giovedì 26 giugno 2014

Da Genzano a Nemi. Giro del Lago di Nemi

Nel Parco dei Castelli Romani www.parcocastelliromani.it una quantità di sentieri attraversano il territorio intrecciando suggestioni paesaggistiche,naturalistiche e storiche. Un insieme di   caratteristiche che rendono estremamente affascinanti  i percorsi.

Uno di questi sentieri compie il giro del Lago di Nemi partendo dal paese di Genzano e ritornandovi dopo aver compiuto il giro del Lago ed essere arrivati al piccolo paese di Nemi, ricco di colori e tradizioni,dove tanti luoghi permettono di godere la bellissima vista del Lago dall'alto.

Il sentiero parte dalla periferia alta di Genzano dopo aver percorso la Via della Lega Latina. Un sentiero prima asfaltato e poi sterrato si biforca permettendo di cominciare il giro. 

Prendendo il bivio a destra si percorre un tratto che offre fantastici scorci del Lago.
Si arriva quindi al bosco dove alcuni cartelli indicano la deviazione della Via Francigena. Questo tratto di sentiero viene chiamato Sentiero Fonte Tempesta per la presenza di un fonte di acqua che scaturisce dai blocchi di roccia  costituita da lava solidificata. A questo punto ci si avvicina al paese di Nemi che ben presto compare oltrepassato l'antico arco romano chiamato Portella.

Si entra al paese ,siamo nel mese di Giugno e ovunque invitanti vaschette di rosse fragoline di bosco si mostrano al di fuori di piccoli negozi di prodotti tipici.

 Il paese di Nemi è famoso oltre che per il bel lago, a cui da il nome, anche per la Sagra delle Fragole che ogni anno celebra questo caratteristico e tipico prodotto della circostante rigogliosa natura.

Il sentiero prosegue scendendo verso il lago poco prima dell'Arco e da qui si può effettuare una deviazione per vedere i resti del Tempio di Diana . Una deviazione più lunga può invece portare al Museo delle Navi che conserva resti di navi romane(, quello che in realtà rimane dopo la distruzione cui furono oggetto da parte delle truppe tedesche in ritirata.)

Per riprendere il giro del Lago invece si deve passare sulla piccola strada asfaltata che dopo circa 1 km  ridiventa sentiero nel bosco, per poi arrivare nuovamente a Genzano   

lunedì 16 giugno 2014

Rocca Albornoziana e Museo del Ducato di Spoleto




Rocca Albornoziana
La Rocca Albornoziana domina la città di Spoleto dall'alto del Colle S.Elia, costituendo insieme all'imponente Ponte delle Torri, un complesso urbanistico architettonico eccezionale.

La Rocca fu fatta erigere,nel 1359, dal cardinale Egidio di Albornoz, incaricato dal Pontefice di risistemare i domini e ristabilire l'autorità temporale del Papa  nello  Stato Pontificio dopo la lunga assenza del papato da Roma, in seguito al periodo della "cattivita" avignonese.

 Avvenne quando,  sotto pressione del re di Francia Filippo il Bello, la sede del papato fu spostata nella città francese di Avignone, dove rimase per circa un secolo.

La Rocca fu ideata come perno del sistema difensivo che doveva assicurare il potere temporale del Pontefice,una volta rientrato a Roma.
La Rocca di Albornoz  ha la forma di un rettangolo con sei torri cilindriche e due cortili interni.
All'interno della Rocca hanno sede la Scuola Europea del Restauro del Libro e il Laboratorio di Diagnostica dei Beni Culturali.

Cortile interno della  Rocca Albornoziana
Si sale percorrendo la via che dalla Piazza del Duomo esce dal paese, la bellezza del paesaggio è uguagliata dalla preziosità e importanza dei reperti presenti nel  Museo del Ducato ospitato nella Rocca Albornoziana.
Il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto testimonia con gli oggetti e gli apparati didattici esposti, la storia del territorio spoletino e poi del Ducato di Spoleto creato nel 570 a seguito della conquista longobarda.

Affreschi della Camera Pinta
Sono esposti corredi sepolture,frammenti architettonici, statue, iscrizioni, manufatti dipinti.


Bellissimo il ciclo di storie cavalleresche  che ornano la cosiddetta "Camera pinta" all'interno della torre maestra, considerato uno dei cicli pittorici più importanti dell'Italia Centrale.

giovedì 5 giugno 2014

Riserva Naturale Regionale Lago di Penne



Il Lago di Penne,  in provincia di Pescara, costituisce un'importante Riserva Naturale della Regione Abruzzo. La Riserva gestita dal Comune di Penne è  stata affidata in concessione operativa e tecnica alla Cooperativa COGECSTRE - riservapenne@cogecstre.com- , con la supervisione scientifica del WWF che ha quì costituito una delle sue prime OASI.

 Nel Lago confluiscono il fiume Tavo e il torrente Gallero provenienti dal vicino Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Per  la presenza di  tre Parchi Nazionali e le numerose Riserve Naturali, l'Abruzzo viene definito il "cuore verde" dell'Europa  e arrivando in questa Riserva/Oasi e ascoltando le spiegazioni degli operatori della cooperativa , si capisce perché. Quì si è capito come la natura e l'ambiente siano un Valore fondamentale da rispettare e preservare, non solo per la loro importanza per la vita di una comunità e di un popolo, ma anche per renderli una mezzo di sviluppo per il territorio.



 Si inizia il percorso che percorre un lato del Lago su delle passerelle in legno.
La prima cosa che si incontra sono i capanni per l'avvistamento dell'avifauna, proprio sotto uno di questi delle anatre stazionano intorno a un piccolo stagno . La "moretta tabaccata"," l'alzavola"," i germani" si fanno osservare tranquille, mentre sul Lago  si possono osservare con il binocolo i tuffi dello "svasso maggiore".

Da un altro capanno invece si può osservare la nitticora,l'ardeide simbolo dell'Oasi che quì è presente insieme all'airone bianco maggiore e cinerino
Proseguendo la passerella passa in mezzo a varia e "lussureggiante" vegetazione :è l'Orto Botanico che contiene più di 400 specie vegetali, individuate con delle targhette apposte su pali in legno.

Si arriva quindi al "giardino delle farfalle" dove vari e particolari fiori sono collocati nelle aiuole per permettere lo stazionamento delle farfalle in determinati periodi dell'anno.
Bellissimi fiori e piante, comuni o più rare, sono un vero "paradiso" per gli amanti della fotografia naturalistica e tutti i visitatori presenti si divertono a guardare e fotografare.

Si esce dall'Oasi con un senso di bellezza e rasserenamento che si conserva ancora a lungo e  che è tipico del contatto con la natura.