mercoledì 31 marzo 2010

Edward Hopper.Mostra

donna in bar di Hopper
E' in corso presso la Fondazione Roma Museo-http://www.fondazioneromamuseo.it/– la mostra di opere dell'artista americano Edward Hopper.
Originale la scelta di accogliere il visitatore con un allestimento scenografico del famoso dipinto Nighthawks- bar notturno con visitatori- che introduce, da subito, nel mezzo del tema di quella quotidianità di vita americana dei primi decenni del '900,celebrata e rappresentata da Hopper.


La mostra ripercorre le varie fasi dell'opera dell'artista : da quella iniziale di illustratore , alla fase del soggiorno parigino a quelle più mature , alle famose rappresentazioni di spaccati di vita metropolitana, ma anche di case isolate “dove il sole si riflette sui muri”.
Tra i quadri che rappresentano Parigi – dove già è evidente il suo interesse per le rappresentazioni di architetture -, spicca “Le Bistrot” del 1909 dove l'interesse è su una coppia seduta a tavolino nel vuoto della strada e del ponte.
Pennsylvania coal town
Nel quadro "Pennsylvania Coal Town" ,è rappresentato un uomo con rastrello davanti ad una casa, una scena semplice , apparentemente banale , ma la staticità , la fissità e l'immobilità danno un carattere diverso quasi metafisico a questo “realismo” . E' lo stesso carattere che si ritrova nel “Second story Sunlight” del 1960 con ragazza e donna che legge , non c'è movimento , i personaggi sembrano statue assorte in una dimensione atemporale.


Un'altra particolarità della sua opera è la rappresentazione di donne sole in appartamenti. Morning sun
Sonno donne sole semisvestite , a volte nude, lo sguardo è assorto fisso .Incuriosiscono , pongono interrogativi e fanno immaginare una storia , forse torbida , che le vede protagoniste.
Le case sono spoglie di arredamenti e, come in Morning Sun del 1952 , il vuoto della stanza rimanda ad un vuoto interiore, alla solitudine.

La mostra sarà aperta fino al 13 giugno

martedì 23 marzo 2010

Macchiarvana

sentiero innevato che porta alla valle
Macchiarvana è una bella valle , situata nel Parco Nazionale d'Abruzzo - http://www.parcoabruzzo.it/ a 1500 metri d'altezza, si trova a poca distanza dai centri di Pescasseroli e Opi e vi si trovano le piste di sci da fondo tra le più grandi e belle dell'Italia Centrale.
Venendo da Sora nel Lazio, vi si arriva attraversando il Passo di Forca d'Acero , siamo all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo ,Lazio e Molise e le montagne che si affacciano sulla valle segnano il confine tra la regione Lazio e l'Abruzzo.
Macchiarvana possiede piste di varia grandezza , segnate e battute dai Maestri della Scuola Nazionale di Sci da Fondo.

Vi si arriva percorrendo un lungo tratto di sentiero che , dalla strada statale, scende giù nella valle e ,quasi come una galleria, introduce negli ampi spazi innevati , contornati da imponenti faggete e attraversati dalle piste da fondo.
una delle piste
Lo sci da fondo è un bellissimo sport , compatibile con l'ambiente , per praticarlo non c'è bisogno di abbattere alberi e costruire impianti di risalita.
Le piste sfruttano i sentieri nel bosco e permettono un bel contatto con la natura , non piegata e assoggettata agli interessi dell'uomo, ma vissuta con il rispetto e l'ammirazione che suscita.
Si percorrono le piste nel silenzio, rotto solo dallo sfregamento degli sci sulla neve e riuscendo talvolta a percepire i rumori del bosco.


Domenica 21 marzo i maestri della Scuola di Sci hanno organizzato l'annuale Marcia di Primavera e così ,dopo i vari percorsi, c'è una bella festa e si può assaggiare un gustosissimo piatto regionale abruzzese :gnocchetti con fagioli e prosciutto.
Mentre mangiamo scaldandoci, la bella cima del Monte Panico , che segna il confine tra il Lazio e l'Abruzzo, ci sovrasta e il suo profilo innevato fa da sfondo alla valle, attirando lo sguardo.

martedì 16 marzo 2010

The blue Carpet al MACRO


Presso il MACRO di Roma – il Museo di Arte Contemporanea di Via Reggio Emilia a Roma-www.macro.roma.museum
è in mostra “The blue carpet”, un'opera di Ilya & Emilia Kabakov , due artisti russi che hanno esposto opere nei più importanti musei di arte contemporanea delle città europee.

Il centro dell'opera è sicuramente come affermato dal pannello introduttivo ,in una “riflessione meditativa "che abbia un valore di unione tra individuo e artista “in una meditazione profonda tra misticismo e immaginazione” , creando “un ambiente singolare in cui confluiscono intimità , sogno e momento creativo.


The blue carpet consiste in un grande tappeto di colore azzurro , con disegni nei bordi, che occupa l'intero spazio della stanza. Il tappeto è circondato da piccoli quadri appoggiati alle pareti ,lungo tutto il suo perimetro.
I quadretti consistono in piccoli disegni e stampe in bianco e nero e colorate, ci sono poi moltissimi frammenti di fogli scritti a mano e incorniciati anch'essi.

Si deve entrare a piedi scalzi e ci si può sedere o sdraiare sul tappeto, in quello spazio grande dove si è soli e dove solo il rumore di motori del condizionamento rompe il silenzio, ci si ferma interrogandosi , ci si chiede , come sempre di fronte all'arte contemporanea , cos'è?
Poi la calma ipnotizza lo sguardo che si è fermato sui piccoli quadri ed ecco che da quei minuscoli frammenti emerge qualcosa ..la quotidianità della vita nelle scritte vergate a mano con un'antica calligrafia che si unisce con la sua rappresentazione : ..i disegni e il colore dei piccoli quadretti figurativi.


Vale la pena entrare e provare,toccare con il corpo l'opera.
L'azzurro del tappeto richiama i colori intensi e brillanti dell'arte orientale(quasi una favola da Mille e una Notte) , la morbidezza del tessuto sollecita il senso del tatto , donando una piacevole sensazione.
La stanza calma e vuota poi sembra introdurre in uno spazio intimo e segreto che , appena si abbandona l'atteggiamento sorpreso e scettico , si rivela essere lo spazio del sé , come in una meditazione che lasci libera l'immaginazione di volare e creare immagini e vivere belle sensazioni e intuizioni.

lunedì 8 marzo 2010

Monte Ornito.Aurunci

le Mainarde in lontananza Monte Ornito è un monte delle propaggini meridionali dei Monti Aurunci, è alto 776 metri ed ha un'importanza storica perchè in queste zone si sono svolti alcuni drammatici episodi della II guerra mondiale.
Siamo infatti sulla linea GUSTAV cioè la linea di difesa dell'esercito tedesco di fronte all'avanzata delle truppe alleate che ,dopo gli sbarchi in Sicilia e a Salerno, risalivano la penisola.


Nella valle sotto queste montagne scorre infatti il fiume Garigliano , punto di inizio della linea GUSTAV. Gli alleati cercarono, proprio passando da queste montagne, di aggirare la resistenza dei tedeschi che la lunga battaglia di Cassino non aveva piegato.
L'escursione è organizzata dal CAI di Latina http://www.cailatina.com/ ,ma le nostre guide sono di Castelforte: gli amici Damiano e Gianni.
Si parte dal paese di Suio, posto su una collina e noto per gli stabilimenti termali di Suio Terme che utilizzano le ottime acque solfuree e sono collocati lungo il corso del fiume Garigliano.

Ci si addentra nelle montagne passando sotto belle “gallerie” naturali di pini d'Aleppo, si arriva quindi in una sorta di anfiteatro naturale – denominato Le Retelle. E' questa la strada che le truppe alleate , in particolare il 9° battaglione dell'esercito inglese, percorrevano per sferrare gli attacchi .
Una volta arrivati in questo luogo, circondato da colline e sovrastato dal monte Ornito ,però gli inglesi venivano colpiti dai reparti tedeschi appostati sulle alture e sul monte.
Con tragico sarcasmo gli inglesi chiamarono questa zona “Happy valley” , perchè qui avveniva la fine delle loro sofferenze. Siamo nel 1944 e l'inverno quell'anno fu particolarmente rigido ,niente a che vedere con le temperature dei nostri giorni.
monumento ai caduti a Le Retelle
Una lapide circondata da pietre ricorda il nome dei soldati e la tragica vicenda e le parole “ Roll of Honour”, posta prima dei nomi, rammenta a tutti l'eroismo di quei soldati.


Sul monte Ornito la vista spazia su un ampio panorama : Ischia nel mare , i Monti del Matese a sud con la cima del Miletto e le Mainarde innevate ad est.
Scendiamo e proseguiamo il percorso ad anello che attraversa bei pianori popolati di cavalli e mucche al pascolo .
Arriviamo quindi nel paese di Castelforte , a cui da pochi anni è stata conferita la medaglia d'oro al valor civile , per le grandi sofferenze e devastazioni subite durante la II^ guerra mondiale.
Dal paese c'è un bel panorama sulla piana del Garigliano in cui spicca la sferica cupola della dismessa centrale nucleare , che sembra destinata, nel nuovo programma nucleare dell'attuale governo ,a deposito delle scorie nucleari – ben inquietante prospettiva!-

lunedì 1 marzo 2010

Il Nostro Mondo.Mostra del National Geographic

donna beduina dell'Oman Presso il Palazzo delle Esposizioni, il National Geographic-http://www.nationalgeographic.it/ espone le foto selezionate per la mostra “Il Nostro Mondo” ,sono 91 foto che rappresentano un grande affresco dell'umanità contemporanea.
Guglielmo Pepe -direttore del National Geographic- così introduce la mostra : “Guardate i volti dei bambini,delle donne,degli uomini. Guardateli negli occhi.Osservate i gesti..mettete a fuoco le emozioni ,gli stati d'animo che erompono da queste fotografie. Scoprirete così “Il Nostro Mondo”..”


Le foto sono suddivise in sezioni: Bambini , Uomini , Donne , poste nei corridoi quelle più piccole e nel salone centrali le più grandi.
Le foto stupiscono , affascinano , incuriosiscono , rappresentano momenti ,tra loro diversissimi, di genti lontane tra loro e appartenenti a diverse culture e a parti del pianeta di svariati livelli di sviluppo.
Da tutte però emerge qualcosa che sentiamo simile a noi : le emozioni , i valori che rappresentano : la solidarietà , come quella dei tre vecchi ebrei che si sorreggono a vicenda, la felicità come quella dei bambini indonesiani che si tuffano nel fiume, l'orgoglio come nel fiero e misterioso sguardo della donna beduina ,dal volto parzialmente coperto, la richfoto della sezione Bambiniiesta come nelle mani protese di un gruppo di donne del Kashimire .


Completano la bellissima mostra alcune foto- a cura del WWF- di animali a rischio sopravvivenza , per ricordare che il 2010 è l'anno dedicato dall'ONU alla Biodiversità.
Tra le altre si vede un orango – specie minacciata dalla deforestazione- che si copre gli occhi allo scatto del fotografo oppure l'uroplato, un rettile del Madagascar - specie minacciata dai cambiamenti climatici -il cui corpo è uguale alla corteccia dell'albero.