lunedì 26 ottobre 2009

Monte Miletto.Monti del Matese

lago di Matese Domenica 11 ottobre con il CAI di Latina si sale alla cima più alta del massiccio del Matese: Monte Miletto 2050 m. , all'interno del Parco Regionale Monti del Matese, http://www.montidelmatese.com/- si parte dal Lago Matese per un totale di 1035 metri di dislivello.

L'escursione è organizzata dalla sezione del CAI di Piedimonte Matese-http://www.caipm.altervista.org/ - il bel paese alle pendici del massiccio , ricco di testimonianze storiche e artistiche oltre che paesaggistiche .
Questo territorio è infatti costellato di paesi che recano le tracce delle varie epoche storiche :da quella antica dei fieri Sanniti e delle loro lotte con la nascente potenza di Roma , a quella medioevale degli Svevi , Angioini e Aragonesi che dominarono questo territorio.
Corsivo
L'escursione parte dal Lago di Matese :dalla chiesetta ai piedi della Valle San Massimo, dopo una salita di circa 400 metri arriviamo nella Valle dell'Esule, una bella valle circondata da monti dove le brave guide ci narrano l'antica leggenda della principessa esule..

Si attraversa Colle del Monaco e da lì in basso possiamo osservare un incredibile arco naturale in calcare posto proprio al di sopra di un profondo inghiottitoio.
Grandi cespugli di carlina aculea e di eringio montano (calcatreppola), costellano il terreno, i faggi sono presenti a macchie , fatto tipico di un territorio dove l'allevamento è stato intenso.

Saliamo sempre percorrendo un ben segnato ed agevole sentiero e all'altezza della sella di Monte Miletto un bel panorama si apre al nostro sguardo : crinali di monti si susseguono e il lago di Gallo in lontananza , con il paese di Letino, arroccato su un colle, giusto sopra il lago. panorama da Monte Miletto

L'arrivo su una cima è sempre una bella emozione: questa volta siamo circondati dalle nuvole , ma la sommità di Monte Miletto la vediamo bene perchè ci passiamo in mezzo : è particolare con avvallamenti brulli, sassosi dall'aspetto quasi lunare.

A tratti le nuvole che ci circondano ,anche mentre mangiamo i nostri panini , ci fanno vedere lembi di paesaggio : le pale eoliche di Longone nel molisano , gli impianti di risalita e i residence di Campitello Matese.
Per noi che non siamo del posto è una curiosa sensazione : con sorpresa aspettiamo di vedere cosa l'improvviso diradarsi delle nuvole ci farà vedere... ma di sicuro il versante più bello è quello che dà verso il lago di Matese da una parte e il lago di Gallo dall'altro.

Siamo bagnati dalle nuvole , ma contenti riprendiamo la strada per tornare e dopo un po' una pioggia sottile e continua ci accompagna , ma il paesaggio rimane bello!
Stavolta è fumoso e più silenzioso …. quando piove tutti sono avvolti nelle mantelle e attenti ai passi .. nessuno parla e il silenzio in montagna è una bellissima sensazione in cui immergersi panorama dal sentiero sotto la pioggiatranquillamente e assaporare piano.
All'arrivo la nota ospitalità campana ci accoglie con l'offerta dello squisito melone invernale - tipico prodotto della zona-,vino e ..ciambellette!

lunedì 19 ottobre 2009

Abbazia S.Eutizio.Valnerina

abbazia S.Eutizio
Nella Valle Castoriana – zona della Val Nerina- c'è un'antica e interessante abbazia: quella di S.Eutizio , fondata nel V sec.d.C. da alcuni religiosi siriani eremiti: S.Eutizio e Santo Spes.
Lo stesso San Benedetto, nato nel 480 a Norcia– poco distante da qui - e fondatore del “monachesimo” occidentale, veniva qui a pregare e sembrasi sia ispirato ai “cenobiti” di questi luoghi.

Nell'VIII sec. fu costruita la Chiesa in stile bizantino , il bellissimo rosone invece è del 1100 in stile romanico. Il rosone risponde anche a concetti scorcio della Valnerina dall'abbaziafilosofici , esso rappresenta il sole , Dio , è rivolto sempre a mezzogiorno e lascia entrare la luce nella chiesa.

Tutte le abitazioni dei monaci erano scavate nella roccia e sono ancora adesso visibili. Con questa stessa roccia , un calcare poroso chiamato “pietra sponga “ sono state realizzati sia il rosone che
le sculture della facciata ,con i simboli dei santi evangelisti . abitazioni dei monaci nella roccia

In quest'abbazia c'è stata una famosa scuola chirurgica dal 1400 al 1600 e sembra che i chirurghi di questa scuola avessero il 90% di successo , tanto che nelle corti europee i re si facevano operare da loro.

All'interno della chiesa si trovano anche delle pale d'altare di un famoso pittore : Cristoforo Roncelli dettoCorsivo il Pomarancio : la prima è una pala d'altare con la figura di Cristo che emerge da un fondo bianco , con grande plasticità della composizione , ai suoi piedi S.Eutizio e S.Spes .
Colpisce , contribuendo alla forza del dipinto , il panneggio elaborato ,voluminoso dei santi. pala d'altare del Pomarancio

Anche il quadro di S.Cristoforo , con il volto del santo girato e carico di pathos , presenta una grande forza espressiva.

L'Abbazia è stata restaurata e in parte ricostruita grazie a contributi congiunti dell'Europa, di privati e Sovrintendenza : un bell'esempio di sinergie tra istituzioni e privati al fine della salvaguardia del patrimonio storico- artistico delle nostre regioni.

lunedì 12 ottobre 2009

Sentiero Galeazzi.Promontorio del Circeo

Cresta del Circeo dal sentiero GaleazziIl Promontorio del Circeo – all'interno del Parco Nazionale del Circeo www.parcocirceo.it- spicca da lontano con il caratteristico profilo della "Maga Circe dormiente”, connotando inconfondibilmente il panorama della lunga e bellissima spiaggia di Sabaudia , anch'essa con le sue alte e originali dune ,facente parte del Parco.
Il promontorio, importante anche a livello preistorico e naturalistico, è anche meta di escursioni che, grazie a vari sentieri raggiungono la vetta :il picco e la cresta.

C' è un sentiero, chiamato Sentiero Galeazzi, – non molto conosciuto – che permette di attraversare tutto il versante nord – il cosiddetto Quarto Freddo- e scendere dal versante opposto :il Quarto Caldo
Si inizia la salita da Torre Paola – una delle varie torri costiere, fatte costruire dallo Stato Pontificio per l'avvistamento dei pirati saraceni -che costellano tutta la costa pontina. frutto del corbezzolo
Grassetto
Dopo un tratto quasi pianeggiante , colorato dalle palline rosse del dolce frutto del corbezzolo, si percorre, in salita, il sentiero detto “Peretto” che poco dopo scopre un tesoro nascosto : delle cisterne romane , in buono stato di conservazione.
Tutto intorno lecci e sughere con il tipico sottobosco di pungitopo e smilax (stracciabrache). .

Dopo aver percorso un tratto di strada asfaltata , d'improvviso in un tornante si apre un bellissimo panorama : sotto di noi la visione del Lago di Sabaudia e del mare separati solo da uno stretto cordone sabbioso e in prospettiva tutti gli altri tre laghi costieri:Caprolace,Monaci e Fogliano. lago di Sabaudia e mare
E' bellissimo e ci sembra quasi di sorvolarli a bordo di un elicottero!

Poco dopo si prende il sentiero delle Ceraselle – secondo tratto -che, dopo una ripida salita, ci porta sulla cresta vicino alla zona “militare” recintata.
Qui vicino si oltrapassa una recinzione e inizia il cosiddetto sentiero “Galeazzi”.
E' un sentiero fatto costruire da un privato ,prima dell'ultima guerra ,che , grazie alla costruzione di muri a secco, permetteva di raggiungere la sommità anche con mezzi motorizzati .
E' attualmente quasi invaso dalla vegetazione , ma perfettamente percorribile.

Siamo nel Quarto Caldo e ci affacciamo sul mare che in lontananza ci mostra, a tratti, anche le isole pontine, mentre girando lo sguardo c'è tutta la cresta con il picco che si erge solitario. sentiero Galeazzi

E' un bellissimo panorama , il sole di ottobre ci scalda e ci abbaglia , ma più di ogni cosa siamo colpiti dall'intenso odore di erbe aromatiche : in particolare il rosmarino che emana il suo caratteristico e piacevole odore.
Anche i suoi bei fiori bianchi , che si mischiano a quelli rosa dell'erica arborea, rendono allegro e colorato il percorso.

Il sentiero finisce sulla strada e ci rechiamo al vicino antico faro , in basso qualcuno pesca e qualcuno fa il bagno .....e così poco dopo a Torre Paola ci leviamo i nostri scarponi da montagna e ci immergiamo anche noi !
E certo è un bell'effetto questo di unire montagna e mare in una sola giornata!

lunedì 5 ottobre 2009

Museo Etrusco Albornoz.Viterbo

Rocca di Albornoz

A Viterbo www.comune.viterbo.it , tra i tanti tesori d'arte , c' è il Museo Etrusco Nazionale Albornoz chiamato così perchè collocato nella Rocca di Albornoz, l'antica fortezza medioevale.
La sua visita riserva belle sorprese e reperti archeologici assolutamente originali.

Nel piano inferiore del Museo Albornoz ,ci sono i reperti provenienti dalla località di Acquarossa (sito che sorge su un pianoro di roccia tufacea tra Viterbo ed Orvieto).
Molto interessanti le terracotte architettoniche :le lastre fittili con fregi decorativi che mostrano processioni, banchetti e danze; belle e originali anche le tegole con il lucernario . fregi decorativi

Al piano superiore ci sono delle statute provenienti dal teatro di Ferento e portate alla luce con gli scavi del 1902 .

Ferento era un'antica città etrusca collocata ai piedi dei Monti Cimini, sconfitta dai Romani divenne in seguito una colonia “graccana” e poi conobbe un grande sviluppo in età augustea .
Testimonianza dell'importanza della città sono le belle statute delle Muse che ornavano il Teatro romano e presenti nel museo,tra le tante: Melpomene ,musa della tragedia, Talia della commedia, Euterpe della danza, Urania Musedell'astronomia,Clio della Storia.

Bella anche la statua di Pothos che rappresenta il desiderio amoroso verso una persona lontana, replica dell'originale greco di Skopas.

Indicativo del clima culturale dell'epoca medioevale è il triste destino di quest'antica città etrusca: distrutta dai Viterbesi nel 1172 con il pretesto di eresia.

Notevoli poi i reperti provenienti dalle necropoli di Bisenzio ( Visentium) sulle rive del lago di Bolsena , lì dove c'è il Monte Bisenzio e l'isola Bisentina.
Tra i pezzi più interessanti i grandi leoni e sfingi in nefro- roccia tipica della zona- , posti all'esterno dei monumenti funebri come guardiani .leone in nefro