martedì 30 dicembre 2008

Riflessioni dal "Manuale del Guerriero della luce" di Paulo Coelho


" Dice il maestro al guerriero quando lo vede depresso:"Tu non sei quello che sembri nei momenti di tristezza.Sei molto di più.

"Mentre tanti sono partiti per motivi che non comprenderemo mai,tu sei ancora qui.Perchè mai Dio si è portato via uomini così incredibili e ha lasciato te?

"In questo momento ,milioni di uomini hanno già rinunciato. Non si infastidiscono,non piangono,non fanno più niente.Si limitano ad aspettare che il tempo passi. Hanno perduto la capacità di reagire.

"Tu però sei triste. E ciò dimostra che la tua anima è ancora viva."
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"Il guerriero della luce si concentra sui piccoli miracoli della vita quotidiana.
Se sa vedere ciò che è bello ,è perchè ha la bellezza dentro di sé,giacchè il mondo è uno specchio
che rimanda ad ogni uomo il riflesso del suo viso.
Pur conoscendo i propri difetti e limiti, il guerriero fa il possibile per mantenere il buon umore nei momenti di crisi.
In fin dei conti, il mondo sta facendo ogni sforzo per aiutarlo, quantunque tutto ciò che lo circonda sembra affermare il contrario."
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"Il guerriero della luce crede. Poichè crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere."

Commento di un quadro


C'è un bel rapporto tra forma e colore in questo quadro - come in tutta l'ultima produzione di Dino.
I colori sono vivaci,allegri,solari, c'è il fucsia,l'arancione , il giallo ed un blu di cielo sullo sfondo, al centro c'è la sagoma di un uccello bianco che si leva in alto in volo e dei segni gialli sullo sfondo, raggi di un sole scomparso all'orizzonte.
Il quadro è percorso da una vita fremente, c'è luce e forza.
Non si individuano altre forme riconoscibili , il dipinto si afferma e ci attrae per la bellezza dei colori e per una sua forza comunicativa , impossibile quasi da spiegare.
In quest'ultimo gruppo di quadri realizzati da Dino Catalano, la sua ricerca di sempre nuove forme espressive dà vita a delle belle realizzazioni che abbandonano quasi del tutto la forma e il disegno, arrivando a dipinti dove dominano i colori , con accostamenti che sembrano istintivi e casuali e che trasmettono grande dinamicità e forza.
Si riafferma ancora una volta , quella che è ,a mio avviso, una delle principali caratteristiche dei quadri di Dino, e cioè
la passione per la pittura e la vita, dove la prima è il modo per esprimere l'altra.

domenica 14 dicembre 2008

Cronaca "Neve in montagna"

Della pianura pontina il Semprevisa e le montagne vicine sono lo sfondo consueto e familiare e noi ,gente di pianura, le guardiamo ogni giorno e sono spesso “imbronciate”, coperte da nuvole anche quando tutto intorno è sereno e quando il freddo si fa più intenso, si coprono di neve e da lontano assomigliano a un mont blanc di castagne e panna.
Ma quando si sale lassù ogni volta è un’esperienza nuova che colpisce chi ama la natura e i paesaggi incontaminati.
Sabato 13 dicembre, saliamo io e un’amica , è la prima giornata serena dopo una settimana di piogge incessanti e rovinose.
Tracce di ghiaccio in salita e piano piano la neve, lembi di nuvole cominciano ad apparire in cielo.
Saliamo sempre, la neve si fa più alta, affondiamo –abbiamo anche dimenticato le ghette!- , ed il
passo si fa più lento,più faticoso, intanto le nuvole si infittiscono , ancora un poco e siamo immerse nel bianco :sotto e sopra di noi e solo si intravedono i fusti neri e spogli degli alberi. E’ uno spettacolo da levare il fiato! Non ci sono rumori , tutto è come sospeso , irreale , ancora un poco e la nebbia si fa fitta , siamo avvolte dalle nuvole! Un po’ di timore ci prende perché è difficile orizzontarci, ma tutto è così bello! In fondo “ tocchiamo il cielo con un dito” !
Stiamo per tornare indietro, ma il desiderio è più forte , torniamo sui nostri passi e ci inoltriamo nella nebbia seguendo i rassicuranti segni rossi del Cai che ci indicano il percorso per la vetta.
D’improvviso ecco le sagome di due cavalli neri che ,incredibilmente, sono lì che brucano , non
si sa bene cosa , tanto poca è la vegetazione che emerge dalla neve. Si voltano e ci guardano incuriositi e forse più sorpresi di noi!
Nel ritorno ci aiutano le nostre stesse orme sulla neve , siamo orgogliose e contente e non vorremmo lasciare quell’incanto.
Cammino piano perché vorrei restare più a lungo in quell’atmosfera fatata che mi riempie l’animo di gioia, ma la discesa continua e così a poco a poco , le foglie tornano ad emergere dalla neve, gli alberi riprendono il loro profilo scuro e possente e ovunque compare il verde del muschio.
Siamo arrivate, siamo a Pian della Faggeta e la mia amica mi dice :ritorniamo domani?!

Recensione Mostra su "Giulio Cesare"



Presso il Chiostro del Bramante a Roma è allestita una mostra su “Giulio Cesare-l’uomo –le imprese-il mito”. E’ una bella esposizione , a metà tra la storia e l’arte , che ripercorre le imprese
di Cesare documentandole con reperti archeologici – rilievi, statue,spade,gioielli,monete – relativi alle varie epoche della sua attività militare e politica e , nel piano superiore, illustra il mito immortale di Giulio Cesare attraverso quadri, ceramiche , incisioni realizzate dall’epoca rinascimentale fino a quella napoleonica con quadri, tra gli altri, di Rubens , Mantegna e Michelangelo.
Tra i pezzi più affascinanti c’è quello scelto come il logo della mostra : il Ritratto di Cesare detto Chiaromonte, databile tra il 30 e il 20 a.C. , rappresenta un uomo maturo dal naso pronunciato e le sopracciglia aggrottate. Dal volto traspare forza e decisione , ma anche calma e serenità, le labbra chiuse , segno della “gravitas” latina , accennano anche un sorriso appagato e sereno.
Nel piano superiore c’è un’altra testa ritratto più conosciuta , quella di Augusto. Il bel volto giovane , pur con i tratti idealizzati da eroe greco, richiama quello di Cesare , suo padre adottivo, nello stesso atteggiamento di fermezza e serenità, ed è quasi un’icona della” pax augustea” da lui stesso realizzata.
Nel piano inferiore colpisce la statua in calcare del Guerriero di Vacheras della seconda metà del I sec.a.c.,proveniente da Avignone. E’ rivestito da una cotta in maglia, lo scudo ovale e al collo un torque, gioiello tradizionale celtico, segno di appartenenza etnica. Questa statua ci immette di colpo nel clima feroce e fiero delle battaglie condotte da Cesare contro i Galli, che la mostra ben illustra anche nei pannelli didattici esplicativi, e che si conclusero con la conquista della Gallia e la sottomissione di Vercingetorige,capo dei Galli, a Cesare. L’episodio è rappresentato dal quadro del pittore Motte, al piano superiore, che raffigura il generale, con lo sguardo alto e fiero, che si offre prigioniero per salvare il suo esercito dopo l’assedio vittorioso dei Romani alla città di Alesia.
Chiudo questa recensione scegliendo , tra le tante opere che meritano di essere viste, un disegno di Michelangelo presente nella sala dedicata a Cleopatra, Il Volto di Cleopatra è un disegno a matita del 1535 , un serpente gira intorno al collo e tra i capelli c’è un’acconciatura che richiama i serpenti, richiamo evidente alla sua morte.Il volto è bellissimo dai tratti delicati ,lontano dall’immagine affascinante e volitiva con cui è stata rappresentata nei secoli la regina egiziana.


Recensione di Maria Di Tano
Pubblicata sul quotidiano "Il Nuovo Territorio" il 22.12.08