domenica 10 giugno 2007

La Stilita del burka





Questa scultura presenta una figura femminile, seduta su una colonna, alla maniera degli antichi eremiti orientali che come forma estrema di isolamento e ascesi, passavano lunghi periodi su delle colonne in luoghi isolati.
La figura è tronca , raffigurata cioè fino alla vita, le gambe fuoriescono da una veste che si scioglie e si apre.
C'è un'energia interiore particolare in questa figura : i panneggi avvolgono dolcemente e sensualmente un corpo che c'è e si indovina carico di forza , ma il moto ascensionale culmina con una negazione: mancano il tronco e la testa.
E' l'evidente ieratico simbolo di un'identità negata. Alla donna del burka non è concessa la libertà: di pensare, di vivere. Ed è proprio nel BURKA , che è l'immagine più sconvolgente e significativa di una persistente , antica ma anche moderna negazione dei valori umani , che è
avvolta questa figura.
Ma tutto ciò contrasta con la vitalità del movimento della scultura : le gambe semipiegate che spingono verso l'alto, il panneggio che si scioglie , si allenta, quasi a volersi liberare dalla costrizione.
E' una figura fortemente dinamica, è l'uomo che , nel tentativo di raggiungere la libertà , si ferma , le paure lo bloccano e così il suo moto progressivo è di colpo negato e c'è "l'assenza".

I materiali usati sono il ferro e il gesso e rispondono entrambi a finalità precise : strutturali il primo, che costituisce l'anima interna della scultura, strutturale e chiaroscurale il secondo che rende la superficie ruvida, scabra, con particolari riflessi dati dal colore che permea il materiale e reagisce con effetti cangianti alla luce.

L'opera è dello scultore Roberto Andreatini.


Lettura critica dell'opera di Maria Di Tano

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