Romano,ma man mano emergevano dal terreno oggetti risalenti a varie epoche antiche, finché nel 1970 gli archeologi dell'Università di Amsterdam, in seguito coadiuvati dagli archeologici italiani, iniziarono quì una lunga campagna di scavi il cui punto di arrivo è la creazione recente del Museo di Satricum e dell'apertura al pubblico dei resti del tempio della dea "Mater Matuta".

Museo di Satricum
Siamo nel borgo di Le Ferriere  a nord di Latina, al margine delle antiche Paludi Pontine.In questo borgo agricolo ,come indicato dal nome,esisteva, fin dal '700, una fabbrica per la lavorazione del ferro, proveniente dall'isola d'Elba, e di cui esiste ancora un'alta ciminiera,inglobata ora dagli edifici del Museo.

Il 21 e 22 marzo Satricum è stato uno dei siti dove si sono svolte le giornate FAI di Primavera www.fondoambiente.it. Così tantissimi ragazzi di alcune scuole di Latina,Cisterna e Sezze si sono avvicendati,con passione e competenza, come "aspiranti ciceroni".

E' stata un'esperienza davvero bella vedere così tanti ragazzi animare il Museo e avvicendarsi tra anfore, statuette e pannelli didattici. Così gli oggetti pregevoli di antichissime civiltà hanno quasi ripreso vita testimoniando la storia di un territorio e delle antiche popolazioni che hanno abitato questi territori.

Il Museo è aperto e visitabile durante la settimana.

lunedì 16 marzo 2015

Tempio di Ercole di Cori

Il paese di Cori alle pendici nord-occidentali dei Monti Lepini è un luogo di particolare bellezza e ricchissimo di vestigia e monumenti storici che richiamano l'antichissima origine del paese :l'antica Cora facente parte della Lega Latina .

Il paese, anche dopo che la lega latina perse nel conflitto con la nascente potenza di Roma, rimase sempre una città di grande rilievo e importanza,tanto da diventare città federata di Roma cioè città alleata e non sottomessa.
I monumenti di Cori furono, nel corso dei secoli seguenti, rappresentati da molti importanti artisti che hanno, con le loro raffigurazioni e stampe, contribuito alla "fama" artistica della città.

E così tra le rappresentazioni più significative spiccano i disegni del Tempio di Ercole di Antonio e Giovanni Battista da Sangallo il Giovane,realizzati a Cori negli anni 1514-1520, e nelle tavole di Giovanni Battista Piranesi che, nel 1764, rappresenta le mura "ciclopiche" poligonali e il Tempio di Ercole.

E proprio questi due monumenti, tra i tanti presenti a Cori, rappresentano meglio l'immagine della città lepina. Il Tempio di Ercole è situato nella parte alta della città,nell'area sud-orientale dell'Acropoli, orientato a sud. Gli archeologi utilizzano la definizione Tempio "detto" di Ercole, perchè non sono stati ritrovati documenti diretti dell'attribuzione, ma solo testimonianze storiche "indirette",attribuibili alla storiografia locale e risalenti al XVII e XVIII sec.

Il Tempio è di ordine dorico,con quattro colonne sulla fronte e due ad ogni lato,le colonne sono sormontate da un'architrave con fregio dorico di triglifi e metope. Alla fine dello spazio si erge la "cella " del tempio con l'iscrizione dedicatoria ai due dumviri,magistrati locali,M.Manlio e L.Turpilio.

Al lato occidentale si innalza il campanile,la sola parte  della chiesa di SS.Pietro e Paolo, rimanente dopo i bombardamenti del 1944. Particolarità importante è che il campanile originariamente occupava l'interno della cella,per poi essere demolito e ricostruito nel 1842 all'esterno del tempio.

I due edifici costituiscono nella loro vicinanza un "unicum"  particolare , anche se la snella sagoma del Tempio vista isolata dal campanile, conserva un fascino  eccezionale.

lunedì 2 marzo 2015

Chiesa SS Annunziata di Sabaudia

Chiesa dell'Annunziata
Nella città di Sabaudia c'è un gioiello architettonico, perfettamente inserito nelle caratteristiche urbanistiche e architettoniche del centro, è la Chiesa della Santissima Annunziata.
 Si trova in asse con la piazza del comune,ed è inserita in una piazza con vari edifici.

La chiesa della SS.Annunziata si presenta con una facciata porticata, rivestita da lastre di marmo di travertino con due tonalità di colore. Un enorme mosaico campeggia sulla facciata.L'opera musiva è alta  circa 15 metri e larga 4.

Al lato destro della chiesa, ben distanziato ed isolato, si trova un battistero circolare rivestito di travertino bianco, il complesso continua con degli edifici sullo sfondo dell'ampia piazza: la canonica e il convento di suore.
E' davvero di grande effetto e suggestione la visione del battistero così perfetto ed isolato in uno spazio così vuoto,  quasi "metafisico" .

La Chiesa dell'Annunziata fu commissionata agli stessi architetti vincitori del bando di
Battistero della Chiesa dell'Annunziata
concorso per la stesura del Piano Regolatore della città di Sabaudia : gli architetti G. Cancellotti,E. Montuori,L. Piccinato, A. Scalpelli.

Il Mosaico dell'Annunciazione fu realizzato da Ferruccio Ferrazzi, un'importante personalità artistica degli anni '30 ed autore di altre importanti opere musive.
Alle grandi figure di Maria e dell'arcangelo Gabriele nel mosaico ,in piccolo, si affiancano le figure di Mussolini e di Valentino Orsolini Cencelli ,commissario dell'Opera Nazionale Combattenti, con il chiaro intento celebrativo dell'opera di Bonifica.


L'interno ha un'unica navata con abside e cappelle semicircolari ai lati.A sinistra del presbiterio c'è la Cappella Reale, destinata ai "reali" d'Italia, a cui era dedicata anche l'intera città di Sabaudia.