sabato 29 maggio 2010

Sasso Caveoso.Matera

MateraSasso Caveoso è il quartiere di Matera che ha il maggior numero di abitazioni scavate nella roccia.
Si affaccia su un lato della gravina di Matera -la profonda spaccatura del terreno attraversata in fondo da un torrente.
Percorrere questo quartiere è particolarmente suggestivo , la roccia affiora dappertutto, vicoli e scalinate si intersecano in un disordine che segue la disposizione delle abitazioni scavate nella roccia e la stratificazione su vari livelli.


Mentre si percorrono i vicoli che portano verso le zone più basse, gruppi di falchi grillai ci volteggiano sulla testa. gravina di Matera
Questi piccoli falchi chiamati in dialetto “naumanni” , abitano la gravina di Matera da Aprile a Ottobre. E' una specie a rischio di estinzione e gli abitanti del Sasso Caveoso hanno realizzato per loro dei nidi artificiali vicino alle grondaie delle abitazioni.
Camminando ,si notano le canalette per la raccolta delle acque piovane. Ciascuna casa aveva la sua cisterna di acqua piovana ,a testimonianza delle antiche abitudini di una civiltà contadina abituata a non sprecare l'acqua e ad utilizzare tutto ciò che la natura poteva dare. Usanza rinnovata da coloro che hanno deciso di tornare ad abitare in questo quartiere.
Nel cuore del Sasso Caveoso sorge la piccola chiesa rupestre di S.Lucia alle Malve , chiamata così per la presenza di numerose piante di malva.
E' una chiesa a tre navate , dimostrazione di una progettualità architettonica precisa. vicolo di Sasso Caveoso
E' definita “architettura in negativo” , ricava il vuoto dove prima c'era il pieno.
Gli affreschi rimasti sulle pareti sono di tipo bizantino. I Santi ,raffigurati in atto di benedizione, uniscono il dito pollice con il medio , come simbolo della duplice natura umana e divina di Cristo , mentre le altre tre dita sono il simbolo della Trinità.
Il gesto , bello e particolare,elegante quasi, è tipico della Chiesa Orientale.




venerdì 21 maggio 2010

Castelmezzano.Piccole Dolomiti Lucane

guglia delle Piccole Dolomiti LucaneCastelmezzano è un piccolo paese situato alle pendici delle più belle e suggestive cime delle Dolomiti Lucane.
Siamo all'interno del Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane e qui le rocce arenarie formano guglie e pinnacoli dalle forme originali e bizzarre che la fantasia popolare ha chiamato con nomi fantastici.



L'arrivo ad una di queste cime “la Civetta” che sovrasta Castelmezzano , avviene con una bella escursione organizzata dal CAI di Potenza-http://www.caipotenza.it/ , accogliendo – con la tipica ospitalità di tutte le sezioni del CAI- la visita di un gruppo del CAI di Latina -http://www.cailatina.it/
Si parte dal Ponte della Vecchia sul fiume Basento. Sono zone dalla vegetazione ricca - lussureggiante quasi - , e lasciano stupiti i visitatori ancora legati all'immagine “letteraria” di una regione arida.
Dopo una ripida salita si costeggia la montagna dove il piccolo sentiero passa tra l'erba alta e varie specie di fiori: ranuncoli, orchidee e bei fiori bianchi detti “l'ombrello delle Puglie”.
Lungo piccoli torrenti , le larghe foglie del “farfaraccio” richiamano a noi pontini immagini familiari.
il Borgo di CastelmezzanoLa parte finale dell'escursione è quella che sale sulle guglie rocciose e l'arrivo alla “Civetta” avviene inerpicandosi ed aiutandosi con le mani su un tratto molto ripido.
L'altro tratto di escursione va da Castelmezzano a Pietrapertosa , altro paese “sospeso” tra le rocce e dichiarato “uno dei più bei borghi d'Italia”.




Si attraversa una valle e si risale lungo un verde sentiero dove l'Ente Parco ha realizzato un interessante “percorso letterario” fatto di sculture e registrazione di canti e antiche percorso letterariofilastrocche che narrano la storia di “un contadino tra le streghe”.
Tra la vegetazione ci sono piante aromatiche come l'elicriso e una piccola pianta con proprietà espettoranti detta “stregonia”.
E così la temperatura elevata, il verde e le antiche litanie ci trasportano a tratti in una dimensione incantata...dove anche le antiche leggende sembrano prendere vita.

sabato 15 maggio 2010

Mimmo Jodice. Mostra

una delle foto della mostra Presso il Palazzo delle Esposizioni-http://www.palazzoesposizioni.it/si sta tenendo la mostra di fotografie di Mimmo Jodice ,il fotografo napoletano che ha dato un grande contributo all'affermazione della fotografia in campo artistico.

Le fotografie presenti nella mostra sono 180 , realizzate tra il 1964 e il 2009.Sono tutte in bianco e nero e sono divise in sezioni tematiche.
Tra le più significative la sezione “Sociali” che ha per oggetto di rappresentazione persone e momenti del Meridione d'Italia.
Come afferma lo stesso Mimmo Jodice ..”Interessato fin dagli inizi ad un uso espressivo del mezzo in senso di avanguardia e ricerca linguistica , ho ben presto sentito il richiamo della problematica sociale...ho cercato di stigmatizzare i temi della miseria , della violenza , dell'illusione e dell'umiliazione dell'uomo.”
Nella sezione Vedute di Napoli si mettono in evidenza i molteplici ed antitetici aspetti della foto sezione vedute di Napolicitta che mescola bellezza e degrado. Le fotografie mostrano alcuni particolari del paesaggio napoletano, individuati ed isolati dal contesto , con un'evidente intenzione di interpretazione simbolica.

Molto belle le foto delle sezioni “Mare” e “Natura”, quest'ultima presenta dorsali di colline illuminate dal sole , alberi che proiettano lunghe ombre e , la più bella di tutte, “Natura 7” , dove c'è un albero in primo piano cui il vento fa volare in alto le foglie.

venerdì 7 maggio 2010

Ninfa Vitale.Concerto

I giardini di Ninfa Ninfa Vitale è un gruppo di musicisti di Latina che ha presentato – nell'ambito della rassegna Ecomusica , organizzata dall'Associazione LegaAmbiente- un concerto di musiche popolari del Lazio.
La sala del teatro della chiesa di Santa Maria Goretti era piena ed il concerto è stato molto interessante e coinvolgente.


Tra gli strumenti utilizzati ci sono stati il violino, il clarinetto, la chitarra , il basso ,la batteria e la ciaramella , un antico strumento a fiato che ciaramellanecessita di essere sempre riaccordato.
Tra i brani più belli c'è stata la “canzone cumulativa” , cioè una canzone dove si aggiungono sempre nuove strofe. Il canto viene da Itri ed è molto antico e vede una sorta di contrapposizione tra Dio e il diavolo , si fanno riferimenti anche a santi “misteriosi” venerati in quelle zone. Il ritmo della canzone è incalzante e la velocità aumenta di strofa in strofa.



Sono stati presentati diversi saltarelli , le canzoni popolari tipiche della tradizione laziale, uno stornello -proveniente da Sonnino – cantato dai Lepini fino al sud della provincia ,dove si parla de “ lu passerello” ,un insetto che distrugge i raccolti .
E' stata poi suonata la “tarantella dell'avena” , un brano di musica popolare che cantavano le ragazze desiderose di sposarsi e che è stato ripreso anche da Fabrizio De Andrè in una nota canzone.
Tutto il repertorio è stato il frutto di una paziente ricerca musicologica portata avanti da Marcello De Dominicis, l'animatore del gruppo, che ha presentato ogni brano spiegandone l'origine e il significato.
E' stata una bella occasione per ascoltare la musica e le antiche canzoni della cultura contadina della nostra provincia.